Come uscire dalla preghiera? Come si termina un tempo insieme al Signore? Ecco l’ultimo post della serie sul metodo di preghiera (qui l’introduzione), con il quarto passo: uscire dalla preghiera.
In queste settimane abbiamo pubblicato una serie di post per suggerirvi un semplice metodo di preghiera in 4 passi, scanditi da 4 verbi: prepararsi, entrare, stare, uscire (trovate l’articolo introduttivo a questo link). Dopo aver approfondito i primi tre passi, prepararsi (qui trovate l’articolo dedicato), “entrare” (qui trovate l’articolo dedicato) e “stare” (qui trovate l’articolo dedicato), oggi concludiamo la serie con il quarto e ultimo passo: uscire.
Come le altre volte, ricordiamo lo “sfondo” di questo metodo di preghiera: interpretare il tempo che dedichiamo alla preghiera personale come un incontro a tu per tu con il Signore, come uno stare insieme fra amici.
Proprio come accade quando incontriamo un/a amico/a, quando sta per arrivare l’ora dei saluti si compiono alcuni “rituali” umani: ci si ringrazia, ci si dà appuntamento per una prossima volta, ci si saluta, ecc… Allo stesso modo possiamo provare a fare con il Signore. Vediamo insieme.
Ringrazia
La gratitudine è probabilmente il sentimento più proprio del cristiano: tutto abbiamo ricevuto da Dio, tutto riceviamo da lui, in ogni istante. E tutto gratis, solo per l’amore gratuito con cui Dio ci ama. Quando prendiamo consapevolezza di questo, anche solo per un istante, dentro il nostro cuore fiorisce la commozione, la gioia più profonda, la gratitudine.
Non possiamo dare nulla a Dio in cambio di quanto ci dà, se non restituendo a lui ciò che lui stesso ci ha dato. La restituzione è un’esperienza profondamente evangelica e francescana: “rendere grazie” significa appunto “restituire” a Dio ogni cosa, perché ogni cosa da lui viene e ogni cosa a lui torna.
Allora, specialmente al termine del nostro tempo di preghiera, di questo tempo vissuto in sua compagnia, non possiamo che dire “grazie“. Non importa che sia stato un tempo buono, bello, entusiasmante, oppure vuoto, faticoso, arido… In ogni caso restituiamo al Signore ogni cosa dicendo “grazie”.
Esprimiamo allora al Signore la nostra gratitudine per quanto vissuto insieme, magari per una parola specifica che abbiamo sentito rivolta a noi, per una intuizione o chiarezza che abbiamo ricevuto. Gli restituiamo le domande che restano aperte, le suppliche che ci sembrano ancora inascoltate, le nostre speranze, paure, sogni. Ogni cosa. Soprattutto gli rendiamo grazie per il fatto di esserci, di essere il Dio-con-noi, sempre.
Dai appuntamento
Proprio come fra amici, quando ci si saluta ci si dà un nuovo appuntamento. “Ci vediamo domani alle 18?”. “Ci vediamo domenica alla messa?”.
Fissare fin da subito il nostro tempo di preghiera successivo e affidarlo al Signore è molto importante: ci aiuta a stare in relazione con lui anche nel tempo intermedio fra un incontro e il successivo, a mantenere il legame.
Sarà poi nostro compito cercare di presentarci puntuali al nuovo appuntamento. Possiamo affidare al Signore anche questo desiderio, perché lui lo possa custodire.
Saluta
Infine si giunge ai saluti. Puoi usare per esempio la preghiera del Padre nostro, che riassume ogni preghiera cristiana e ti rimette nuovamente dentro il seno della Chiesa, della comunità dei credenti, che in tutto il mondo, continuamente, attraverso le parole del Padre nostro si affida (e affida ogni cosa) al Signore. La preghiera del Padre nostro è molto efficace perché piano piano fa in modo che le nostre preghiere diventino sempre più “cristiane”, sempre più vere e perciò sempre più efficaci!
Concludi poi con un segno della Croce, come all’inizio (avevamo parlato dell’importanza di questo gesto nel secondo passo del metodo, che trovi a questo link). Infine puoi salutare Maria e/o i santi che hai invocato all’inizio, a cui hai chiesto un aiuto per questo tempo di preghiera.
Un’ultima cosa
Terminata la preghiera e salutato il Signore, puoi prenderti ancora un paio di minuti per fare una piccola verifica della preghiera. Si tratta di un piccolo esercizio molto utile, perché ti aiuta a crescere nel tuo cammino spirituale e a individuare con chiarezza quali sono i punti su cui il Signore sta insistendo con te. Un esercizio fondamentale per il discernimento vocazionale (magari in un nuovo post approfondiremo questo aspetto).
Puoi provare a rispondere a tre semplici domande:
- La prima domanda è semplicemente tecnica: nel tempo di preghiera di oggi ci sono stato? C’è qualcosa che mi ha disturbato? Posso migliorare questa cosa per le prossime volte? Ti ricordo che non serve aver capito chissà cosa oppure essere stati al top, l’importante è esserci stati! Questo è l’elemento fondamentale, che abbiamo ribadito più e più volte.
- La seconda domanda riguarda il tuo mondo affettivo: Sento dentro di me un’emozione o un sentimento particolare che ho provato durante questo tempo di preghiera, oppure che sento ora al termine di questo tempo? Possono essere anche due emozioni diverse, a volte contrastanti. Le annoto nel modo più diretto possibile, senza doverle giudicare o filtrare. Può essere utile imparare a dare un nome alle proprie emozioni (se ce lo chiedete possiamo provare a fare un articolo su questo aspetto specifico).
- La terza domanda riguarda il mondo dei tuoi pensieri: C’è una parola particolare che mi porto dentro da questo tempo di preghiera? Un versetto della Scrittura, un’intuizione specifica, una domanda che mi è sorta? La scrivo nel modo più sintetico e diretto possibile, meno parole uso meglio è.
Sei abituato/a a tenere un diario spirituale? Spero proprio di sì! Ecco, il diario spirituale è il luogo giusto su cui annotare (al termine di ogni tempo di preghiera) queste tre cose. Facciamo un esempio di risposta alle tre domande qui sopra:
- Oggi è andata bene. Mi ha disturbato l’ansia per l’esame di lunedì, ma sono riuscito a restituirla al Signore.
- Ansia e pace profonda.
- “Perché la vostra gioia sia piena”. Lui vuole solo questo per me.
Alla fine della settimana, oppure del mese, o anche prima della confessione o dell’incontro con la guida spirituale può far bene andare a rileggere quanto scritto e intuire quale filo lega fra loro le varie risposte scritte (può esserti utile questa breve guida su come preparare il colloquio con la guida spirituale, a questo link).
Concludendo
Eccoci al termine di questo itinerario per imparare un semplice metodo di preghiera. Come sempre, se avete altre domande specifiche, in particolare su questo quarto passo del metodo, non esitate a scrivercele (potete usare il form “un frate risponde”, qui a lato o qui sotto).
Ancora buona esperienza di preghiera, esperienza di Lui, a tutti.
fra Nico – franico@vocazionefrancescana.org
[…] (articulo libremente extraído del blog Vocación Franciscana) […]