Presento oggi la testimonianza di Edoardo: un giovane universitario di 21 anni (studia fisica), piemontese, che partecipa quest’anno al Gruppo vocazionale san Damiano.
Del medesimo gruppo, avete già potuto incontrare Antonio e Leonardo con qualche loro intervento, ma via via, spero di farvi conoscere anche i rimanenti ragazzi che lo frequentano.
Edoardo, rilegge la propria vicenda di vita citando una poesia di Giuseppe Ungaretti, “Dannazione”.
Il poeta la scrive (29 giugno 1916 a Mariano del Friuli) mentre si trova al fronte, giovane soldato, tragicamente coinvolto nell’assurdità della prima guerra mondiale, conteso fra rassegnazione e speranza, fra la dolorosa consapevolezza dei propri limiti e della fragilità di ogni cosa esistente, ma al contempo il profondo e umano desiderio di superarsi, di giungere all’assoluto, ad un senso, forse… a Dio.
Ringrazio di cuore Edo per essersi reso disponibile a parlare un po’ di sé, condividendo la sua ricerca esistenziale e le ragioni del cammino di discernimento che sta intraprendendo.
Lo accompagniamo con la nostra preghiera!
Al Signore Gesù sempre la nostra lode.
fra Alberto – fraalberto@vocazionefrancescana.org

DANNAZIONE
“Chiuso fra cose mortali
(Anche il cielo stellato finirà)
Perché bramo Dio?”(Giuseppe Ungaretti)
Bramo.. però morirò.
E allora perché desiderare?
Se ogni cosa che faccio andrà persa, ed ogni parola sarà dimentica, a cosa serve vivere?
La morte come punto di partenza. La morte che conduce da una vita dissoluta, seguendo piaceri che non portano che a svuotarsi, a lunghe riflessioni… riflessioni che devono essere fatte; perchè la vita non è un gioco. E’ mia, e mi sfugge di mano se non la afferro.
Ma allora dove cercare la vita?
Dove cercare la vita in un mondo in cui quasi tutto è finto, dove tutto finisce, in cui ci si costruisce un immagine e si vive spesso con molte maschere per essere accettati?
Esiste, un Amore gratuito, vero, molto concreto.
” …a chi ti vuol chiamare in giudizio per toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. E se uno ti costringerà a fare un miglio, tu fanne con lui due…” (Mt 5, 38-45)
Non chiede nulla, dà tutto.
Ecco la risposta alle domande iniziali…
Ha senso vivere, perché una Luce mi ha regalato una speranza.
Quasi tutto nel mondo è corrotto e c’è molta tenebra, sì, ma c’è un Fuoco che illumina.
Decido di aggrapparmi all’unica cosa che non passa, all’unica cosa vera, senza maschere, che ti entra nel profondo e ti riempie fino all’ultimo vuoto. Guarisce davvero. E’ concretezza.
L’Amore che vince la morte.. mi ha regalato una vita nuova, per questo io voglio donarla.
Edoardo – 21 anni – Chieri (To)
E la vita vera… ci cerca continuamente. Ci aspetta, prega essa stessa (forse), bramando che ci destiamo, che riusciamo a sentire uno dei suoi richiami.