Uno strano paragone
Me lo diceva sempre il caro p.Alessandro Brentari, quando da ragazzo iniziavo a frequentare i luoghi francescani: «stai attento! Non vorrai mica prendere anche tu il virus!»
Quelli non erano certo tempi di epidemia o di psicosi collettiva, però l’ipotesi di un qualche tipo di contagio faceva quanto meno strabuzzare gli occhi e suscitava altre domande: «un virus?! Perché?». A quel punto l’esperto frate, sapendo di aver attizzato la curiosità di noi giovani, iniziava a tessere il suo racconto. «Sì, è così: voi venite ad Assisi, pregate alla tomba di san Francesco, vi comprate il tau e addirittura ve lo mettete al collo! Pazzi: siete felici e cantate, ignari del pericolo che state correndo!!». La storia, che era partita come una battuta, sembrava farsi seria: «padre Alessandro, dicci di che pericolo si tratta…». E lui, con un sorriso sornione: «…ma quello di venire contagiati dal “franciscocco”, il virus francescano!».
La risata generale non riusciva a chiudere il racconto del nostro frate, che ci sapeva fare nell’intrattenere i giovani e nel farli appassionare al carisma del Poverello. «Mentre voi ragazzi entrate in contatto con il mondo francescano, le sue preghiere, i suoi simboli, piano piano, senza che ve ne accorgiate, vi lasciate toccare il cuore da queste cose. È proprio così che il franciscocco fa breccia in voi e non vi dà scampo! Vi innamorate delle vicende di Francesco e Chiara, della loro vita vissuta radicalmente sulle orme dell’Altissimo e bon Signore, e vi viene perfino voglia di imitarli. La spiritualità francescana diventerà fondamentale per voi, e correte il rischio che vi cambi radicalmente, dal profondo. Vedete com’è pericoloso questo virus?!».
Di fronte a questa giocosa ironia francescana non posso che sorridere ancora oggi, magari con un po’ di nostalgia per quel padre che adesso è in cielo. Ma devo anche dire che p. Alessandro aveva ragione.
«Stai attento!», mi diceva. E in effetti io il virus l’ho preso! Non ho smesso di frequentare Assisi, la Basilica del Santo a Padova e tutti quei conventi con alta concentrazione di bacilli vocazionali. Oggi, mentre scrivo queste righe, sono un frate da una dozzina di anni: il francescanesimo non mi è “passato”; anzi, mi ha preso il cuore… e la vita. Non solo: desidero che anche molti altri giovani possano rimanere contagiati dal Vangelo di Cristo e dal carisma meraviglioso di Francesco d’Assisi.
Quindi se mi incontraste e vi dicessi «attenti al franciscocco!» non credetemi! In realtà spero che vi raggiunga e riempia di gioia anche voi.
fra Fabio – fabio.turris@gmail.com