Quasi ogni giorno mi viene chiesto a bruciapelo: “ma chi te lo fa fare di buttare via la tua vita così?“. Una domanda anche ragionevole dal punto di vista umano. Un frate, in effetti, “spreca” la sua vita: non si sposa, non avrà figli, rinuncia a tante cose, e tutto ciò che è e farà, sarà per gli altri e per il Signore in un donarsi continuo e gratuito!
Per tentare una risposta vi ripropongo una riflessione sul significato di ogni vocazione cristiana. “Diventare frate” infatti, ha a che fare con il nostro battesimo e rimanda ad una chiamata e missione che in realtà accomuna ogni credente, qualsiasi strada di vita intraprenda: l’amore!
È l’amore la sorgente di ogni vocazione, e l’amore sa esprimersi in tante sfaccettature e sfumature e gradualità, raggiungendo talvolta picchi estremi e radicali, orizzonti sconfinati, vette altissime… da brivido! Qui trova senso anche la vocazione del frate, la vocazione francescana!
San Francesco spesso ripeteva in lacrime: «l’amore non è amato». San Massimiliano Kolbe, facendogli eco diceva: «solo l’amore crea, solo l’amore è forza creatrice». Santa Teresa del Bambino Gesù, giovanissima carmelitana (muore a soli 24 anni) così spiega la sua scelta radicale, dopo una lunga ricerca interiore: «la mia vocazione, infine io l’ho trovata! Nel cuore della Chiesa mia madre, io sarò l’amore». Vale a dire: è l’amore il centro della vita cristiana, è l’amore il cuore e il motivo di ogni vocazione e chiamata.
Per meglio comprendere questa verità riprendiamo sinteticamente una catechesi (vedi testo integrale) proposta da papa Francesco nel giubileo dei ragazzi (aprile 2016) in cui ha commentato una frase del Vangelo di Giovanni (Gv 13,35) « da questo sapranno che siete miei discepoli: se avrete amore gli uni per gli altri».
L’amore è sempre concreto
Per il papa, «l’amore è la carta d’identità del cristiano» ed esso, per essere autentico, deve esprimersi in gesti, scelte, fatti reali e visibili: «L’amore è sempre concreto. Chi non è concreto e parla dell’amore fa una telenovela, un teleromanzo». Occorre dunque «metterci alla scuola di Gesù, che è una scuola di vita per imparare ad amare».
Certo, «amare è bello, è la via per essere felici. Però non è facile, è impegnativo, costa fatica». Amare, infatti, «vuol dire donare, non solo qualcosa di materiale, ma qualcosa di sé stessi: il proprio tempo, la propria amicizia, le proprie capacità». Il papa ha invitato i giovani a guardare al Signore: «Guardiamo al Signore, che è invincibile in generosità ».
Ogni giorno «Egli ci dona la sua amicizia fedele, che non ci toglierà mai. E’ l’amico per sempre, il Signore. Anche se tu lo deludi e ti allontani da Lui, Gesù continua a volerti bene e a starti vicino, a credere in te più di quanto tu creda in te stesso. Questa è la concretezza dell’amore che ci insegna Gesù».
Quindi il papa ha proseguito: «Il Signore è sempre con te ed è contento di stare con te. Come fece con i suoi giovani discepoli, ti guarda negli occhi e ti chiama a seguirlo, a “prendere il largo” e a “gettare le reti” fidandosi della sua parola, cioè a mettere in gioco i tuoi talenti nella vita, insieme con Lui, senza paura. Gesù ti aspetta pazientemente, attende una risposta, attende il tuo “sì”»
L’amore non è mai possessivo
Per il papa si tratta di imparare ad «amare le persone senza volerle come proprie, ma lasciandole libere. Perché l’amore è libero! (…) C’è sempre infatti la tentazione di inquinare l’affetto con la pretesa istintiva di prendere, di “avere” quello che piace; e questo è egoismo. E anche la cultura consumistica rafforza questa tendenza. Ma ogni cosa, se la si stringe troppo, si sciupa, si rovina: poi si rimane delusi, con il vuoto dentro. Il Signore, se ascoltate la sua voce, vi rivelerà il segreto della tenerezza: prendersi cura dell’altra persona, che vuol dire rispettarla, custodirla e aspettarla. E questa è la concretezza della tenerezza e dell’amore».
Il santo padre ha poi sviluppato il tema complementare della libertà spiegando che «La libertà non è poter sempre fare quello che mi va: questo rende chiusi, distanti, impedisce di essere amici aperti e sinceri; non è vero che quando io sto bene tutto va bene. No, non è vero. La libertà, invece, è il dono di poter scegliere il bene: questa è libertà. E’ libero chi sceglie il bene, chi cerca quello che piace a Dio, anche se è faticoso, non è facile».
Ha quindi esortato i ragazzi presenti così: «Solo con scelte coraggiose e forti si realizzano i sogni più grandi, quelli per cui vale la pena di spendere la vita. Scelte coraggiose e forti. Non accontentatevi della mediocrità, di “vivacchiare” stando comodi e seduti; non fidatevi di chi vi distrae dalla vera ricchezza, che siete voi, dicendovi che la vita è bella solo se si hanno molte cose».
Come crescere nell’amore?
Per il Papa, «il segreto è ancora il Signore». Si tratta di vivere prima di tutto i l sacramento dell’Eucarestia e della Confessione per chè è lì, infatti che «impariamo ad accogliere il suo Amore, a farlo nostro, a rimetterlo in circolo nel mondo. E quando amare sembra pesante, quando è difficile dire di no a quello che è sbagliato, guardate la croce di Gesù, abbracciatela e non lasciate la sua mano, che vi conduce verso l’alto e vi risolleva quando cadete».
Ha quindi concluso il suo intervento con queste parole: «Siete chiamati a costruire così il futuro: insieme agli altri e per gli altri, mai contro qualcun altro! Farete cose meravigliose se vi preparate bene già da ora, vivendo pienamente questa vostra età così ricca di doni, e senza aver paura della fatica. Fate come i campioni sportivi, che raggiungono alti traguardi allenandosi con umiltà e duramente ogni giorno. Il vostro programma quotidiano siano le opere di misericordia: allenatevi con entusiasmo in esse per diventare campioni di vita, campioni di amore! Così sarete riconosciuti come discepoli di Gesù. Così avrete la carta d’identità di cristiani. E vi assicuro: la vostra gioia sarà piena».
E tu? Hai dei grandi sogni? Forse il signore chiama anche te a donarti senza riserve? A diventare un “campione di amore autentico“?! Forse in cuor tuo è già risuonato un suo invito?
fra Alberto – info@vocazionefrancescana.org