Ogni anno, il 27 Gennaio, ritorna la “Giornata della Memoria”, istituita per ricordare le vittime della Shoah nell’anniversario della liberazione del campo di sterminio tedesco di Auschwitz (27 Gennaio 1945).
In memoria di fra Placido Cortese
A Padova la “Giornata della memoria” è stata preceduta, il 21 gennaio, da una commovente celebrazione: la collocazione di quattro “Pietre d’inciampo”, in ricordo di tre Ebrei (Celina Trieste, deportata e uccisa alla Risiera di San Sabba di Trieste; Ester Giovanna Colombo e Guido Usigli, deportati e uccisi ad Auschwitz); e insieme, in ricordo del nostro fra Placido Cortese, frate del convento del Santo, rapito dalle “SS” e ucciso nella sede della Gestapo a Trieste (Novembre 1944) dopo lunghe torture (qui altre notizie su di lui).
Assassinato per amore
Il luogo scelto, appena fuori del sagrato della Basilica di Sant’Antonio, là dove Fra Placido venne arrestato dalla polizia nazista e condotto verso la sua passione e morte.
Più volte ho avuto l’occasione di presentare l’opera di fra Placido in favore di ebrei , rifugiati, prigionieri politici durante il periodo tragico che seguì all’armistizio del 8 settembre 1943: un’azione che portò a salvezza più di 300 persone, ma che gli costò la vita.
Una “pietra d’inciampo” per non passare oltre
La “pietra di inciampo” consiste in una piccola targa d’ottone (10x10cm), posta per terra in prossimità dell’abitazione o del luogo in cui la persona perseguitata dal nazismo è stata fatta prigioniera. Su di essa sono incisi il suo nome, la data di nascita, il luogo di deportazione, e la data di morte.
Si intende in tal modo ridare un volto e un’identità a quanti i nazisti uccisero, violentarono, annientarono nella loro ideologia disumana. La pietra vuole essere per il passante un invito a “non passare oltre”, bensì ad “inciampare” e dunque a riflettere e fare memoria di tragici fatti e persone che rischiano di essere dimenticati. Un richiamo forte per ciascuno perché eventi simili non si ripetano mai più
L’espressione “Pietra d’inciampo” è mutuata dalla Bibbia (Isaia e Prima Lettera di Pietro) e ripresa dall’Apostolo Paolo nella Lettera ai Romani (9,33): “Ecco, io pongo in Sion una pietra d’inciampo e un sasso che fa cadere; ma chi crede in lui non sarà deluso”.
Una “Pietra d’inciampo” per la nostra coscienza
Ora una “Pietra d’inciampo” ricorda anche il nostro fra Placido Cortese.
Ora una “Pietra d’inciampo” tocca anche la tua, la nostra coscienza invitandoci a mai girarci dall’altra parte di fronte alle ingiustizie, a mai bendarci gli occhi per non prendere posizione di fronte a violenze e soprusi, a mai oscurare la voce interiore del bene di fronte al male, a mai fuggire quando un povero ci tende la mano chiedendo aiuto o sostegno.
Al Signore Gesù sempre la nostra lode.
fra Alberto – fraalberto@vocazionefrancescana.org
PS: qui se volete visitare il sito dedicato a padre Placido!