Il papa col nome del santo di Assisi ha scritto un messaggio al nostro ministro generale per ricordare un episodio storico: nel 1220 fu accolto nella famiglia serafica frate Antonio, un giovane di 25 anni che avrebbe fatto parlare di sé.
In questi giorni di tredicina, particolarmente dedicati al Santo di Padova, sta rimbalzando la notizia di uno scritto che papa Francesco ha indirizzato all’Ordine dei Frati Minori Conventuali, nella persona del ministro generale, frate Carlos Trovarelli – argentino con un cognome italiano, come Bergoglio, e 120° successore di san Francesco, santo di cui il pontefice porta il nome.
La breve ma intensa lettera è datata 15 febbraio 2020, e si aggancia non a caso al martirio dei primi frati francescani che furono mandati in Marocco dal Poverello e furono martirizzati proprio a metà febbraio del 1220. Il papa ricorda questo fatto e il suo stretto legame con la vicenda del giovane Fernando: proprio da lì egli riceve uno “scossone vocazionale” che gli fa rompere gli indugi e gli fa prendere coraggio. Fernando lascia i canonici regolari agostiniani e chiede di essere accolto tra i seguaci di san Francesco, e mentre cambia l’abito, simbolicamente, muta anche il nome. Da quel fatidico 1220 tutti lo ricorderanno come frate Antonio (da Lisbona e “di Padova”).
Citando le parole del papa, il ventenne Fernando «si decise a dare una svolta alla propria vita». Per questo il successore di Pietro augura anche a ciascuno di noi – frati, giovani in cammino, devoti di tutto il mondo – di sperimentare una certa… inquietudine! Sì, la stessa «santa inquietudine» che condusse Antonio sulle strade del mondo a testimoniare l’amore di Dio, con parole ed opere.
«Penso soprattutto ai giovani: questo Santo antico, ma così moderno e geniale nelle sue intuizioni, possa essere un modello da seguire per rendere fecondo il cammino di ciascuno»
Il testo completo della lettera è stato pubblicato dal Messaggero di sant’Antonio, e merita di essere letto. Mi limito a sottolineare che papa Francesco in un punto si rivolge direttamente ai giovani, indicando S. Antonio come modello molto attuale, perché «moderno e geniale nelle sue intuizioni». Seguire i suoi passi può davvero «rendere fecondo il cammino di ciascuno».
Che il cammino vocazionale di ognuno di noi possa davvero essere “condito” non tanto di falsa tranquillità, ma di santa inquietudine, grazie alla quale possiamo metterci in moto, seguendo il Signore nelle strade della nostra quotidianità.
Pace e bene!
fra Fabio – frafabio@vocazionefrancescana.org