Credo che tutti ci siamo chiesti qualche volta da dove sgorghi la vocazione, quale ne sia l’origine e la sorgente. Lo Spirito santo è il fuoco di ogni scelta per il Signore, la scintilla di ogni ricerca e chiamata all’Amore, il dono necessario per ogni cammino di discernimento vocazionale.
La Pentecoste
Domenica 1 giugno, abbiamo celebrato la festa di Pentecoste!
Ogni anno, in tale occasione, riascoltiamo le fiammanti parole del racconto di Pentecoste negli Atti degli Apostoli, che consiglio di leggere per intero ( Atti 2, 1-48 ).
Mentre stava compiendosi il giorno della Pentecoste, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all’improvviso dal cielo un fragore, quasi un vento che si abbatte impetuoso, e riempì tutta la casa dove stavano. Apparvero loro lingue come di fuoco, che si dividevano, e si posarono su ciascuno di loro, e tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersi. Abitavano allora a Gerusalemme Giudei osservanti, di ogni nazione che è sotto il cielo. A quel rumore, la folla si radunò e rimase turbata, perché ciascuno li udiva parlare nella propria lingua. Erano stupiti e, fuori di sé per la meraviglia, dicevano: «Tutti costoro che parlano non sono forse Galilei? E come mai ciascuno di noi sente parlare nella propria lingua nativa? Siamo Parti, Medi, Elamìti; abitanti della Mesopotàmia, della Giudea e della Cappadòcia, del Ponto e dell’Asia, della Frìgia e della Panfìlia, dell’Egitto e delle parti della Libia vicino a Cirène, Romani qui residenti, Giudei e prosèliti, Cretesi e Arabi, e li udiamo parlare nelle nostre lingue delle grandi opere di Dio». Tutti erano stupiti e perplessi, chiedendosi l’un l’altro: «Che significa questo?». Altri invece li deridevano e dicevano: «Si sono ubriacati di mosto». Allora Pietro, levatosi in piedi con gli altri Undici, parlò a voce alta così: «Uomini di Giudea, e voi tutti che vi trovate a Gerusalemme, vi sia ben noto questo e fate attenzione alle mie parole: Questi uomini non sono ubriachi come voi sospettate, essendo appena le nove del mattino. Accade invece quello che predisse il profeta Gioele:
Negli ultimi giorni, dice il Signore,
Io effonderò il mio Spirito sopra ogni persona;
i vostri figli e le vostre figlie profeteranno,
i vostri giovani avranno visioni
e i vostri anziani faranno dei sogni.
E anche sui miei servi e sulle mie serve
in quei giorni effonderò il mio Spirito ed essi
profeteranno. (…)( Atti 2,1-18 )
Una vicenda incredibile! Una storia per nulla fine a sé stessa, che non possiamo limitarci a dire: “ok… la conosco“, “l’ho già sentita”! Il racconto della Pentecoste, della discesa dello Spirito santo, non è semplicemente da “conoscere“, ma da “credere“, da “vivere”.
Lo Spirito sugli Apostoli e Maria
All’inizio del tempo della Chiesa, su dei discepoli ancora segnati dal dolore e dalla paura della Passione, attoniti e increduli di fronte alla Risurrezione e titubanti rispetto alla missione che li attende, lo Spirito santo fa irruzione per donare loro vita e coraggio. Visita i discepoli riuniti: la comunità è fecondata dallo Spirito di Dio. Come nell’Antico Testamento, c’è un rombo, una folata di vento, lingue di fuoco, … segni straordinari che dicono la presenza di Dio. Il testo riporta che: “Erano tutti pieni di Spirito Santo“.
Anche a Maria, nell’Annunciazione, accade qualche cosa di analogo: l’angelo la saluta come la “piena di grazia”. Dello Spirito di Dio ella sarà interamente “riempita” e ricolmata; per il suo Sì, darà alla luce il figlio Gesù. Allo stesso modo la Chiesa, piena di Spirito santo, è chiamata a rinnovare ogni giorno il Sì di Maria, generando e offrendo Gesù al mondo.
Lo Spirito continua ad agire e soffiare
Anche le vocazioni del 21 ° secolo sono suscitate e generate sempre dalla medesima forza dello Spirito: un soffio potente, che nonostante tutto, continua a toccare le nostre comunità e il cuore di tanti giovani.
Lo Spirito Santo non cessa mai di manifestarsi
e chiamare all’Amore.
E’ Lui, infatti, che misteriosamente sempre bussa e invita a mettersi alla sequela di Gesù, a diventare nel suo nome nuovi missionari ed evangelizzatori; è Lui che dà la forza e l’audacia di lasciare la propria casa e gli affetti e i propri progetti per testimoniare, per andare ad annunciare la Buona Novella.
E’ Lui che sa dare senso e ricolma dell’amore di Dio tanti cuori desolati e vuoti, tanti cuori affaticati e stanchi, senza una meta. Lo Spirito riempie, rassicura, consola, protegge, guarisce, feconda, rigenera, riscalda, chiama e invia….
Lasciamo dunque cadere ogni nostra resistenza al suo manifestarsi in noi, demoliamo ogni muro difensivo in cui ci siamo arroccati per paura.
Dio ci dona il soffio del suo Spirito per sentirci amati da Lui e avere noi pure, il coraggio e la gioia di amare: senza amore la nostra vita è persa, non vale nulla.
Lo Spirito chiama ad una vita piena
Rispondere alla vocazione francescana, diventare frate, significa allora proprio questo: riconoscere l’amore di Dio in noi e per noi e testimoniare e comunicare questa esperienza d’amore e di bene ad ogni persona. Una scelta di vita, dunque, davvero piena e realizzata!
Al Signore Gesù sempre la nostra lode.
fra Alberto – fraalberto@vocazionefrancescana.org
testo ispirato da una catechesi in : Vocationfranciscaine