Ogni vocazione, ogni chiamata e mandato del Signore (andate… evangelizzate… battezzate.. insegnate..) è sempre accompagnato dalla paura dell’uomo e da una promessa del Signore che assicura: «Non temere, io sono con te».
Dal Vangelo secondo Matteo (28, 16-20)
Gli undici discepoli, intanto, andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro fissato. Quando lo videro, gli si prostrarono innanzi; alcuni però dubitavano. E Gesù, avvicinatosi, disse loro: «Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra. Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».

Io sono con voi
A Giacobbe in viaggio verso una terra ignota Dio garantisce: «Io sono con te e ti proteggerò dovunque andrai, non ti abbandonerò» (Gn 28,15); a Israele deportato a Babilonia dichiara: «Tu sei prezioso ai miei occhi e io ti amo. Non temere perché io sono con te» (Is 43,4-5); a Mosè che obietta: «Chi sono io per andare dal faraone e per fare uscire gli israeliti dall’Egitto?», risponde: «Io sarò con te» (Es 3,1 1- 12); a Paolo che a Corinto è tentato di scoraggiarsi, il Signore dice: «Non aver paura, perché io sono con te e nessuno cercherà di farti del male» (At 18,9-10).
Ecco, io sono con voi tutti i giorni,
fino alla fine del mondo
Una presenza vera e personale
«Ecco, io sono con voi» (cfr. Mt 28,20). La frase riportata sopra nel vangelo è di una semplicità assoluta, ma il suo mistero è grande. Direi che sotto un certo profilo è il centro di tutto il mistero. «Io sono con voi»; a prendere questa affermazione sul serio, tutto cambia. Certo non è un’espressione retorica, come quando diciamo che gli eroi della patria o delle lotte sociali o della solidarietà umana vivono in eterno in mezzo al loro popolo; che è in fondo un modo gentile per dire che sono morti. Questi pietosi tentativi di illudere e di illudersi non sono nello stile del Signore. Gesù è realmente con noi, e la percezione di questa presenza vera e personale mi sconvolge. Chi è quest’uomo che ha segnato di sé tutta la mia vita, la mia unica vita; quest’uomo che ha condizionato e condiziona tutti i miei pensieri e le mie decisioni; quest’uomo invisibile che afferma di essere sempre con me?
Una presenza talvolta dal volto velato
È strano: ci sono momenti in cui la sua è la presenza di uno con il volto velato. Non ne so niente. Eppure su di lui ho giocato la mia esistenza. E ci sono momenti in cui mi sembra di non conoscere nessuno come lui. Ignoro il colore dei suoi occhi, il timbro della sua voce, il gesto della sua mano; eppure so che lo ravviserò all’istante, come un vecchio amico che si incontri tra la folla. Gesù è sempre con noi: questo è il fondamento della nostra fiducia, ma non motiva nessuna spavalderia.
Una presenza fedele
Gesù è con noi, ma non è detto che noi siamo sempre con lui. Ci è garantita la fedeltà di Cristo, ma non ci è garantita la nostra. «Il Figlio dell’uomo, venendo, troverà la fede sulla terra?» (Lc 18,8).
È certo che ogni nostra serenità si fonda su questa arcana immanenza del Signore Gesù. La ricerca di qualunque altro appoggio inquina la genuinità della nostra speranza e ci prepara a delusioni penose anche se purificatrici.
Una presenza da saper vedere
Gesù è sempre con noi: il dramma della solitudine diventa, nell’uomo che non si chiude, un appello alla fede. Si tratta di saper vedere questo compagno di viaggio che non ci lascia mai.
La tristezza che deriva dall’essere soli è forse la tentazione più radicale. L’uomo è essenzialmente qualcuno che aspira a entrare in comunione. Se ogni comunione appare impossibile, l’anima soffre di una mutilazione innaturale e arriva a disperarsi. Perciò questa finale del Vangelo di Matteo contiene una delle verità più preziose per la vita ecclesiale e con essa un discepolo del Signore deve di continuo tornare a commisurarsi.
Una presenza salvifica
Il cielo dello spirito è ancora più mutevole di quello che sta sulle nostre teste. I nostri giorni sono sempre diversi. Ma nessun giorno è senza Cristo, nessun giorno è incompatibile con la sua presenza salvifica.
Al Signore Gesù sempre la nostra lode.
fra Alberto – fraalberto@vocazionefrancescana.org

Articolo tratto da una catechesi del Cardinal Giacomo Biffi.