Condivido oggi la lettera inviatami da Gianni, un ragazzo di Roma, in cui mi parla del suo percorso di vita e di discernimento, come del suo imminente ingresso in una comunità di accoglienza vocazionale per sperimentare più da vicino la nostra vita francescana. Ringraziandolo per la testimonianza vocazionale che ci ha regalato, invito tutti a sostenerlo con la nostra preghiera, affidandolo al Signore Gesù.
A Lui sempre la nostra Lode.
fra Alberto – fraalberto@vocazionefrancescana.org
Caro fra Alberto,
ormai da parecchio seguo il tuo blog: grazie! Mi è stato davvero utile in tanti passaggi! A gennaio entrerò in una comunità di accoglienza vocazionale per un’esperienza di vita insieme ai frati francescani. Non so se diventerò frate, ma ho capito che la mia vita di prima non mi basta più e intendo perciò spenderla nell’amore, nel donarmi per il Signore e per gli altri. Mi sono molto ritrovato in un tuo recente post in cui parli di ferite come seme di vocazione. Ho pensato perciò di inviarti qualche riga sulla mia ricerca e il mio percorso vocazionale, forse immaginando che le mie parole possano essere utili anche ad altri ragazzi.
Per tanto tempo, lo ammetto, la stessa parola vocazione (che da adolescente era qualche volta risuonata in me) mi ha infastidito e l’ho rifuggita con determinazione, accantonando insieme la mia fede e inseguendo freneticamente i miei progetti di studio e lavoro e di realizzazione personale.
Ho dunque concluso i miei studi in ingegneria energetica trovando subito un ottimo lavoro in una multinazionale e buttandomi a capofitto in tutto ciò che mi attirava e piaceva e potevo finalmente permettermi. Tanti entusiasmi e voglia di spaccare il mondo, di prendere e godermi tutto ciò che la vita mi poteva offrire, insieme però a un ritrovarmi spesso insoddisfatto e incompleto, con una sete dentro, mai pienamente saziata.
Ma poi, piano piano, forse anche per essere caduto in molti errori e avere percorso ostinatamente varie strade illusorie alla ricerca di chissà quale impossibile felicità (viaggi, carriera, sport, palestra, amicizie e storie d’amore superficiali ed egoiste..), il Signore ha riaperto una piccola breccia nel mio cuore. Questo spiraglio è stato caratterizzato all’inizio da una semplice preghiera mattutina in metro andando al lavoro, iniziata un po’ per caso, probabilmente per lenire la sofferenza sommersa che stava riemergendo.
Ho scoperto ben presto come questo piccolo spazio dell’anima, questo momento spirituale fosse l’unico modo per avere un po’ di quel conforto che mi mancava, di quella consolazione e un po’ di luce che non avevo nelle giornate frenetiche e vuote che stavo ormai conducendo. Via via per questa breccia mi sono trovato a lasciar entrare sempre un po’ di più il Signore che fino ad allora avevo praticamente escluso dalla mia vita. Ho così rimesso piede in chiesa; ricordo una “prima” toccante confessione, una “prima” messa dopo anni di lontananza e il riaffiorare un po’ “fastidioso” della parola vocazione…

Mi sono affidato con tanto tremore anche ad un frate chiedendogli di accompagnarmi e farmi un po’ da guida spirituale e recuperare e crescere nella fede che avevo perduto da troppo. La scorsa estate, con altri ragazzi, abbiamo fatto un pellegrinaggio di una settimana a piedi verso Assisi dalla Verna: un’esperienza bellissima, davvero francescana! Un momento di svolta! Giunto alla Porziuncola, stanchissimo, in quella chiesetta ho avuto la percezione chiara di sentirmi abbracciato e voluto bene… di un bene immenso! Alla Porziuncola qualcuno aspettava proprio me!! Ho pianto tanto mentre si faceva avanti un pensiero più chiaro: che la direzione e il senso da dare alla mia vita (la vocazione appunto!) non era quel qualcosa che fino ad allora mi ero inventato e avevo deciso da solo, unicamente da me stesso. Era giunto ormai il tempo di mettermi in ascolto, di assumere una disponibilità umile e disarmata di fronte al Signore e al suo vangelo e alla sua dolce e amorevole proposta di vita per me: un invito a seguirlo che era ritornato nel cammino verso Assisi a farsi sentire e bussare al mio cuore e che ora dovevo finalmente assumere e guardare più da vicino, senza scappare!
Ho iniziato da allora un dialogo più intenso con il Signore, cercando di crescere nella familiarità con Lui, soprattutto dedicando più spazio alla preghiera intima, alla preghiera del cuore. Solo con la preghiera è possibile trovare ciò che Dio vuole da noi: questo ormai mi è chiaro! Nella preghiera, lo Spirito Santo ci rende capaci di ascoltare e percepire la voce di Colui che ci chiama con il nostro nome e da sempre ci conosce e ci mostra la via. Anche per Francesco d’Assisi è stato così e il cammino dalla Verna alla Porziuncola è stato per me come rinnovarne i passi!
Fondamentale è stato l’aiuto di fra Matteo, la mia guida spirituale! E così, caro fra Alberto, ecco in sintesi il mio cammino e la mia ricerca di vita. Fra pochi giorni sarà Natale: il Signore ci viene incontro, si fa trovare, è il “Dio con noi”! E’ l’esperienza in realtà da me fatta in questi ultimi mesi.
Mi accingo a gennaio a varcare la soglia del convento, per un nuovo pellegrinaggio, per sperimentare più da vicino la vita francescana (ho chiesto l’aspettativa dal lavoro con grande meraviglia di tutti!); non so bene dove arriverò, ma ho il cuore in pace e sono nella gioia.
So che il Signore mi sarà sempre vicino! Ti chiedo una preghiera per me e il mio discernimento.
Grazie di cuore per quello che fai per tanti giovani come me.
Gianni – info@vocazionefrancescana.org