Oggi vi propongo la testimonianza di un giovane, Stefano, che a fine anno, ad Assisi, si è prestato come volontario al campo-giovani che solitamente viene proposto dai nostri frati della Basilica di san Francesco (29 dicembre-1 gennaio).
Mi piace qui condividere la sua esperienza e le sue riflessioni. “Il servizio“, la “gratuità“, il “dono di sè” sono elementi fondamentali di ogni ricerca vocazionale seria e autentica (oltre a vedere cosa offrono e propongono i frati ai giovani). Se manca questa apertura e disponibilità, mi pare difficile ci possa essere un’autentica chiamata del Signore. Meditate dunque fratelli..meditate!
fra Alberto – fraalberto@vocazionefrancescana.org
Benché il 31 dicembre sia una data del tutto convenzionale per abbandonarsi al resoconto dei mesi trascorsi e alla pratica liberatoria dei “buoni propositi” per l’anno a venire, il Capodanno può rappresentare un importante momento di riflessione su di sé, oltre che una mera festa affollata da spumanti, stelline e lenticchie.
Passare in rassegna il proprio vissuto significa adottare una prospettiva critica che aiuta a guardare al futuro in modo più maturo e consapevole. Il Capodanno diventa così un’occasione significativa, soprattutto per chi sente il bisogno di “rimettersi in carreggiata”, una ricorrenza che merita un’attenta progettualità estesa ben oltre le portate del cenone o la marca dello spumante per il brindisi di mezzanotte. Assicurarsi di condividere questo momento con belle persone per intrecciare discorsi stimolanti rappresenta, infatti, un ottimo modo per valorizzare un tempo importante di cui spesso rimane solo un flebile ricordo…complice qualche bicchiere di troppo.
Come si può ben pensare, la figura di San Francesco rappresenta, ancora una volta, un valido spunto di riflessione. Lui, che di feste e baldorie è stato in gioventù un gran frequentatore, è il protagonista, da ormai alcuni anni, degli incontri invernali intitolati “I Care” proposti per giovani dai 20 ai 28 anni dai Frati Minori Conventuali ad Assisi, presso la basilica di san Francesco.
Il tema dell’edizione 2018 è stato particolarmente significativo in relazione al momento storico che stiamo
vivendo poiché dedicato alla sostenibilità, all’ecologia e alle relazioni etiche tra umano e non-umano sulla base della brillante enciclica “Laudato sì’” del 2015.
Nel mio peregrinare per il mondo come aficionado dell’O.F.M.Conv. mi sono ritrovato, in questa occasione, a figurare tra coloro che hanno potuto offrire un contributo concreto alla gestione delle numerose attività previste durante il campo, indossando con onore i panni del “volontario tuttofare”, una figura che ho sempre scrutato con interesse in precedenti proposte francescane a cui ho partecipato.
Assecondando le mie aspettative iniziali – sempre fin troppo idealizzate – ero convinto che mi sarei limitato a svolgere umili lavori di pulizia sotto il peso dal rigoroso “silentium” che ci si aspetta all’interno del Sacro Convento. In realtà ho vissuto una fraternità allegra e spensierata, ritrovandomi a friggere panzerotti e a ballare “La bomba” in refettorio. Quando si dice: “le vie del Signore sono infinite”.
Stare nelle retrovie durante lo svolgimento del percorso mi ha però anche permesso di assumere una prospettiva privilegiata e di imparare molto osservando i veri protagonisti dell’esperienza, ragazzi simpatici e intelligenti che si sono messi alla prova decidendo di salutare l’inizio del nuovo anno prendendo parte a un’iniziativa non così scontata in questo periodo dell’anno.

Il volontario deve assicurarsi che il programma proceda nel migliore dei modi, lavorando in sordina perché tutto fili liscio e non ci verifichino intoppi tecnici. Ma sebbene non riesca a seguire interamente gli interventi o a prendere parte a tutte le attività previste, il volontario ha comunque la possibilità di vivere un’esperienza francescana forte, in modo alternativo, ma non meno intenso rispetto ai diretti partecipanti.
Quanto del “Cantico delle creature” si riflette nel ricordare ai ragazzi che plastica, carta e alluminio vanno
separati nei rispettivi contenitori? Quanta cura della “casa comune” traspare nell’assicurarsi che tutti i luoghi in cui si svolgeranno gli incontri siano puliti, ordinati e profumati? Quanta fraternità si palesa nel preparare la tavola e addobbare gli ambienti a festa?
Offrire il proprio tempo all’altro è un modo diverso per meditare sul carisma del Poverello e per comprendere quanto sia facile, bello e gratificante mettersi in servizio: se fatto in modo disinteressato e nell’ottica di contribuire a “far fare esperienza di Dio”, svegliarsi presto e andare a letto tardi, lavare pavimenti e pinzare fotocopie diventano tutt’altro che pesanti incombenze, quanto, piuttosto, momenti di svago. Se poi ciò viene condiviso con altri aficionados provenienti da ogni regione d’Italia, tutto si trasforma in puro godimento a riprova di quanto vivere in fraternità sia innanzitutto un piacere per se stessi.
Continuare a essere volontario è uno dei miei propositi per il nuovo anno. E intendo nel senso letterale del termine: “persona che liberamente, spontaneamente o gratuitamente, mette a disposizione la propria attività per gli altri”, come dice il dizionario.
Ma desidero che questo non valga soltanto ad Assisi.
Se il mondo è una casa comune, come ci ricorda il Papa Francesco, allora Assisi non è altro che una piccola stanza in quel palazzo enorme che chiamiamo “mondo”. Ed è già bella e sistemata. Al massimo ci si può fare la polvere. Nella grande casa che abitiamo rimangono invece tante altre stanze da ripulire, molte tavole da apparecchiare e ancor più cose da riparare. Questo è il vero servizio di cui è necessario occuparsi. Chiamo dunque a rapporto tutti quegli aspiranti volontari che si vogliono impegnare per far sì che insieme si possano creare le condizioni favorevoli per esperire, nel quotidiano, la gioia della condivisione e della fraternità, in un mondo più bello, pulito e accessibile a tutti.
Buon 2019!
Stefano
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