Siamo tutti sgomenti di fronte alle tristi notizie di questi giorni con i tragici attentati di Parigi e le atrocità perpetuate in Nigeria dai fondamentalisti islamici.
Senza addentrarmi in riflessioni complesse (di natura politica, economica, culturale..) di cui già si è parlato molto su tutti i mass-media, non posso non pensare come da secoli noi frati francescani ci troviamo a vivere una vicinanza e un confronto mai scontato col mondo musulmano. E’ san Francesco stesso, infatti, che da subito ha a cuore la missione fra “i saraceni e gli infedeli” inviando i suoi frati ad annunciare il Vangelo in terre soggette all’Islam e andando lui stesso in Terra Santa (al seguito di una Crociata) dove ha il coraggio di incontrare il Sultano.
Questa presenza francescana, si rivela presto pericolosa e difficile. Il 16 gennaio 1220 infatti 5 fraticelli inviati in Marocco subiscono il martirio a causa della loro predicazione evangelica. Francesco, all’annuncio dell’uccisione dei suoi frati esclama: «Ora posso dire con sicurezza di avere cinque Frati minori». Le salme vengono trasferite a Coimbra, in Portogallo. E’ in tale contesto che sant’Antonio di Padova che aveva conosciuto in precedenza i martiri al loro passaggio in Portogallo diretti in Marocco, ha la vocazione ad entrare nell’Ordine francescano.
Ma non posso non ricordare ancora la secolare e travagliata eppur tenace presenza francescana nella terra di Gesù con la Custodia dei luoghi santi. Non posso non pensare agli amici frati che anche oggi, con coraggio e mitezza, continuano a testimoniare il Vangelo in Palestina, Libano, Giordania, Siria, Turchia e in tutto il Medio Oriente….
Riporto di seguito alcune indicazioni dello stesso Francesco, sul modo di rapportarsi e relazionarsi dei frati con “i saraceni”: un modo controcorrente e scomodo, un modo assolutamente e radicalmente evangelico! Vi invito cari fratelli in questi giorni a pregare per tutte le vittime del terrorismo così come per i persecutori, vi invito a pregare per i frati in terre islamiche, vi invito a pregare per la pace e la riconciliazione e il dialogo fra i popoli e le culture.
Che san Francesco ci guidi ancora in questo difficile, ma necessario cammino e compito a noi francescani particolarmente affidato. Al Signore Gesù sempre la nostra lode.
fra Alberto – fraalberto@vocazionefrancescana.org

Il capitolo XXII della Regola non bollata di San Francesco d’Assisi inizia con la seguente esortazione ai frati. Mi pare quanto mai attuale, pur essendo stata scritta nel 1220, dopo la permanenza del Santo in Egitto tra i crociati e i musulmani, dove ebbe il coraggio di andare ad annunciare il Vangelo al Sultano: O frati tutti, riflettiamo attentamente che il Signore dice: “Amate i vostri nemici e fate del bene a quelli che vi odiano” (Mt 5,44), poiché il Signore nostro Gesù Cristo, di cui dobbiamo seguire le orme (Cfr. 1Pt 2,21), chiamò amico (Cfr. Mt 26,50) il suo traditore e si offrì spontaneamente ai suoi crocifissori. Sono, dunque, nostri amici tutti coloro che ingiustamente ci infliggono tribolazioni e angustie, ignominie e ingiurie, dolori e sofferenze, martirio e morte, e li dobbiamo amare molto poiché, a motivo di ciò che essi ci infliggono, abbiamo la vita eterna.
Al capitolo XVI della stessa Regola, Francesco dava anche le sue dettagliate istruzioni per i religiosi che intendevano andare missionari “tra i Saraceni e gli altri infedeli“. La memoria del santo Poverello recupera tutte le citazioni evangeliche necessarie per sostenere i suoi fratelli nell’intento di portare Cristo a coloro che ne sono privi, anche a costo della vita. Portare a tutti il regalo del Vangelo è il primo scopo della vita francescana: per questo lo si deve vivere, perché altrimenti non si sarebbe nemmeno credibili.
Cap. XVI: Di coloro che vanno tra i saraceni e gli altri infedeli
1 Dice il Signore: “Ecco, io vi mando come pecore in mezzo ai lupi. 2 Siate dunque prudenti come serpenti e semplici come colombe” (Mt 10,16). 3 Perciò qualsiasi frate che vorrà andare tra i Saraceni e altri infedeli, vada con il permesso del suo ministro e servo. 4 Il ministro poi dia loro il permesso e non li ostacoli se vedrà che sono idonei ad essere mandati; infatti dovrà rendere ragione al Signore (Cfr. Lc 16,2), se in queste come in altre cose avrà proceduto senza discrezione. 5 I frati poi che vanno fra gli infedeli, possono comportarsi spiritualmente in mezzo a loro in due modi. 6 Un modo è che non facciano liti o dispute, ma siano soggetti ad ogni creatura umana per amore di Dio (1Pt 2,13) e confessino di essere cristiani. 7 L’altro modo è che quando vedranno che piace al Signore, annunzino la parola di Dio perché essi credano in Dio onnipotente Padre e Figlio e Spirito Santo, Creatore di tutte le cose, e nel Figlio Redentore e Salvatore, e siano battezzati, e si facciano cristiani, poiché, se uno non sarà rinato per acqua e Spirito Santo non può entrare nel regno di Dio (Gv 3,5).

8 Queste ed altre cose che piaceranno al Signore, possono dire ad essi e ad altri; poiché dice il Signore nel Vangelo: “Chi mi riconoscerà davanti agli uomini, io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli” (Mt 10,32); 9 e: “Chiunque si vergognerà di me e delle mie parole, il Figlio dell’uomo si vergognerà di lui, quando tornerà nella gloria sua e del Padre e degli angeli” (Lc 9,26). 10 E tutti i frati, ovunque sono, si ricordino che si sono donati e hanno abbandonato i loro corpi al Signore nostro Gesù Cristo. 11 E per il suo amore devono esporsi ai nemici sia visibili che invisibili, poiché dice il Signore: “Colui che perderà l’anima sua per causa mia la salverà per la vita eterna” (Cfr. Lc 9,24.; Mt 25,46). 12 “Beati quelli che sono perseguitati a causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli (Mt 5,10). 13 Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi” (Gv 15,20). 14 E: “Se poi vi perseguitano in una città fuggite in un’altra (Cfr. Mt 10,23).
15 Beati sarete, quando gli uomini vi odieranno e vi malediranno e vi perseguiteranno e vi bandiranno e vi insulteranno e il vostro nome sarà proscritto come infame e falsamente diranno di voi ogni male per causa mia (Cfr. Mt 5,11 e 12); 16 rallegratevi in quel giorno ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli (Lc 6,23; Mt 5,12). 17 E io dico a voi, miei amici: non lasciatevi spaventare da loro (Cfr. Lc 12,4) 18 e non temete coloro che uccidono il corpo e dopo di ciò non possono far niente di più (Mt 10,28; Lc 12,4). 19 Guardatevi di non turbarvi (Mt 24,6). 20 Con la vostra pazienza infatti salverete le vostre anime (Lc 21, 19). 21 E chi persevererà sino alla fine, questi sarà salvo” (Mt 10,22; 24,13).
Testo preso da: www.cantualeantonianum.com