Ho ricevuto oggi da Andrea, un ragazzo di Lodi, (24 anni) una mail… in cui mi chiede se “i frati francescani... possono diventare anche missionari“. Certo che sì…! Ecco parte della lettera di Andrea con la mia risposta. Il Signore vi benedica.
A Lui ogni lode.
fra Alberto – fraalberto@vocazionefrancescana.org
Lettera di Andrea
Caro frate Alberto, sono Andrea da Lodi.. Grazie per il tuo blog così prezioso per noi giovani. Ho 24 anni e sto ormai concludendo la mia laurea in ingegneria meccanica (…). Ho sempre condiviso con mio fratello maggiore, fin dal liceo, una passione un pò alternativa per dei viaggi all’estero “atipici” e “avventurosi”, che ci ha portato a visitare alcuni paesi del Terzo mondo fra i più poveri, per quanto affascinanti. La scorsa estate siamo stati in Perù e Bolivia sulle Ande. Qui per un pomeriggio e una notte, in una località sperduta, in un villaggio indios a 4000 mt di altezza, abbiamo ricevuto ospitalità da una comunità di frati francescani (di origine polacca), ( la corriera su cui viaggiavamo aveva avuto un guasto). (…) Abbiamo solo intravisto e parlato un poco del loro lavoro e impegno religioso e sociale, nella chiesa, nella evangelizzazione, nelle scuole rurali.. nel dispensario.. Quei frati, mi hanno però molto colpito..; soprattutto la loro determinatezza, la gioia, la povertà e la dignità, l’amore, il loro modo di pregare. .Da un anno a questa parte, il pensiero spesso ritorna fra quei contadini indios a quei giovani frati che lassù vi spendono la vita. Molte domande sono sorte nel frattempo sul mio futuro e una fra tutte inaspettata : diventare missionario?? Non posso negare di avere avuto dentro di me fin da ragazzo qualche idea missionaria forse nata dai racconti “avventurosi” di un anziano prozio comboniano. Di sicuro, il ricordo di quei frati sulle Ande ha risvegliato in me qualche cosa che da sempre mi appartiene. Mi chiedo cosa mi succede interiormente: da tempo non sono un praticante fedele e la religione ha molti aspetti che non comprendo. Sento però di dover approfondire la questione e chiarirmi le idee, anche se ho più di qualche paura. Il nostro mondo occidentale non lo sopporto più..vorrei spendermi per qualche cosa di sensato e quei frati è come se mi abbiano mostrato la via!. Non sapevo poi che i francescani potessero diventare anche missionari. Ho sempre pensato a voi, lo confesso, come religiosi chiusi in un convento e comunque un pò antiquati e fuori dal mondo. Mi sa dire qualche cosa di più di questa dimensione? Dove siete presenti?
Grazie… preghi per me.
Andrea

Risposta di fra Alberto
Caro Andrea, grazie per avermi pescato nel Web e per la fiducia. Che bello il tuo racconto. Anch’io sono stato da giovane un amante dei viaggi avventurosi e un poco alternativi..: fanno bene al cuore e all’anima. Un viaggio di questo tipo, o un pellegrinaggio a piedi per es. a Santiago.. (come ho avuto la grazia di fare alcuni anni fa), ha sempre la capacità, di toccare corde interiori che altrimenti resterebbero mute. Nell’esperienza spirituale di molti santi, vi è il viaggio, il pellegrinaggio, come tempo di conversione, di incontro privilegiato con il Signore e i poveri e altri fratelli, tempo di decisioni e scelte.. Il viaggio, l’itineranza, furono una componente essenziale anche per S. Francesco..: lo spingeva la passione per il Signore, l’invito evangelico ad “andare in tutto il mondo”, il desiderio di annunciarlo e testimoniarlo a tutti, e a tutti voler portare un messaggio di pace e bontà e perdono e riconciliazione. La dimensione missionaria è dunque nel dna del frate francescano che per definizione è chiamato a non appropriarsi di nulla, ma ad andare per il mondo, da “pellegrino e forestiero” ad annunciare a tutti la Buona Novella di Gesù nostro Salvatore. Per questo noi siamo presenti nel mondo intero e ci trovi ovunque, nelle megalopoli e nei ricchi (ma spesso tanto aridi e poveri) paesi occidentali, così come nelle tremende periferie delle città africane, nei lebbrosari in Vietnam, fra gli indios andini, nel deserto del Cile, come fra i superburocrati sazi e tristi che frequentano la nostra chiesa di Bruxelles (da poco riaperta). Ovunque c’è una umanità assetata della Parola di Dio… ovunque vi è il cuore di qualcuno che attende l’incontro liberante con Gesù, e ovunque troverai un frate francescano!!! Ho piacere che tu sia entrato in contatto con i nostri frati “andini”, sia pure in circostanze singolari. In America Latina siamo presenti in quasi tutte le nazioni con varie modalità e in vari ambienti (parrocchie, ospedali, scuole, missioni).
Certamente particolare è la nostra presenza in territori poverissimi come quelli che hai visto…tra le popolazioni indie. Ho parlato poi nel blog ripetutamente anche della testimonianza dei nostri due giovani frati martiri a Pariacoto (in Perù), uccisi dai terroristi in odio alla fede. La missione, ricordalo bene, è sempre legata al martirio… così come la vocazione! Si tratta infatti di donare l intera vita per il Signore. Caro Andrea, perchè questa in realtà è la questione di fondo: per chi e per cosa pensi e vuoi spendere al tua vita!!?? Al riguardo, se in te resta viva la tensione missionaria e la vuoi verificare, servirà fare un cammino, un percorso di discernimento: è in gioco infatti la tua vita… non puoi scherzare! Qui al nord Italia noi frati francescani proponiamo il percorso del Gruppo san Damiano: un itinerario vocazionale (con altri ragazzi) per aiutare a capire la strada della vita. Insieme, ci si trova un fine settimana al mese: si prega, si ascolta, si condivide, si sogna.. ci si interroga… Un qualche cosa di molto, molto bello e utile. Pensaci! Ti manderò il calendario del nuovo corso (si riparte ad ottobre).(…) Ti aspetto anche per incontrarti personalmente qui alla Basilica del Santo dove vivo.
Ti segnalo poi anche una bella opportunità: il Corso/Esercizi spirituali vocazionali ad Assisi (dal 30 luglio al 4 agosto).
Carissimo, ancora ti ringrazio. Resto a disposizione per ogni chiarimento che riterrai opportuno.. Prego per te. Il Signore ti benedica
A Lui ogni Lode.
fra Alberto – fraalberto@vocazionefrancescana.org
