Oggi ho ricevuto una bellissima lettera da una ragazza di 21 anni, che dopo un’esperienza vocazionale ad Assisi lo scorso anno, ha maturato la scelta di entrare nel monastero di suore carmelitane. Riporto solamente un episodio per lei molto significativo: il martirio delle carmelitane avvenuto a Compiegne in Francia il 17 luglio del 1794.
Riporto della lettera di (…) solo una breve espressione che mi ha molto colpito:
“diventare suora è offrire la vita all’Amore”.
La ricordiamo nella preghiera insieme a tutte quelle ragazze e quei ragazzi che in questi mesi estivi stanno prendendo “la” decisione della loro vita.
Vi benedico.
fra Alberto – fraalberto@vocazionefrancescana.org
Suore Martiri di Compiègne: Carmelitane eroiche
Oggi, 17 luglio, la Chiesa ricorda 14 monache carmelitane (e due inservienti del monastero) vittime del terrore della Rivoluzione Francese. I rivoluzionari s’erano presentati alle porte del monastero come liberatori. Avevano anzi voluto interrogarle, una per una, perché potessero esprimere la loro gratitudine. Ma la più anziana aveva subito risposto «d’esser suora da 56 anni, e ne avrebbe desiderati altrettanti per consacrarli tutti al Signore». Le lasciarono in pace per qualche giorno e la priora ne approfittò per suggerire a tutte di offrire a Dio liberamente la vita «perché fosse restituita alla Chiesa quella libertà che Cristo le aveva acquistato». Il 12 settembre 1792 ricevettero l’ordine di abbandonare il monastero. Si dispersero nel quartiere, in quattro gruppi, continuando a osservare la regola e tenendosi in contatto con la priora. Nell’ottobre 1793 si scatenò il “grande Terrore” e fu approvata la legge che autorizzava la condanna a morte, in assenza di prove e di difensori, anche in base a dei sospetti.
Le monache vennero condannate per il loro «fanatismo». Interrogato sul significato della parola, il famigerato giudice Fouquier-Tinville spiegò innervosito che «intendeva significare con quella parola, la loro affezione a credenze puerili e a sciocche pratiche di religione». Al che le monache si dissero contente di sapere ufficialmente che «morivano per l’attaccamento alla loro fede». Furono condotte alla piazza del Trono su due carrette, tra due ali di popolo silenzioso. Giunte ai piedi della ghigliottina, chiesero qualche minuto per cantare l’inno “Veni Creator Spiritus”, poi rinnovarono i loro voti. Infine, una alla volta, ricevettero la benedizione della priora e salirono la scala del patibolo. Ultima venne uccisa la priora, madre Teresa di S. Agostino, che aveva preparato così bene le figlie al martirio e che aveva realizzato in maniera meravigliosa quanto ella era solita dire: “L’amore sarà sempre vittorioso. Quando si ama, si può tutto”. Il martirio, avvenuto il 17 luglio 1794, dimostrava ancora una volta il potere insuperabile dell’amore di Cristo.
Il nome e la vicenda delle beate ha avuto risonanza inaspettata grazie a opere letterarie di valore indiscutibile. Nel 1931 Geltrude von Le Fort ricavava dal racconto storico della vita e del martirio delle carmelitane di Compiegne il romanzo “Die letzte am Schafott”(vers. it. : L’ultima al patibolo, Brescia 1939), dal quale il produttore R. Bruckberger ebbe l’ispirazione di realizzare un film, dei cui dialoghi affidava la redazione nel 1937 a Georges Bernanos. Questi, dieci anni dopo, nel 1947-48, redigeva un lavoro che la morte gli impedì di condurre a termine. Pubblicato nel 1949 come opera letteraria a sé stante, Les dialogues des Carmélites (I dialoghi delle carmelitane) ebbe un successo enorme in tutta Europa, e subito fu ridotto per il teatro da A. Beguin e, portato sulle scene, ebbe fortuna inaspettata. Nel genn. 1957 “Les dialogues des Carmélites”, presentato e musicato da Francis Poulenc alla Scala di Milano, estendeva l’irradiazione dell’opera del Bernanos. Finalmente, nel 1959, con regia di Philippe Agostini, il p. Bruckberger riusciva ad attuare il suo sogno portando sullo schermo “Les dialogues des Carmélites”, film in coproduzione italo-francese: l’epopea delle sedici martiri figlie di s. Teresa d’Avila era così resa nota a tutto il mondo.
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