Come scegliere una guida spirituale? È meglio una persona a noi vicina, che già ci conosce, oppure una persona nuova, esterna ai nostri “soliti giri”? Proviamo a parlarne insieme grazie alla domanda di Giordano.
Mail di Giordano, 22 anni, di Firenze.
Ciao.
Sono Giordano, 22 anni di Firenze, seguo il vostro blog da alcuni mesi e innanzitutto vi ringrazio per il servizio che fate per noi giovani, per me risulta prezioso! È grazie a voi che ho rivalutato la figura del padre spirituale, ho capito che nel mio discernimento non posso fare da solo, mi giro e mi rigiro sempre negli stessi pensieri ed è come se mi perdessi in un labirinto… e anche la scelta della guida spirituale è ardua!
Infatti, sono indeciso fra 2 sacerdoti: uno della mia parrocchia, è giovane e si è ordinato da pochi mesi, ma ci conosciamo da anni quindi ha il vantaggio che già sa molto del mio percorso di fede. Tuttavia il rapporto che ho con lui è “troppo vicino” nel senso che ci vediamo normalmente più volte durante la settimana per riunioni, incontri, messe, cene con i ragazzi etc. (Io sono catechista e quindi collaboriamo in molte attività). Per esempio mi troverei in difficoltà nello stesso giorno a parlare con lui dei fatti che mi fanno soffrire e poi la sera stessa organizzare un’attività, è un bravo sacerdote, ma lo vedo più come collaboratore che come guida.
Il secondo sacerdote è di un’altra parrocchia (15/20 min in macchina), molti che conosco ne parlano bene, ho ascoltato una sua omelia e mi ci sono confessato un po’ di tempo fa e in effetti mi sono trovato benissimo! Ma non lo vedo da un anno e non conosce niente di me. Penso che potrebbe essere una buona guida, ma il fatto che non ci conosciamo mi spaventa perché mi risulta un po’ forzato come rapporto anche perché non saprei dove iniziare!
So con certezza che la scelta deve essere mia, ci prego ormai da un mese e per questo ho deciso di scrivervi, sicuramente potete chiarirmi le idee […].
Forse sono stato un po’ lungo, vi ringrazio per la pazienza, pregate per me.
Giordano
Risposta di fra Nico
Ciao Giordano, sono fra Nico.
Grazie di questa tua condivisione e della tua fiducia. Sono molto contento che il nostro blog ti sia di aiuto, e anche che tu stia affrontando con serietà e attenzione queste domande che ti porti dentro: bravo, continua così, sono certo che il Signore saprà donarti le sue meraviglie, qualsiasi sia poi la strada per la tua vita!
Riguardo a quanto mi chiedi sulla “guida spirituale” (qui puoi trovare vari articoli in merito per approfondire): è sempre un po’ difficile dare consigli netti senza conoscere bene le persone e le situazioni, per cui mi permetto solamente di condividere con te alcune indicazioni di massima, ok? Poi sarai tu a vedere se e come calarle nel tuo concreto.
Una guida spirituale “troppo vicina”?
In generale l’aspetto che rilevi sulla “troppa vicinanza” è molto corretto. Si può dire infatti che generalmente è preferibile che la guida spirituale sia tale e basta, che non ricopra contemporaneamente anche altri ruoli, soprattutto se sono ruoli “paritari”. Poi, per carità, le eccezioni ci possono essere, però in linea di principio è più “sano” che sia così (qui puoi trovare un articolo su come dovrebbe essere una guida spirituale, prova a leggerlo).
Questo infatti ti permette una maggiore libertà di espressione e di non sentirti vincolato affettivamente o da altri legami pregressi.
Eppure talvolta può capitare che la guida spirituale di fatto abbia anche un altro ruolo (magari si tratta del parroco, di colui che guida un gruppo di preghiera, di un formatore o formatrice, ecc…): in questi casi, se si sceglie di procedere comunque con il cammino, è bene essere consapevoli del “rischio” di confondere i piani, e dunque di tenerlo ben presente durante il cammino, parlandone in maniera esplicita con la guida stessa e vigilando sulla cosa insieme.
Per cui in linea di massima, nella tua situazione, visto che “puoi scegliere”, direi che la tua intuizione di rivolgerti piuttosto presso una parrocchia vicina sia molto buona!
Se la guida non mi conosce è più difficile?
Giustamente tu parli anche della tua paura ad iniziare un percorso con questo sacerdote perché lui “non ti conosce“. Capisco bene questo tuo timore: sicuramente all’inizio non è semplice porsi davanti ad uno “sconosciuto” e iniziare a raccontare di sì, aprirsi, dover rimettere sul tavolo elementi della propria vita che magari si danno ormai per assodati…
Certamente scegliere una guida fuori dal proprio contesto è più impegnativo, su questo non c’è dubbio. E quindi può far paura, può far sorgere reticenza e ansia.
Tuttavia proprio questa scelta potrebbe rivelarsi quella più fruttuosa! Infatti avere la possibilità di confrontarti con una persona nuova ti permette di iniziare da un nuovo punto con la tua storia, senza che questo sia carico dei pregiudizi e precomprensioni che inevitabilmente ci sono sempre in una relazione che ha già qualche anno alle spalle…
Mi spiego meglio: chi ti conosce da tempo ha piano piano costruito una sua immagine di chi tu sia, e inevitabilmente tende a leggere e interpretare i tuoi vissuti dentro questa immagine. Questo è naturale, lo facciamo tutti, in tutte le nostre relazioni. Ed è giusto così: non possiamo mica ricominciare da capo a conoscere gli altri e conoscere noi stessi ogni santo giorno, sarebbe impensabile!
Ma, d’altra parte, questo ci dice che chi non ti conosce ancora, parte da una posizione più “libera”. Questo permette anche a te di ripensarti in maniera nuova, di fare un passo avanti nella tua storia, con maggiore libertà e originalità.
Per questo motivo ti incoraggio in questo, Giordano: sono certo che ti farà bene e ti aiuterà a scoprire tante cose nuove di te stesso e della strada che il Signore ti propone di percorrere insieme a lui per la tua vita.
Ti accompagno con la preghiera in questi tuoi passi. Buon cammino fratello!
fra Nico – franico@vocazionefrancescana.org
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