Quest’anno ricorrono gli 800 anno del Natale di Greccio: era il 1223 quando san Francesco “inventava” il presepio! Ma è davvero così?
Una storia vecchia
Quando nel 1223 Francesco rivive il Natale a Greccio, chiedendo che sia predisposta una greppia e che siano portati lì bue e asinello, le rappresentazioni del presepe avevano in realtà già una certa storia alle spalle. Se non altro, raffigurazioni dipinte della Natività non erano cosa nuova. San Francesco si inserisce dunque dentro una storia “vecchia”, ma rendendola nuova!
Non gli interessano i sentimenti romantici e intimi a cui noi di solito associamo il presepe: gli interessa vedere con i suoi occhi la situazione di precarietà e di asprezza in cui venne al mondo il Figlio di Dio. Sempre così è stato Francesco: amante non di molto pensare, ma di molto sperimentare. Vuole toccare con le mani, vedere con gli occhi.
Esperienza di full immersion
Sì, si può proprio dire che Francesco volesse immergersi totalmente, fisicamente nell’evento del Natale. Non chiama attori, ma persone del luogo che di professione facevano i pastori. Non comparse, ma gente di lì! Non chiama delle pecore addomesticate, ma animali di quel paesaggio.
Non si accontenta di vedere, di stare, ma vuole assaporare: infatti leggendo il vangelo della nascita di Gesù, ogni volta che dice “Betlemme” si lecca le labbra per assaporare la dolcezza di ciò che stava accadendo, similmente a un belato di pecora.
Per Francesco la fede non è questione di convinzioni mentali, semplicemente; ma di compartecipazione al vivo, il più possibile, della concretezza di vita: la vita di Gesù, Bimbo venuto al mondo nella precarietà dell’umano, il nostro umano limitato.
Manca il protagonista
Interessante è che sulla greppia, sul fieno, non venga messo nessun bambolotto, nessun bimbetto appena nato. Nulla, nulla di nulla. A dire la verità nemmeno ci sono Maria e Giuseppe. Che delusione! Nessuna scenografia spettacolare! Un vuoto!
Piuttosto, e qui sta il suo colpo di genio, su quella mangiatoia, per suo desiderio si celebra l’eucaristia. Come il Signore si fece piccolino, nascendo a Betlemme, così ora continua a farsi piccolo nel pane dell’eucaristia.
Francesco lo aveva capito benissimo! Natale non è evento lontano, ma fatto che continua ad accadere: innanzitutto nel mistero eucaristico, laddove il Signore si fa nostro intimo nel pane consacrato, nostro cibo. Cuore del nostro cuore, fibra delle nostre fibre, sorgente della nostra vita profonda. È l’esperienza di un Dio vicinissimo, ciò che affascina san Francesco!
Risveglio
Ci viene narrato che, nel partecipare a quella messa celebrata sulla mangiatoia, molte persone ebbero la visione di un bimbo sulla paglia. Un segnale! In tale situazione, infatti, il Signore stesso si risveglia nel cuore di molti. Si risveglia! Così dicono le fonti antiche.
Straordinario! È come se ci venisse detto: il Signore Gesù è sempre dentro di te, anche quando ti sembra assente! Ma se tu gli dedichi un po’ di attenzione, di affetto; se tu ti lasci immergere nella concretezza della storia di Gesù; se tu ti lasci attirare dalla tenerezza del Signore: lui si risveglia! Si risveglia dentro di te. E svegliandosi in te rende più bella la tua vita, e tu respiri a polmoni più grandi, gli orizzonti si spalancano a speranze nuove! Scopri che il respiro di Dio respira in te e tu puoi dialogare con lui con una familiarità straordinaria.
Capanne interiori
Tutti noi sperimentiamo spesso come siamo fragili, frammentati. Il nostro cuore sembra una capanna diroccata, con tanti buchi. Ci sentiamo indegni di ospitare Gesù, perché abbiamo l’idea che per ospitare lui occorra essere belli e bravi; e noi non ci riusciamo mai!
Ma il Natale di Francesco ci dice proprio che il tempo giusto è questo, così come siamo. Vuole nascere nelle nostre vite nel segno della piccolezza che illumina e consola. Vuole nascere laddove ci sono uomini e donne che, mettendo da parte motivi di divisione e ripicca, si stringono la mano per ristabilire ponti. La capanna in cui nasce Gesù è questa: la rete fitta dei nostri rapporti buoni e felici!
fra Antonio Ramina – Rettore della basilica di sant’Antonio a Padova – info@vocazionefrancescana.org