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Vocazione Francescana
Home ascoltare e pregare

Basta avere paura: ama!

fra Nico Melato di fra Nico Melato
19 Novembre 2023
in ascoltare e pregare, discernere, umanizzarsi
0

Siamo tutti immersi nella paura. Eppure basterebbe aprire gli occhi per scoprire che tutto ciò di cui abbiamo bisogno è già nella nostre mani: amati per amare, il segreto di una vita!

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Matteo (Mt 25,14-30)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:
«Avverrà come a un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, secondo le capacità di ciascuno; poi partì.
Subito colui che aveva ricevuto cinque talenti andò a impiegarli, e ne guadagnò altri cinque. Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due. Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone.
Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò e volle regolare i conti con loro.
Si presentò colui che aveva ricevuto cinque talenti e ne portò altri cinque, dicendo: “Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”.
Si presentò poi colui che aveva ricevuto due talenti e disse: “Signore, mi hai consegnato due talenti; ecco, ne ho guadagnati altri due”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”.
Si presentò infine anche colui che aveva ricevuto un solo talento e disse: “Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso. Ho avuto paura e sono andato a nascondere il tuo talento sotto terra: ecco ciò che è tuo”.
Il padrone gli rispose: “Servo malvagio e pigro, tu sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l’interesse. Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti. Perché a chiunque ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a chi non ha, verrà tolto anche quello che ha. E il servo inutile gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”».

“Ho avuto paura!”. Avete sentito cosa dice il terzo servo? “Ho avuto paura!”. Forse abbiamo sentito mille volte questa parabola… ma oggi vorrei che ci fermassimo su questo: “ho avuto paura!”.

Perché a me pare che oggi noi, tutti quanti, siamo piedi di paura. Perché? Almeno per due motivi.

Le due cose che stanno alla base della nostra paura

Oggi quando guardiamo la vita che ci sta di fronte, le possibilità che ci vengono offerte… ce la facciamo sotto, tutti quanti! Se guardiamo il futuro, cosa vediamo? Probabilmente vediamo solo macerie, macerie di un mondo che aveva promesso di poter essere migliore e invece sembra che stia miseramente fallendo.

Il futuro è tremendamente incerto: la generazione prima della nostra vedeva il mondo che andava verso il meglio, vedeva che l’economia cresceva, che c’era lavoro, che si poteva perfino andare in pensione (incredibile!), che se uno aveva un’idea, poteva provarci, e se andava male, aveva ancora tempo per provare un’altra cosa…

La nostra generazione invece vede attorno a sé un mondo che talvolta ci sembra sull’orlo di un baratro: l’economia, il benessere, il lavoro, sembra che tutto si stia fermando, il meccanismo si è inceppato; le guerre, il clima… tutto di fronte a noi è incerto e in rapidissima evoluzione: come sarà il mondo fra 5 anni? Fra 10 anni? Eh certo che fa paura giocarsi, mettersi in gioco in un mondo così.

Ma c’è una seconda cosa che ci fa paura, che ci blocca: tutto intorno a noi (perfino noi stessi!) è giudicante. Tutto ci chiede di essere al top, di essere chissà-chi e chissà-che-cosa. O sei il migliore, oppure non vali niente. E non fa paura? Cavolo se fa paura!

Meglio stare a guardare, meglio stare ad aspettare… meglio nascondere sotto la sabbia le nostre potenzialità, le nostre possibilità, ciò che ci è stato donato. Meglio nascondere sotto la sabbia il nostro tempo, le nostre energie… meglio nascondere la nostra testa sotto la sabbia: non pensare, per carità, non pensare!

Ma è proprio così? La realtà è davvero questa?

Questo ci sale da dentro. Eppure… eppure, c’è un’altra realtà. Cavolo se ce n’è un’altra! C’è un’altra realtà, che è molto più grande, molto più potente, molto più vera e reale di questa!

Sì, proprio questo mondo che ci sta intorno, si può guardare in modo totalmente diverso. Noi guardiamo e vediamo macerie… ma c’è qualcun altro che vede altro…

“Io vedo fumo sulle macerie, tu guardi nello stesso punto e sorridi!”.
Ligabue, “Luci d’America”

Perché quando Dio ci guarda, guarda il nostro mondo, sorride? Perché Dio fa così? Perché Dio continua a scommettere su questa umanità? Perché Dio continua a chiamarmi “figlio”, perché Dio continua a farmi “figlio”? Perché Dio crede in me? Perché Dio pensa che io valgo così tanto?

Perché siamo preziosi a suoi occhi. Perché siamo stati comprati a caro prezzo! Perché dal giorno del battesimo noi siamo figli di Dio, noi siamo stati innestati in una logica che rovescia ogni altra logica!

Altro che il futuro incerto, altro che il giudizio (“devi essere questo”, “devi essere quello”): io sono figlio di Dio! Io sono stato creato bellissimo/a, io sono stato salvato! I miei orecchi hanno sentito Dio sussurrarmi il suo “effatà”, i miei occhi hanno visto Dio guardarmi con amore!

Guarda davvero, apri gli occhi, e vivi, ama!

Allora cambia tutto: allora “non abbiate paura”, vi prego, “non abbiate paura, io sono con voi, tutti i giorni, fino alla fine del mondo!”. E allora apri gli occhi, apri le orecchie, apri le labbra. Apri le mani. Sì, tu che stai leggendo adesso, apri le mani per favore.

Guarda i tuoi palmi: cosa vedi lì? Lì non c’è nulla. Eppure c’è tutto. Lì ce la possibilità del tempo che il Signore ti ha dato, della vita che il Signore ti ha dato, dei carismi che il Signore ti ha dato. Lì c’è la possibilità di amare, di stringere, di accarezzare, di curare, di sostenere, di aiutare, di spingere, si sorreggere, di creare, di liberare…

Il dono di Dio è tutto ciò che abbiamo in mano. Ed è libero: fanne ciò che vuoi! Ma usalo, ti prego usalo! Abbiamo in mano già tutto ciò che ci serve, siamo dentro la logica dell’amore! Non nascondiamola sotto terra, non cediamo alla paura!

“A chi ha, sarà dato, e sarà nell’abbondanza”: certo, perché l’amore si moltiplica e non finisce mai! “A chi non ha, sarà tolto anche ciò che ha”: certo, perché nascondendo la tua vita sotto terra, la perdi e la disperdi…

Allora il problema non è essere malvagi o pigri… lo siamo tutti un po’! Il problema è la paura, la paura che viene da uno sguardo miope sul mondo, che viene da una relazione sbagliata con Dio.

La differenza non è che io sia capace o meno, se il futuro sia promettente o no, se la strada sia dritta o in salita! La differenza è se il signore è con me o no. Meglio: di sicuro lui è con me, lui fa la sua parte! Ma io? Ci sono? Faccio la mia parte?

Usa quelle mani! Usale, ti prego, non avere paura! Perché sono mani di figlio/a, figlio/a amato/a, e non abbiamo bisogno di altro, se non di condividere questo amore!

Buon cammino a tutti.

fra Nico – franico@vocazionefrancescana.org

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Tags: anno liturgicoParola e vocazioneVangelo del giorno
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