Sant’Antonio come un bambino
Qualche giorno fa ero qui nel giardino del convento con una coppia di amici e il loro bambino. Mentre camminavamo per il giardino e scherzavamo insieme, il bimbo con i suoi passetti incerti e simpatici, ci camminava intorno e guardava e toccava con sorpresa praticamente qualsiasi cosa. Ad un certo punto arriva con un sorriso enorme, tira la maglietta alla mamma e gli mostra trionfante quello che ha appena trovato: una pigna!
Avete presente quegli occhioni spalancati pieni di stupore, di meraviglia, di gioia, quelle manine che ti porgono questa cosa che ha appena scoperto e che vuole condividere con te? Un bambino sa stupirsi di ciò che scopre, vedere la bellezza dentro ogni cosa, e la prima cosa che fa è che sente il bisogno di condividerla, di mostrarla, di farla vedere a qualcun altro!
Questo modo di fare di quel bambino mi ha fatto venire in mente il nostro caro sant’Antonio. Mi pare che anche Antonio sia così: Antonio è come un bambino che ha scoperto una cosa semplice ma unica, meravigliosa, e vuole farla conoscere a tutti. E per questo si butta a capofitto, con tutto quello che può e come può, tutte le sue energie per farla conoscere a tutti.
È per questo che si mette in gioco in tutti i modi, prima nello studio della teologia, scegliendo l’ordine migliore del suo tempo, il più erudito, quello dei “Canonici Regolari Agostiniani”, e diventando il più bravo teologo della sua epoca. E poi lungo le strade del mondo, in mezzo alla gente, allo stesso livello dei poveri, condividendo gioie e dolori, a predicare, fino ai confini del mondo di allora, in tutte le piazze, in ogni città, in Italia, in Francia, annunciando il Vangelo e attirando migliaia di persone, condividendo ciò che ha di più prezioso, quello in cui crede!
Antonio è così, come un bambino innamorato e inarrestabile! Cammina, parla, annuncia, ascolta: è una potenza!

Perfino i pesci capiscono
Perché Antonio fa tutto questo? Perché vuole a tutti i costi predicare, condividere ciò che ha scoperto? C’è un episodio, proprio 800 anni, a Rimini, che forse ci aiuta a capirlo. È il 1223 e Antonio arriva a predicare in questa città, ma la predicazione stavolta non ha successo, la gente non lo ascolta.
Antonio sa che quello che ha da condividere è grande, è bello, e allora si mette a parlare ai quattro venti, a tutte le creature, come faceva san Francesco: “Proclamate il Vangelo ad ogni creatura” (Mc 16,15) dice il Vangelo! E le cronache ci raccontano che sul porto piano piano i pesci salgono in superficie per ascoltare quest’uomo che ha parole così belle, così vere, così giuste!
Penso che questa strana immagine dei pesci che vengono in superficie per ascoltare Antonio sia una buona metafora. I pesci per vivere devono stare dentro l’acqua. Eppure per ascoltare quella “Parola di vita” escono dall’acqua. È come se Antonio li tirasse fuori dal loro habitat naturale, li pescasse fuori dal mare.
È lo stesso che Antonio fa con gli uomini e le donne che incontra: li tira fuori dal loro mare, dal loro male, li pesca fuori, li aiuta a rialzarsi, a tornare a vivere, attraverso l’annuncia del Vangelo, di quella Parola che ci salva, che ci libera, che ci sconvolge, e che ci travolge e ci attrae verso una vita nuova.
“Vi farò pescatori di uomini” (Mc 1,17) aveva detto Gesù ai suoi discepoli, anche quella volta sul mare. Antonio è un pescatore di uomini, tramite lui il Signore pesca fuori la gente dalla sua morte, da ogni morte, e li riporta in vita!

Chi è un “pescatore di uomini”?
Come facciamo ad essere sicuri di questo? In che senso sant’Antonio era davvero un “pescatore di uomini”? Dal fatto che chi fa il pescatore di uomini di professione è accompagnato dai segni operati da Dio, quelli di cui ci parla il Vangelo, per esempio alla fine del vangelo di Marco (il brano che si legge sempre il giorno della festa di sant’Antonio, il 13 giugno: Mc 16,15-20)!
Dal Vangelo di Gesù secondo Marco
[In quel tempo Gesù disse agli Undici]: “Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno”.
Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio.
Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano.
Allora i segni che dicono che uno è un “pescatore di uomini” sono molto chiari:
- “scaccia i demòni”: chi fa il pescatore di uomini allontana il male, scaccia il male, l’odio, la divisione, porta solo il bene, pace, riconciliazione, perdono;
- “parla lingue nuove”: porta un modo nuovo di guardare le cose, diverso dalla logica del mondo, uno sguardo che libera e lascia liberi, che salva e non condanna, la parola nuova dell’Amore ad ogni costo, fin sulla Croce;
- “prende in mano i serpenti e se beve il veleno non gli reca danno”: il pescatore di uomini sa avvicinarsi anche al male, al peccato, proprio come Gesù che mangia con i peccatori e le prostitute, non ha paura di contaminarsi, ma è capace di assorbire il male senza restituire, senza rendersene complice;
- “guarisce i malati”: chi vive di Vangelo sa prendersi cura, sa far sentire la medicina dell’amore, della vicinanza, della compassione, sa caricare su di sé le ferite dell’umanità, sa essere volto del Padre per i sofferenti.

Anche noi come Antonio
Che davvero sant’Antonio ci dia la sua forza, il suo entusiasmo, perché ciascuno di noi recuperi la sua identità vera più profonda, quella di “pescatori di uomini”. Come dice papa Francesco:
Tutti siamo chiamati ad offrire agli altri la testimonianza esplicita dell’amore del Signore, che al di là delle nostre imperfezioni ci offre la sua vicinanza, la sua Parola, la sua forza, e dà senso alla nostra vita. Il tuo cuore sa che la vita non è la stessa senza di Lui, dunque quello che hai scoperto, quello che ti aiuta a vivere e che ti dà speranza, quello è ciò che devi comunicare agli altri! (Evangelii Gaudium 121)
Allora chiediti: Chi sono mandato a pescare dal mare? Per chi sono io? C’è qualcuno che ha bisogno di sentire proprio da te le parole del Vangelo! E allora vai, con coraggio, è il Signore che ti manda!
Che Antonio ci aiuti in questa missione, e il mondo tornerà a sorridere!
fra Nico – franico@vocazionefrancescana.org
Pace e bene FRATELLI, fa Che regni la pace nel mondo🙏