Ricevo molte mail di giovani in cui, da un lato si esprime un desiderio di consacrazione, di aderire alla vita religiosa, di diventare frate; dall’altra, il motivo di tale ricerca è spesso a corto respiro: “per realizzarmi”, “per trovare la pace interiore”, “per fuggire da questo mondo caotico”, “per coltivare l’orto“, “perché amo gli animali” e via dicendo.
Andiamo al cuore della vocazione francescana
Non che le ultime motivazioni siano da disprezzare e in qualche modo non facciano parte della vita di un frate, anzi! Nel mio convento, per esempio, coltiviamo un bellissimo orto… e ci fa bene e ci rallegra lavorarlo insieme! Così come la questione del “senso” non è certo da sottovalutare.
Queste motivazioni però, non costituiscono l’essenza, non esprimono il cuore della vocazione alla vita consacrata e da sole non giustificano una scelta come la nostra.
Vediamo e riconosciamo il volto autentico di Gesù proprio nel suo perdere la vita: questa è la strada anche per tutti i suoi discepoli, e in particolare per un frate francescano. Altro che fughe e ritiri in convento per “stare meglio” o “immergersi nella natura”! Il riferimento, l’ideale, la strada di un frate francescano è Gesù Crocifisso!
La vita autentica e pienamente realizzata, invece, è dono, è amore, è relazione, è apertura, è coraggio, è condivisione, è rischio, è vulnerabilità, è possibilità di essere feriti, forse anche uccisi. Dunque, uno che voglia farsi frate, se non è in questa ottica, ma che frate è?
Qualche tempo fa in un post parlavo del sacrificio di due nostri giovani frati uccisi (lo trovi qui) alcuni anni fa in Perù per la loro azione in favore dei poveri.
E tu, caro amico che stai leggendo queste righe, in che direzione stai andando: verso l’amore e la vita vera, oppure su una strada di morte?
Al Signore Gesù sempre la nostra lode
fra Alberto – info@vocazionefrancescana.org