Oggi, festa di san Francesco, mi piace condividere quanto mi ha scritto Angelo (bolognese – 23 anni), sulla sua esperienza di fede e di incontro con il Signore, dopo avere partecipato recentemente ad un campo vocazionale ad Assisi. È straordinario il fascino che Francesco continua a suscitare in tanti giovani, dopo secoli: un fiume di grazia che emana dalla sua città benedetta toccando il cuore di molti.
Lettera di Angelo
Sono tornato qualche giorno fa da Assisi, dove ho seguito un corso vocazionale che mi ha letteralmente sconvolto. Ho incontrato Gesù, come mai prima mi era successo! Ho sperimentato sulla mia pelle che Lui c’è ed è vivo! Ho pregato, ho pianto, ho camminato per i luoghi di Francesco, ho ascoltato e scrutato e interrogato il vangelo e tutto quanto stavo vivendo con un nuovo spirito, una mai provata passione e felicità e profondità.
Non so come spiegarlo, poi, ma è come se di colpo mi si fosse manifestata la mia strada, la mia vocazione: diventare religioso, consacrarmi a Dio, seguire san Francesco come altri giovani che ho visto e incontrato ad Assisi! Vorrei condividere questa gioia con tutti, gridarla senza più timore di nulla, fare subito dei passi importanti (anche se non so bene quali!).
Insieme però ho anche uno strano pudore a manifestarmi e condividere un qualche cosa che mi sembra troppo grande e prezioso da mettere in piazza e che preferisco invece, almeno per ora, custodire in me, che voglio approfondire e magari ancora continuare a contemplare per conto mio. Ho scoperto nell’animo bisogni inaspettati di silenzio, preghiera e solitudine: spazi che sto cercando quotidianamente, allarmando un poco i miei e gli amici.
Per non pensarmi pazzo ho creduto bene scrivere a lei caro fra Alberto, che ormai da mesi seguo nel blog, per chiedere la sua preghiera e la sua vicinanza. Per me sono molto preziose! La ringrazio di cuore.
Angelo (da Bologna – 23 anni)

Risposta di Fra Alberto
Carissimo Angelo, grazie per la fiducia e per la condivisione appassionata. Un gran bel dono!
Quando si vive un incontro particolare con il Signore, è vero, si sperimenta una gioia così grande che vorresti poterla gridare a tutti. E’ però anche molto bello il sentimento di custodia e riservatezza che pure ti accompagna e direi che questo, in realtà, sottolinea più del resto, l’autenticità di quanto stai vivendo. Il primo amore, l’innamoramento, infatti, si nutre di incontri gelosi e segreti, non ama essere condiviso con estranei, ricerca intimità e riservatezza, pretende appuntamenti solitari e confidenziali come fanno gli amanti.
Non posso qui non pensare all’esperienza dello stesso san Francesco. Le Fonti Francescane, infatti, ci testimoniano come egli spesso pregasse di notte e ricercasse luoghi solitari per stare con l’Amato, il Signore:
“Cercava sempre un luogo appartato dove potersi unire, non solo con lo spirito, ma con le singole membra al suo Dio. E se all’improvviso si sentiva visitato dal Signore, per non rimanere senza cella, se ne faceva una piccola con il mantello. E se a volte era privo di questo, ricopriva il volto con la manica per non svelare la manna nascosta. Sempre frapponeva fra sé e gli astanti qualcosa, perché non si accorgessero del contatto dello sposo: così poteva pregare non visto anche se stipato tra mille, come nel cantuccio di una nave. Infine, se non gli era possibile niente di tutto questo, faceva un tempio del suo petto. Assorto in Dio e dimentico di se stesso, non gemeva né tossiva, era senza affanno il suo respiro e scompariva ogni altro segno esteriore” (FF 681).
Francesco è dunque nel silenzio che rinnova il suo incontro con il Signore. Nella solitudine, spesso ricercata in luoghi sperduti, tra boschi e montagne, (ma sempre perseguita con tenacia anche in contesti o situazioni molto normali), gli è più facile percepire la presenza di Dio e la sua amicizia. È in quell’intimità che il suo cuore si lascia plasmare e guidare. La preghiera diventa allora per Francesco l’appuntamento fondamentale dell’ascolto e dell’obbedienza, lo spazio più vero della sua ricerca vocazionale e di ogni sua scelta.
Alla stregua di Francesco, prima di tutto nella preghiera fedele e nel silenzio, potrai allora anche tu caro Angelo, fare verità su quanto vissuto con tanto entusiasmo ad Assisi, verificando così se non sia stata solo una infatuazione (come talvolta avviene in quel luogo benedetto e fascinoso), ma un’autentica chiamata. E’ certo necessario ora lasciare sedimentare le forti emozioni sperimentate per giungere al cuore della tua esperienza in Assisi. Naturalmente per operare un buon discernimento ti saranno utili anche tutte le indicazioni che ho più volte rimarcato nel blog come indispensabili: dall’esigenza di avere una guida spirituale per un confronto (ti posso indicare un riferimento nella tua città), all’opportunità di partecipare ad un gruppo vocazionale (San Damiano), al passare qualche tempo in una comunità francescana, allo sperimentarti nel servizio e nel dono gratuito di te.
Caro Angelo, non so cosa abbia il Signore in serbo per te e se la vita consacrata sarà davvero la tua strada; posso però dirti con certezza che se ricercherai sempre l’intimità con il Signore Gesù, egli ti si manifesterà, e ti si rivelerà mostrandoti la via da seguire.
Ti benedico e incoraggio assicurandoti anche la mia preghiera.
Al Signore Gesù sempre la nostra lode.
fra Alberto – info@vocazionefrancescana.org