Conosciamo davvero chi è Gesù Cristo? Come facciamo a sapere se davvero Gesù è come ce lo immaginiamo?
Come si fa a conoscere davvero una persona? Pensiamo per esempio ad un personaggio importante, papa Francesco. Chi è che conosce davvero papa Francesco? Magari c’è qualche studioso che ha approfondito tutti i suoi scritti, le sue encicliche e conosce bene il suo pensiero. Ma chi lo conosce davvero?
Ognuno di noi ha una sua idea di papa Francesco, una sua opinione, anche molto diversa gli uni dagli altri. Però penso che lo conosca davvero bene, sul serio, chi vive con lui ogni giorno. Per esempio il personale di casa Santa Marta , il suo segretario. Forse i suoi parenti, i suoi amici più stretti… loro sanno davvero chi è papa Francesco, giusto?
Allora chi è che conosce davvero Gesù Cristo? Forse chi ha studiato su di lui? Forse i teologi? Forse chi è prete? Forse chi è frate? Chi è che conosce davvero Gesù Cristo? Ognuno di noi ha una sua idea! Ognuno di noi ha una sua rappresentazione di Gesù, che può essere molto diversa le une dalle altre. Allora il rischio è di perderci dentro l’immagine mia di Gesù, il Gesù che io mi rappresento, secondo la mia sensibilità e le mie attese. Il Vangelo secondo me.
In realtà direi che nessuno ha conosciuto meglio Gesù Cristo di chi ha vissuto con lui, fianco a fianco, e lo ha seguito per le strade della Terra Santa. Certamente Maria e Giuseppe anzitutto, ma poi gli apostoli, i discepoli, Maria Maddalena, ecc… Questi sanno davvero più di tutti chi è Gesù, lo hanno sentito parlare direttamente, hanno mangiato con lui, camminato con lui, dormito, pianto e riso con lui.
Ma questa prima generazione via via con il passare del tempo, viene a mancare, sia per morte naturale e sia per le persecuzioni. È per questo che la comunità decide di scrivere, di fissare delle parole, di fissare le memorie vive di Gesù, delle sue parole, dei suoi gesti, perché queste non vadano perdute. E questa cosa è fondamentale, per la Chiesa delle origini, per la Chiesa di tutti i tempi, per noi oggi!
Questo dono, che è il Vangelo, scritto per noi e tramandato dalla Chiesa da due millenni, è l’antidoto più formidabile contro il veleno del “Gesù secondo me”: il Vangelo, scritto, fissato, che racconta davvero chi è Gesù!
Come faccio a sapere se la mia immagine di Gesù è quella vera? Grazie agli evangelisti, grazie alla comunità dei cristiani, attraverso i secoli abbiamo un metro di paragone, possiamo confrontarci ogni giorno con queste parole!
Proprio il Vangelo dice, dopo che Gesù è risorto: “andarono e proclamarono il Vangelo dappertutto mentre il Signore confermava la parola con i segni che la accompagnavano” (Mc 16,20). Sono i segni che dicono se il mio Vangelo è quello vero! Quali segni? Ce lo dice proprio il Signore, qualche versetto prima (Mc 16,17-18), e sono 4:
- “scacceranno demoni”, cioè il male; il Vangelo vero scaccia il male, porta solo il bene, scaccia l’odio, la divisione, porta pace, riconciliazione, perdono;
- “parleranno lingue nuove”, cioè il Vangelo porta un modo nuovo di guardare il mondo, uno sguardo sulle cose diverso dalla logica del mondo, uno sguardo che libera e lascia liberi, che salva e non condanna, la parola nuova dell’Amore ad ogni costo, fin sulla Croce;
- “prenderanno in mano i serpenti e se berranno qualche veleno non recherà loro danno”, cioè chi vive di Vangelo sa avvicinarsi anche al male, al peccato, proprio come Gesù che mangia con i peccatori e le prostitute, che non ha paura di contaminarsi con il male, ma al contrario, è capace di assorbire il male senza restituire, di ricevere un chiodo e dire “perdonali”;
- “guariranno i malati”, cioè chi vive di Vangelo sa prendersi cura, sa far sentire la medicina dell’amore, della vicinanza, della compassione, sempre.
Questo è tutto quello che ha fatto Gesù, quello che fa Dio con noi. E noi a immagine sua! Da questi segni sappiamo che il Gesù che conosciamo è quello vero. Nella misura in cui ci sono questi segni nella nostra vita, allora lì possiamo dire di conoscere Gesù Cristo.
Non altrove, non nelle nostre pratiche di pietà, non nei nostri devozionismo o spiritualismi, non nelle nostre convinzioni teologiche, non nelle nostre fisse, nelle nostre condanne, nelle nostre idee. Solo lì, in questi segni, queste sono le solide fondamenta su cui cresce una fede vera!
Buon cammino a tutti.
fra Nico – franico@vocazionefrancescana.org