Sara ci racconta la sua testimonianza di un weekend di accoglienza in convento (“Vicini da casa“, 1-3 aprile 2022): la gioia del sentirsi a casa e tornare più carichi di prima!
Mi chiamo Sara e tra meno di un mese compirò 20 anni. Abito a Besenello, un piccolo paesino ai piedi del Monte Scanuppia (Trentino Alto-Adige). Sono una ragazza piuttosto introversa, che sta imparando ad aprirsi sempre di più. In parrocchia sono molto attiva: assieme ai miei altri/e compagni/e organizziamo i campeggi estivi per bambine/i e ragazze/i oltre agli incontri per stare assieme e condividere; leggo la Parola di Dio durante la messa del sabato sera e da poco sono divenuta membro del Comitato Parrocchiale del paese e del Consiglio Pastorale interparrocchiale della zona. Ma veniamo al dunque…
Scrivo questa testimonianza perché mi piace condividere con altre persone la mia esperienza vissuta al Convento San Francesco d’Assisi di Brescia dal 1 al 3 aprile 2022, “Vicini da casa” (clicca qui per scoprire di che esperienza si è trattato).
All’inizio l’idea di andare in un convento mi metteva un po’ d’ansia, ma poi mi sono ricreduta e mi sono voluta “lanciare” in una nuova avventura! Ho condiviso tre splendidi e indimenticabili giorni assieme ai postulanti e ai frati del Convento di San Francesco d’Assisi di Brescia, ai ragazzi e alle ragazze di Pioltello (Milano) e Padova e a tre miei amici di Besenello.
Quello che posso dire di questa esperienza è un grande grazie a tutti e a tutte perché ciò che ho portato via è un grande sentimento di gratitudine e condivisione. Non so di preciso che cosa mi sia successo, ma so per certo che vivere tre giorni fuori dal mio paese e dalle mie tanto amate montagne, ha aiutato moltissimo la mia “persona interiore” a staccare dai ritmi sempre pesanti della quotidianità.
Ciò che ho apprezzato è stato il tema conduttore: l’accoglienza. Dalle varie testimonianze emerse al racconto della storia dell’incontro fra briganti e frati avvenuto a Montecasale e soprattutto grazie a quest’ultimo ho colto nel particolare il significato del verbo accogliere e ho imparato che esso (il significato) va oltre la persona fisica che ci si trova di fronte.
Accogliere mira al non giudicare, ad andare al di sopra dei pregiudizi e degli stereotipi, che al giorno d’oggi piovono dal cielo come la grandine in un momento di tempesta. Accogliere significa pure unire le persone: è da qui che si costruiscono le basi di una relazionale.
Con il gruppo di noi “ospiti” all’inizio vi è stato un leggero imbarazzo nel mettersi in discussione, ma poi siamo riusciti a superarlo creando un bellissimo e solare gruppo. Che dire di chi ci ha ospitato: tutti ragazzi e uomini semplici, ma che nella loro semplicità ci hanno dimostrato un profondo rispetto. Condividere con loro un tassello di noi stessi mi ha aiutata ad essere più libera.
Certo il tempo materiale a disposizione per poter parlare con ognuno di loro purtroppo non c’era, ma nei momenti di fraternità come l’aiuto in cucina o le pulizie, ecco quelli hanno rappresentato attimi in cui tranquillamente, senza problemi, ho potuto relazionarmi con loro.
Un altro elemento che ho assaporato attimo per attimo è stato il silenzio, la tranquillità: ritagliarmi i miei spazi, anche se condivisi con altri, ha aiutato la “Sara interiore” a stare meglio. Sto uscendo da un periodo molto pesante, in cui ho sperimentato una solitudine che mi ha fatto da spalla nei momenti più bui e cupi, ma che al tempo stesso mi ha aperto una ferita che è difficile far rimarginare.
Trascorrere quest’esperienza, “Vicini da casa”, in convento, mi ha fatto capire che sì è importante ritagliarsi dei momenti personali per non restare soffocati dal mondo esterno; al tempo stesso però ho imparato che è nella fraternità, nella comunità e nella condivisione che mettiamo in gioco noi stessi e dove intrecciamo nuove relazioni.
Ho condiviso l’esperienza del “Vicini da casa” anche all’interno del Comitato Parrocchiale perché mi sembrava pienamente in tema con la domanda posta dal Cammino Sinodale che terminerà nel 2025, anno del Giubileo: “Che cosa suscita in te la parola CHIESA?”. Ho risposto con queste parole: comunità, fraternità, ascolto, rispetto, condivisione, organismo, riconoscimento dell’Altro e Esserci.
Ecco tutte queste ultime le ho ritrovate in quei giorni trascorsi in convento a Brescia… sono molto sincera e schietta: mi sono sentita a casa, non so come, ma ho trovato un clima molto sereno e per questo ringrazio tutti e tutte dal profondo del mio cuore! Lo stare assieme, il condividere con l’altro e quindi la fraternità, ci aiuta a rafforzare la nostra fede!
Concludo con una frase di San Francesco che mi ha colpita nel profondo: “Un raggio di sole è sufficiente per spazzare via molte ombre”. Più di un raggio di sole mi ha colpita in positivo durante i tre giorni e questi raggi di sole sono state tutte le persone con cui ho condiviso questa sorprendente esperienza, le quali mi hanno aiutata a spazzare via molte mie ombre personali.
Ancora grazie!
Sara – info@vocazionefrancescana.org
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