Oggi, festa di san Giuseppe, nel Vangelo di Matteo cogliamo la sua grande fede e disponibilità nell’accettare il progetto del Padre su di lui. Giuseppe è così modello per ogni chiamato e vita come vocazione!
Modello per ogni chiamato
Dal Vangelo di Matteo (Mt 1,18-20)
“Ecco come avvenne la nascita di Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, che era giusto e non voleva ripudiarla, decise di licenziarla in segreto. Mentre però stava pensando a queste cose, ecco che gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa, perché quel che è generato in lei viene dallo Spirito Santo”.
Giuseppe è il modello dell’autentico credente, vero modello per ogni chiamato. È colui che più di tutti si fida. Come per Maria, Dio non si impone, ma gli chiede la disponibilità, l’adesione libera al suo progetto. Giuseppe prima è confuso, ma dopo che l’angelo l’ha illuminato, il suo “sì” è immediato e di una generosità totale . (vedi altri post sul tema)
Giuseppe testimonia che la vita è vocazione in ogni suo momento e che la vita va affrontata come pellegrinaggio (con una meta, un orientamento) e non come vagabondaggio (un andare a “caso”). La vita come vocazione significa che ogni circostanza è l’avvenimento di Dio che interpella la persona e questa risponde.
Chi è educato a vivere ogni rapporto in questa prospettiva, si accorge che ad un certo punto si verificano dei “segni” che, con naturalezza, portano a scegliere la propria strada. Quando si vive la vita come vocazione e si cammina nella semplicità, dentro l’oggettività data, i “segni” arrivano da soli e si supera la paura di donare se stessi.

L’anno speciale di San Giuseppe
Nella ricorrenza dei 150 anni della proclamazione a patrono della Chiesa, fino all’8 dicembre 2021 il Papa ha indetto un Anno speciale di San Giuseppe. Per questa occasione è concessa l’Indulgenza plenaria ai fedeli che reciteranno
“qualsivoglia orazione legittimamente approvata o atto di pietà in onore di San Giuseppe, specialmente nelle ricorrenze del 19 marzo e del 1° maggio, nella Festa della Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe, nella Domenica di San Giuseppe (secondo la tradizione bizantina), il 19 di ogni mese e ogni mercoledì, giorno dedicato alla memoria del Santo secondo la tradizione latina” (qui il testo).
La lettera del papa
Per questo anno speciale, il Papa ha pubblicato la Lettera apostolica “Patris corde – Con cuore di Padre”. Francesco vi delinea alcuni aspetti bellissimi e alquanto vocazionali di san Giuseppe, davvero utili ad un confronto per ogni giovane in cammino e in discernimento vocazionale. Di seguito ne sottolineo alcuni:
San Giuseppe, uomo normale e quotidiano
Nella Lettera, il papa segnala l’importanza delle persone “normali”e comuni, quelle che, lontane dalla ribalta, esercitano ogni giorno pazienza e infondono speranza, seminando corresponsabilità.
Proprio come San Giuseppe: “l’uomo che passa inosservato, l’uomo della presenza quotidiana, discreta e nascosta”. Eppure, il suo è “un protagonismo senza pari nella storia della salvezza”.
- La vocazione dunque chiede “normalità” e quotidianità!
Uomo della tenerezza di Dio
In Giuseppe, afferma il papa “Gesù ha visto la tenerezza di Dio”, quella che “ci fa accogliere la nostra debolezza”, perché “è attraverso e nonostante la nostra debolezza” che si realizza la maggior parte dei disegni divini.
- La vocazione sperimenta e annuncia la tenerezza di Dio, passa per la debolezza e il limite.
Guida all’obbedienza e al dono di sè
Giuseppe è padre anche nell’obbedienza a Dio: con il suo ‘fiat’ salva Maria e Gesù ed insegna a suo Figlio e a ciascuno di noi a “fare la volontà del Padre”. Nella Lettera papa Francesco sottolinea molto questa dimensione vocazionale nella vicenda di Giuseppe. “Ogni vera vocazione – dice– nasce dal dono di sé, che è la maturazione del semplice sacrificio. Anche nel sacerdozio e nella vita consacrata viene chiesto questo tipo di maturità”.
- La vocazione si svela nel dono e nell’offerta di sè.
Esempio di coraggio creativo
La lettera del Papa evidenzia, poi, “il coraggio creativo” di San Giuseppe, quello che emerge soprattutto nelle difficoltà e che fa nascere nell’uomo risorse inaspettate. “Il carpentiere di Nazaret – spiega il Pontefice- sa trasformare un problema in un’opportunità anteponendo sempre la fiducia nella Provvidenza”.
- La vocazione chiede audacia e scelte rischiose e alternative.
Modello di cura verso ogni bisognoso e sofferente
Giuseppe, mai scappa, ma sempre affronta “i problemi concreti” della sua Famiglia, esattamente come avviene in tutte le altre famiglie del mondo. Custode di Gesù e di Maria, Giuseppe “non può non essere custode della Chiesa”, della sua maternità e del Corpo di Cristo: “ogni bisognoso, povero, sofferente, moribondo, forestiero, carcerato, malato, è “il Bambino” che Giuseppe custodisce e da lui bisogna imparare ad “amare la Chiesa e i poveri”.
- La vocazione non è per la propria autorealizzazione, ma amore condiviso, cura e dedizione.
“Servo inutile”
Giuseppe nei riguardi della sua famiglia non fa certo il padre/marito-padrone. “Il mondo, dice il papa, rifiuta i padroni, rifiuta cioè chi vuole usare il possesso dell’altro per riempire il proprio vuoto; rifiuta coloro che confondono autorità con autoritarismo, servizio con servilismo, confronto con oppressione, carità con assistenzialismo, forza con distruzione”.
E Giuseppe, infatti, come marito è sempre attento e delicato e premuroso con Maria. Come Padre è pienamente consapevole che il suo più vero compito è di condurre sè stesso all’inutilità, all’essere “servo inutile”, facendo invece sempre più diventare autonomo e in grado di camminare da solo sui sentieri della vita, il figlio che gli è stato affidato”.
- La vocazione nasce e matura nella libertà e nella responsabilità.
Preghiamo san Giuseppe
Cari amici, vi invito dunque a confidare in san Giuseppe per il vostro cammino di ricerca e discernimento vocazionale. Vi suggerisco anche la seguente preghiera.
Per le notti di dubbi e turbamenti, ti sentiamo vicino, Giuseppe. E vorremmo assomigliarti nell’attenzione e nel rispetto che porti per le persone, per la tua delicatezza nei confronti di Maria. Ancor più per la tua pronta adesione di fiducia al progetto del Signore che ha scompigliato il tuo. Nei nostri silenzi, nel sonno provvidenziale delle nostre sicurezze, ci parli ancora l’angelo per accogliere il Dio che i vostri sì, quello di Maria e il tuo, hanno reso per sempre “Dio-con-noi”.
Buona festa di san Giuseppe!
fra Alberto – fraalberto@vocazionefrancescana.org
