Marco, 28 anni, dall’Abruzzo, condivide con noi la scelta che ha maturato ad un Campo Vocazionale con noi frati: il Signore è davvero l’unica certezza, l’unico di cui ci si può fidare fino in fondo!
Qualche giorno fa si è concluso uno dei nostri campi vocazionali estivi. Un gruppetto di giovani, accompagnato da noi frati francescani, ha potuto raccogliere un po’ il frutto del cammino fatto durante l’anno e giungere ad una scelta.
A tutti i partecipanti abbiamo chiesto di scrivere una semplice “lettera di fruttificazione“, per condividere con gli altri la gioia di raccogliere un frutto buono dalla fatica del discernimento.
“La vocazione è questione di fede!“. Quante volte ci siamo ripetuti questa frase… ed è proprio così! Di questo ci parla Marco, che ringraziamo per la sua bella testimonianza. Dopo il cammino del discernimento con il Gruppo San Damiano, Marco ha scelto di continuare il cammino iniziando l’esperienza del Postulato.
Lascio allora a lui la parola. E lodiamo il Signore perché ancora molti giovani arrivano a scegliere di fidarsi di Lui!
Il Signore è grande!
fra Nico – franico@vocazionefrancescana.org
PS: se anche tu vuoi arrivare finalmente ad una scelta, vuoi essere aiutato a schiarire un po’ l’orizzonte della tua vita, scrivimi! Il nuovo Gruppo Vocazionale 2020-2021 inizia fra poche settimane.
Caro amico,
sono molte le cose che mi sono capitate in questo anno e mezzo due. Quasi che ho difficoltà a scrivere. Di certo è in me, una consapevolezza diversa, nuova. Dentro di me qualcosa è cambiato.
Tutto è iniziato, con forti frustrazioni dell’ultimo lavoro. Lavoravo come un matto, ma non mi bastava, convivevo con questa mediocrità frustrante che rende tutto quello che fai triste e pieno di lamentele… mi mancava l’amore.
Fino a quando un giorno, ho gridato. Ho gridato a Dio se nel nome di Gesù mi togliesse da quella situazione! Mai potevo immaginare con quanta cura Lui mi avrebbe risollevato rispettandomi.
Dal cercare le cose che mi appagano, mi sono ritrovato cercato.
La lettura del vangelo di Luca così com’è, la sete insaziabile con le catechesi di Don Fabio, il cammino delle Dieci Parole, il riprendere in mano il cammino con una guida (Dio benedica tutti i frati che ho incontrato: li ho massacrati…) mi hanno portato a stare nelle situazioni nonostante siano pesanti e vorresti scappare, nonostante non ti appaghino, andare oltre, con il cuore che ho.
Ho imparato ad accogliere le domande che da sempre urlavano dentro di me: “Ma cosa vuoi veramente? Dove trovi gusto nelle cose? Chi sei?”.
In questo periodo si è rifatto vivo il desiderio di entrare in convento, prima come via di fuga da una situazione lavorativa non delle migliori, costruendo un idolo grande come una casa, poi come desiderio più profondo… desiderio di dono, di donarmi… Di donare le cose quotidiane a Lui, perché se rimangono a me diventa un macello. Di accogliere l’altro, i miei genitori i miei amici così come sono, senza pretendere di cambiarli.
Il cammino non è stato facile, stare nella realtà a volte impossibile, ho dovuto riaffrontare le ferite, toccarle con mano e cambiare lo sguardo su di esse, guardarle come Lui le guarda… capirne la menzogna che c’è dietro e scavare… scavare fino a quando ne trovi solo grazia. Non finirò mai si sfruttarle abbastanza.
Nel novembre del 2019, in 15 giorni di pura grazia riesco a scrivere tutta la mia vita, con i fatti, situazioni che mi sono capitati per capire se effettivamente Dio mi sta chiamando a una relazione più intima.
La paternità ricevuta dai frati che ho incontrato, l’attrazione per la tonaca, a volte anche in sogno, la bellezza e la semplicità che hanno, nel vivere i frati… il fatto che gira e rigira siamo tornati al punto di partenza.
Se fosse stato un mio amico, che mi raccontava la sua storia con i fatti oggettivi accaduti a me gli direi che aspetti ad entrare?
Mi sono dato un tempo, che è quello del campo vocazionale, non posso fare più di testa mia . . . basta prendere le iniziative: “le mie vie non sono le vostre vie, i miei pensieri non sono i vostri pensieri” (Is 55,8), anche perché da un po’ di tempo a questa parte, da quando ho iniziato a dire i sì quotidiani al Signore, convivo con una sorta di inquietudine che a volte mi prende sul collo e non mi abbandona.
Il campo fa la sua parte, don Francisco (monaco eremita camaldolese innamorato di Gesù) e, in una preghiera notturna, capisco che devo fare questo atto di fede, questo atto di fiducia… ma manca qualcosa, una chiave… Dio doveva parlarmi in marcolese, attraverso Maria. La chiave è Maria, attraverso di lei ho capito che stavo assolutizzando il postulato vedendola già come una scelta definitiva… stavo e sto assolutizzando tutta una serie di pensieri con cui ci entro in dialogo, ma che non portano a nulla… fino a quando:
“Al sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio”. Di chi è l’iniziativa Marco? Chi ti ha voluto più di tutti… visto che anche i tuoi genitori hanno avuto delle titubanze di tenere un terzo figlio dopo solo due mesi dall’ultima gravidanza? Chi ti ha condotti fin qui? Stai nella realtà, stai qui! Che ne sai di cosa accadrà fra qualche mese? Dimmi, quando quello che è nella tua testa si è realizzato così come lo hai pensato tu! Chi è il re della tua storia?
“Entrando da lei dissi: ti saluto piena di grazia” Voglio entrare dentro di te, voglio fecondarti, lo credi questo? Tu sei una grazia, tu sei un dono, sei mia creatura… il postulato è un’esperienza… e va vista come tale, c’è una grazia che devi capire… ti chiedo solo un passo: seguimi!
E quindi, mo’?
“Avvenga in me secondo la tua Parola” … non posso non seguirlo, devo andare… posso intuire il viaggio, ma conosco solo dove mettere il piede: su di Lui!
Marco – info@vocazionefrancescana.org
Il Signore stia accanto questi ragazzi, ci vuole coraggio a seguire Gesù! A dire Sì come ha fatto Maria! Ma questo atto di fede porta frutti meravigliosi! Una preghiera per questi ragazzi e voi frati che ci guidate con amore! Siete una testimonianza meravigliosa dell’amore del Signore! ??