Oggi è la festa di San Bonaventura da Bagnoregio e cogliamo l’occasione per parlare di come studiano i frati: tenendo ben insieme mente e cuore!
Tra i passi della formazione del frate, c’è un periodo particolare chiamato Post-noviziato (qui la pagina che ne parla in maniera approfondita). Questo tempo, fra le altre cose, è dedicato anche allo studio della teologia. Oggi è infatti molto importante che i giovani frati siano preparati, conoscano bene la nostra fede (e la Scrittura in particolare), ma anche le materie umanistiche, per potersi confrontare alla pari con il mondo di oggi.
Soprattutto nel caso in cui il giovane che entra in convento si porti entro anche la vocazione al sacerdozio ministeriale, è tenuto a studiare teologia. Tuttavia oggi sono molti i giovani frati che studiano teologia, anche se non sono orientati al ministero sacerdotale.
Ehi, sei vuoi sapere di più
su “quanto si studia per diventare frate”,
a questo link trovi l’articolo dedicato!

Ma perché i frati studiano? E come studiano? Scopriamolo un po’ insieme, parlando del nostro caro sant’Antonio, di san Bonaventura (di cui proprio oggi ricorre la festa) e del modo tutto particolare di “fare teologia” che noi francescani abbiamo”inventato”.
Una lunga tradizione
La lunga tradizione teologica francescana inizia con san Francesco vivente. Si è conservato infatti intatto fino a noi un brevissimo testo proprio di Francesco: leggiamolo insieme.
A frate Antonio, mio vescovo, frate Francesco augura salute. Ho piacere che tu insegni la sacra teologia ai frati, purché in questa occupazione, non estingua lo spirito dell’orazione e della devozione, come sta scritto nella Regola [Fonti Francescane 251-252].
Francesco scrive a frate Antonio di Padova (proprio quel frate Antonio che diventerà pochi anni dopo il grande santo che tutti conosciamo, e che riposa proprio qui, nella basilica dove noi frati del blog operiamo) perché insegnasse teologia ai frati. Da quel momento i frati francescani cominciano ad entrare in contatto con il mondo universitario che proprio in quei decenni stava nascendo e sviluppandosi in Italia e in tutta Europa. Ben presto nasce una scuola teologica francescana, cioè una corrente, un modo di fare teologia.

I francescani si caratterizzano nel medioevo per il tentativo di tenere unita la totalità della persona umana. L’uomo, infatti, è capace di conoscere la realtà e conoscere Dio, e questa conoscenza non avviene solo attraverso la ragione. La mente, pur essendo un strumento centrale del conoscere umano, è una parte di esso. Anche la volontà e gli affetti hanno un ruolo fondamentale nel conoscere. Forse oggi diremmo: conoscere non è solo comprendere, ma anche fare esperienza.
E certamente non poteva essere altrimenti: studiare usando l’intelligenza, la ragione, è importante, ma tutta l’esperienza di san Francesco (e dei suoi frati lungo i secoli) è fatta di “mani in pasta”, di relazioni, di slanci di passione, di canto, di tenerezza… E non è forse dentro tutte queste esperienze umanissime che si “conosce” davvero Dio, e si “conosce” davvero l’uomo? Ecco la sfida di noi francescani è questa: tenere insieme saldamente questi due canali, la testa e il cuore.
Solo tenendo insieme
testa e cuore
si conosce davvero!
Lo stesso sant’Antonio, il nostro grande Santo, si caratterizza proprio per questo stesso stile: da una parte grande studioso, teologo (Dottore Evangelico è detto) conoscitore della Scrittura e predicatore eccellente; dall’altra parte sempre in mezzo ai poveri, sempre attento alle loro esigenze, a difendere gli ultimi, a passare ore ed ore ad ascoltare le confessioni individuali di migliaia di persone del popolo, e poi lunghi giorni in preghiera, accarezzando (letteralmente) il suo Gesù, bambino fra le sue braccia… Ancora una volta, mente e cuore, testimoniati da due fra i suoi simboli tipici, il Vangelo e Gesù Bambino fra le sue mani: “Vangelo e carità” è il motto che sintetizza la sua esperienza!
Tra i protagonisti del fiorire del pensiero francescano, dopo sant’Antonio di Padova, troviamo proprio san Bonaventura da Bagnoregio, di cui oggi, 15 luglio, noi frati francescani celebriamo la festa. A seguire poi ci saranno anche altri grandi: il beato Giovanni Duns Scoto, fra Alessandro di Hales, fra Ruggero Bacone e tanti altri.

E i frati come studiano oggi?
Il nostro Ordine oggi ha diversi centri di studio nel mondo. Il principale si trova a Roma: è la Pontificia Facoltà Teologica San Bonaventura, detta Seraphicum, dedicata proprio al nostro grande “Dottore Serafico”, san Bonaventura.
Anche qui a Padova i nostri giovani frati studiano e vivono presso l’Istituto Teologico sant’Antonio Dottore, che porta avanti la grande eredità di Antonio proprio qui nella sua città. Anche oggi i nostri frati post-novizi cercano ogni giorno di tenere insieme “il cuore e la mente”: studiano la teologia (con fatica ed impegno) e si dedicano a molti servizi (in realtà sociali, parrocchiali, sanitarie, ecc…): se vuoi conoscere di più la loro esperienza, qui trovi molte indicazioni.
Ecco, questo è il modo di studiare di noi frati francescani, la via per conoscere Dio e la realtà. Lo sintetizza ancora un volta in modo molto efficace questa espressione: Una mente che ama e un cuore che pensa!
Grazie Signore dei doni che ci fai!
Grazie della nostra mente, della nostra intelligenza, della nostra razionalità,
che ci permettono di comprendere, approfondire, analizzare, valutare.
Grazie del nostro cuore, dei nostri affetti, dei nostri slanci, dei nostri bisogni e desideri,
che ci permettono di intuire, di smuoverci, di scegliere, di metterci in gioco.
Grazie di tutto Signore, di mente e cuore insieme,
perché, solo insieme, ci permettono di amare!
Il Signore è grande!
fra Nico – franico@vocazionefrancescana.org
Pace e bene fratello. Grazie per la fiducia. L'idea che s. Francesco fosse uno sprovveduto e un ignorante è un luogo comune da sfatare. Il Poverello era in realtà. per la situazione del tempo, un uomo decisamente colto e letterato: sapeva leggere e scrivere, fare di conto, conosceva abbastanza il latino, bene il francese,conosceva la letteratura cortese e aveva una buona conoscenza della Bibbia che citava con un ottima memoria. Sarà lo stesso s. Francesco a permettere a S. Antonio ( suo contemporaneo) di insegnare la sacra telogia ai frati e dunque ad acconsentire agli studi per i frati..Del resto… Leggi il resto »
Salve Frati Francescani a chi mi risponderà voglio chiedere una cosa. Non so come formularvi bene questa domanda ma spero di esser abbastanza chiaro. Perchè fare tanti anni di studi quando san Fracesco si dedicò solo nel vivere e nell'annunciare il Santo Vangelo senza approfondire studi ma lasciando operare lo Spirito Santo in lui? Secondo me il troppo sapere conta poco se poi alla base di tutto non c'è il tanto amare Dio e il prossimo tuo come te stesso. Come disse Gesù questi due comandi sono le basi mi perdoni la terminologia della vita cristiana. Spero di essermi fatto… Leggi il resto »