Siamo alla penultima scena della Tavola del Maestro di santa Chiara, che ci porta alla fine della sua vita.
Oggi suor Maria Francesca, giovane consacrata del monastero del Noce di Camposampiero (Pd), ci parla della settima scena. Buona lettura!
fra Nico – franico@vocazionefrancescana.org
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Altro buco temporale. Dal 1238 arriviamo al 1253, anno della morte della santa. Anni di semplice vita fraterna, anni di intensa preghiera e di segni miracolosi, anni di grande sofferenza fisica, anni di vita alla sequela di Cristo povero, in “santa unità e santa umiltà”. Anni di grande discernimento per scoprire la propria identità, quella di Chiara, come sorella e madre, e quella delle sorelle, come famiglia.
Tanto difficile è stato capire quale regola adottare per vivere radicalmente la povertà, rimanendo unite a quanto Francesco aveva loro raccomandato. Alla fine sarà la stessa Chiara insieme alle sorelle che traccerà i 12 capitoli della Regola, paralleli a quelli dei frati minori.
Anni quindi di vera conformazione a Gesù, lo sposo così tanto bramato e ricercato.
Gli ultimi momenti
Nella scena qui rappresentata siamo agli sgoccioli della sua vita terrena. Dopo circa 40 anni di monastero e, di questi, 28 di infermità, sente di essere arrivata alla soglia di un viaggio.
«Va’ sicura – disse – perché avrai una buona guida di viaggio. Va’, perché chi ti ha creato, ti ha santificato e, custodendoti sempre come una madre custodisce suo figlio, ti ha voluto bene con amore. Tu, Signore che mi hai creato – soggiunse –, sii benedetto». E quando qualcuna tra le sorelle le chiese a chi stesse parlando, rispose: «Io parlo all’anima mia benedetta». (LegSC 46; FF 3252-3253).
Di inizio in inizio: Chiara ricorda il passato con estrema riconoscenza; benedice il Signore nel presente; è fiduciosa del viaggio futuro.
Maria ancella
La Tavola, a questo punto, mette in scena una visione che sorprende delle sorelle (le due a sinistra dietro la “finestrella”).
“Una turba di vergini vestite di bianco che portavano ognuna sul capo ghirlande d’oro. Avanzava tra loro una più luminosa delle altre, dalla cui corona si irradiava tanto splendore che la notte stessa si trasformava nella luce del giorno in quella casa”. Riconoscono in questa donna più luminosa la Vergine Maria, che, come una madre premurosa, “si avvicinò al lettuccio ove giaceva la sposa del Figlio e con grande affetto si piegò su di lei, stringendola in un abbraccio dolcissimo”.
La sposa è pronta
Chiara è distesa sul giaciglio, poveramente vestita come lo era sempre stata. Quelle anime sante, ora, la stanno coprendo con un drappo di seta – abito nuziale – all’ingresso della dimora celeste. Se affinate la vista, potrete vedere come questo velo abbia il bordo rosso (vi ricorda qualcosa questo colore?), ma non solo: ha delle righe, le stesse righe dell’abito grezzo… ma rosse anch’esse. La povertà amata da Chiara come via di sequela di Cristo sposo.
Maria entra in scena non soltanto come la Madre della Consolazione, ma come damigella divina è coinvolta attivamente.
È lo stesso Signore!
Quello che sorprende, oggi, 2020, è scoprire che il Signore Gesù di 800 anni fa è esattamente lo stesso. Sembra una banalità ma, a pensarci bene, come è possibile che dopo tutti questi secoli c’è ancora qualcuna che abbraccia la Regola di Chiara e si riconosce pienamente nella sua esperienza di fede e di carità?
Agli ultimi momenti della sua vita terrena, infatti, Chiara “voltandosi verso una delle figlie, disse: «Vedi anche tu, o figlia, il re della gloria che io vedo?»”. E con emozione rispondiamo: sì, madre, è lo stesso re della gloria, che vediamo anche noi, dal principio fino all’eternità.
Spesso ci dimentichiamo che la Chiesa non è solo quella che ci circonda qui e oggi, ma si completa con gli innumerevoli santi, in primis Maria, che hanno testimoniato il Regno dei cieli. Non siamo soli! La comunione con loro continua e ci accompagna fino alla fine, per gioire insieme nell’eterna lode di festa.
Chiara, dolce figlia della Madre di Dio,
insegnaci a lasciarci trasformare nell’immagine di Dio. Prega per noi.
suor Maria Francesca – monastero@clarissedelnoce.it