Oggi, siamo molto contenti di poter condividere l’esperienza di un altro nostro confratello, fra Emanuel Dorcu, un giovane frate proveniente dalla Romania, ma che ora vive a Padova, al Convento S. Antonio Dottore, dove studia teologia preparandosi al servizio pastorale e al ministero. Fra Emanuel ci parla della gioia, uno dei caratteri distintivi fondamentali, dei segni della vocazione cristiana e ancora di più di quella francescana! La gioia: una perla preziosa, però da custodire e amare e difendere.
Molti di voi ci hanno confidato che all’inizio è stato difficile decidere di mandarci una mail per iniziare un contatto: “Perché dovrei scrivere a questi strani frati che pubblicano cose su internet…?”
Alcuni ci hanno poi detto che la molla che li ha spinti a cliccare sul link, a fidarsi, e così aprire un dialogo è stata leggere una testimonianza.
Allora, a maggior ragione: grazie fra Emanuel della tua testimonianza.
Dunque anche tu, caro amico che stai leggendo, e magari hai scoperto un piccolo fuoco dentro di te, non avere paura: scrivici! Siamo qui per questo! A presto
Scorrendo quelle righe mi sono ricordato di un’esperienza un po’ negativa che ho vissuto tempo fa. Si tratta in realtà di un piccolo episodio, su cui però ho riflettuto molto e che ora mi piace condividere con voi.
Era un giorno di festa e io avevo proprio voglia di trascorrerlo come tale, nella gioia e nella serenità. Però, due persone a me molto vicine e care, esattamente in quel giorno, erano incattivite e tristi, cariche di negatività e pessimismo.
Ricordo molto bene il forte impatto di quel loro stato d’animo su di me, in profondo contrasto con il mio desiderio di trascorrere una giornata luminosa e bella. Ricordo anche come, inconsapevolmente, ma progressivamente, mi fossi lasciato coinvolgere dalla loro tristezza a tal punto da rinunciare quel giorno al mio desiderio di essere felice, quasi a pensare che la gioia tanto agognata in realtà non mi riguardasse e che neppure la meritassi.
frati che si divertono
Adesso, ritornando a quell’episodio e avendo sullo sfondo le profonde indicazioni di papa Francesco, sono riuscito a rendermi meglio conto dell’errore fatto e così “sbugiardare” quell’inganno e quel forte condizionamento interiore che mi aveva bloccato e non mi aveva permesso di gioire pienamente come avrei voluto, facendomi così trascorrere una giornata triste, con il freno a mano tirato.
Considero quindi provvidenziale quello che ho letto, come se mi avesse parlato Dio che sa manifestarsi in vari modi, anche attraverso le sagge parole del Papa.
Nel mio caso sono state parole che, mi hanno suggerito una via da percorrere: quella della libertà interiore, quella dell’ascolto profondo di me, oltre ogni condizionamento o evento manipolatore o ingannatore.
Ringrazio il Signore, che anche in questo piccolo fatto, mi ha mostrato la sua presenza offrendomi l’opportunità di riflettere su me stesso per una vita più gioiosa e bella e autentica e vera.
La felicità dunque, riguarda anche me e la gioia che ho nel cuore da nessun male o tristezza esterna voglio mi sia più derubata o soffocata; a tutti invece voglio donarla e offrirla, nel Signore, da lieto frate francescano.