Oggi l’Ordine Francescano ricorda il martirio di cinque frati (16 gennaio del 1220) inviati da Francesco ad annunciare il Vangelo ai musulmani in Marocco.
Questi primi missionari provenivano dall’Umbria e nel lungo cammino di avvicinamento, sostando a Coimbra in terra portoghese, suscitarono la vocazione francescana nel cuore di un giovane di 25 anni, Fernando di Buglione, poi divenuto frate Antonio, quindi Sant’Antonio di Padova.
Non posso qui non pensare con gratitudine alle tante persone che anche oggi sanno attrarre il cuore di un giovane alla vita religiosa! La vocazione, infatti, oltre che dalla libera iniziativa dello Spirito, attinge linfa nel tessuto famigliare, dalla fede di mamma e papà, dalla passione dei sacerdoti incontrati, dal donarsi generoso di catechisti, dalla testimonianza quotidiana come dalla preghiera semplice e silenziosa di tanti cristiani anonimi… La vocazione è sempre un “fatto di Chiesa”; non è mai puramente un evento individuale e autoreferenziale.
Un “evento di Chiesa” e di comunione è stato anche il recente pellegrinaggio di giovani e frati in terra portoghese (estate 2017) sulle orme dei Protomartiri francescani e di sant’Antonio. Ce ne parla frate Fabio Turrisendo, giovane frate, da qualche mese mio collaboratore, che imparerete a conoscere ed apprezzare su questo blog.

Giovani e frati nella terra di S. Antonio
A Coimbra si può quasi toccare con mano come la grande storia, quella scritta con i nomi famosi dei grandi santi, si costruisca sempre con l’intreccio di trame quasi invisibili, piccole, ordinarie e quasi anonime. Nel monastero di Santa Cruz della ex capitale portoghese ha vissuto “il Santo di Padova” quando si chiamava ancora Fernando e si era da poco trasferito dalla città natale, Lisbona, per trovare più pace e profondità nella vita spirituale come canonico agostiniano.
La storia dei santi si costruisce
con vicende piccole, quasi anonime
È proprio lì, in un luogo ordinario come la portineria del convento, che il giovane Fernando un giorno fa la conoscenza di cinque strani personaggi: sono i primi cinque frati francescani che il Poverello di Assisi aveva inviato missionari in quelle terre occidentali. Come saranno apparsi Berardo, Accursio, Ottone, Adiuto e Pietro, questi i loro nomi, agli occhi del giovane monaco portoghese? Con la loro parlata italiana, gli abiti poveri cinti da un cordone, i piedi segnati dal molto camminare, ma di sicuro con una luce negli occhi che testimoniava la gioia di donare la propria vita per il Signore e per annunciare il Suo Vangelo fino ai confini della terra.
La loro breve missione si conclude nel sangue, poiché furono uccisi dai musulmani in Marocco, e proprio oggi 16 gennaio ricorre la memoria del loro martirio. Quella dei primi cinque martiri francescani è una vicenda poco conosciuta ai più, come quasi sconosciuti sono i loro nomi. Ma la loro storia “ordinaria” ha avuto un esito straordinario e ha dato una svolta alla vocazione del Santo, poi diventato famoso in tutto il mondo: è proprio grazie ad essi che il nostro Fernando decide di farsi frate francescano prendendo il nome di Antonio, per vivere anche lui quello stile di semplicità e di missione che aveva visto in Berardo e nei suoi compagni.
È davvero emozionante camminare sotto le antiche volte di Santa Cruz e sapere che tra quelle mura persone semplici e concrete come Berardo e sant’Antonio si sono incontrate, le loro vite si sono intrecciate e le conseguenze di queste trame della Provvidenza le possiamo toccare ancora oggi, 800 anni dopo.
fra Fabio Turrisendo – fabio.turris@gmail.com
- Molte altre interessanti notizie sui primi cinque martiri francescani si trovano anche nel Blog “Cantuale Antonianum”
- Nel canale del Messaggero di Sant’Antonio, una serie di video di fra Mario Conte ripercorre la biografia del Santo: qui l’episodio dell’incontro di Fernando con i protomartiri.


Primo convento francescano della città e luogo dove S. Antonio veste l’abito francescano