Una delle consuetudini tipicamente francescane è quella di ritrovarsi nel così detto “Capitolo” per dei momenti di fraternità, scambio, formazione, programmazione.
Il “Capitolo” vede dunque i frati insieme per discutere e dirimere le tante questioni (ideali, spirituali, pastorali… ma anche più pratiche) di una comunità. Il Capitolo è però sempre anche un’occasione di gioia e incontro, di scambio e di convivialità semplice, dove la fraternità e i vincoli di comunione reciproci si rinnovano e si rinsaldano nel nome del Signore e del comune ideale francescano.
Recentemente, nella gioia della Pasqua, come riportato nel loro blog “Vocation franciscaine“, tutti i frati della nostra custodia di Francia – Belgio si sono incontrati a Narbonne, presso il convento di San Bonaventura, per vivere insieme nel “Capitolo”, un momento di formazione e di comunione e celebrare la presenza del Risorto in mezzo a loro.
fra Alberto – fraalberto@vocazionefrancescana.org
Già nelle antiche cronache sono riportati questi incontri caratterizzati da uno stile di gioia e letizia e semplice condivisione. Ecco per es. come ne parla uno dei primi biografi francescani, Tommaso da Celano (Vita prima – Fonti Francescane n. 386-387)
Com’era ardente l’amore fraterno dei nuovi discepoli di Cristo! Quanto era forte in essi l’amore per la loro famiglia religiosa! Ogni volta che in qualche luogo o per strada, come poteva accadere, si incontravano, era una vera esplosione del loro affetto spirituale, il solo amore che sopra di ogni alto amore è fonte di vera carità fraterna. Ed erano casti abbracci, delicati sentimenti, santi baci, dolci colloqui, sorrisi modesti, aspetto lieto, occhio semplice, animo umile, parlare cortese, risposte gentili, piena unanimità nel loro ideale, pronto ossequio e instancabile reciproco servizio. Avendo disprezzato tutte le cose terrene ed essendo immuni da qualsiasi amore egoistico, dal momento che riversavano tutto l’affetto del cuore in seno alla comunità, cercavano con tutto l’impegno di donare perfino se stessi per venire incontro alle necessità dei fratelli. Erano felici quando potevano riunirsi, più felici quando stavano insieme; ma era per tutti pesante il vivere separati, amaro il distacco, doloroso il momento dell’addio”.