Trascrivo per tutti oggi la testimonianza di un giovane frate, fra Simone, che racconta la sua vicenda vocazionale e il senso di una scelta, come la consacrazione religiosa, a dir poco inusuale. Preghiamo per lui e per i suoi fratelli del convento “S. Antonio dottore”.
Forse molti di voi non conoscono nulla del Convento “S. Antonio Dottore” in Padova. Qui vive una comunità francescana molto speciale, composta prevalentemente dai giovani frati (vedi il loro Blog), che terminato l’anno di Noviziato, proseguono in questo luogo il discernimento e la propria formazione spirituale e umana e in particolare vi compiono gli studi teologici.
Si tratta di 4 o 5 anni impegnativi e “impegnati”, ricchi di tante ore sui libri…., di varie esperienze pastorali e di servizio e molto altro (vedi l’immancabile partita a calcio) in vista della Professione solenne (frati per sempre!!) e per alcuni, dell’Ordinazione sacerdotale. In Italia, noi frati minori conventuali, abbiamo altri due centri analoghi: a Roma (Seraphicum) e ad Assisi (Franciscanum).
fra Alberto – fraalberto@vocazionefrancescana.org
A mano a mano che gli anni passano e vivo esperienze, incontri, momenti di gioia e dolore… a mano a mano che sperimento l’agire di Dio nella mia vita, cresce in me il desiderio di ringraziare il Signore per quanto ho ricevuto e continuo a ricevere da Lui. Vorrei brevemente ripercorrere con voi alcuni “luoghi” per me particolarmente significativi, tappe della mia vita che mi hanno condotto fino a vivere oggi in questa fraternità.
Tutto ha avuto inizio dentro il mio contesto familiare dove, fin da giovane, ho potuto respirare una fede semplice e genuina vissuta attraverso piccoli gesti concreti di solidarietà. In essa ho potuto crescere nella libertà e nella fiducia, libertà di poter essere me stesso, di poter maturare sia umanamente che spiritualmente. La testimonianza di vita che mi hanno trasmesso i miei genitori è stata per me fondamentale. I loro tanti anni di vita insieme mi dicono che cosa significhi amare ed essere fedeli, mi parlano anche di pazienza, aiuto reciproco e di perdono… Essi mi hanno insegnato anche a vivere i momenti difficili della vita invitandomi ad aprirmi sempre alla speranza, speranza che non è fingere che i problemi non esistano, ma è sapere che essi non sono eterni , che le ferite guariranno e le difficoltà si supereranno…L’incontro con i frati minori conventuali avviene a Camposampiero nel convento dei Santuari antoniani.
Oggi non ho dubbi a credere che è stata la Provvidenza (che per me ha nomi e cognomi) a condurmi in quel luogo: è stato come trovare una sorgente d’acqua dopo tanti giorni di deserto. La disponibilità di un frate, immediatamente disponibile ad ascoltarmi con gratuità, mi colpì molto. Proprio con lui iniziai un cammino per poter fare verità dentro di me. Ricordo che mi invitava spesso ad andare in profondità e a chiedermi il “perché” del mio agire. L’accoglienza che sperimentai da lui e dagli altri frati di quella comunità mi fecero sentire come a casa: respiravo aria di famiglia…
Nei mesi che hanno preceduto il mio ingresso in convento è stato fondamentale, oltre al sostegno della mia famiglia, stare quanto più tempo possibile con il Signore per pregare e per capire se era proprio questo quello che Lui voleva da me… Era importante “ritagliarmi” dei tempi di silenzio e trovare luoghi che mi aiutassero a pregare.
Il luogo che più amavo era il monte Grappa! Quante volte ho raggiunto a piedi questa montagna, partendo dal santuario della Madonna del Covolo. Quando arrivavo alla vetta, dopo tre ore di cammino, potevo godere di un paesaggio davvero bello: guardando verso nord vedevo le Dolomiti feltrine, mentre osservando in direzione sud riuscivo a scorgere persino l’Adriatico! È da sempre un luogo che mi predispone alla preghiera e in particolare a quella dei Salmi. È infatti il Salmo 23 che sta alla base della mia chiamata: “Anche se vado per una valle oscura, non temo alcun male, perché tu sei con me”.
Nello sguardo che posava su di me, Dio mi invitava a seguirlo, a non avere paura; mi invitava a credere nel suo Amore, che vince anche la morte. Sotto lo sguardo di Dio mi sentivo finalmente libero e amato. Capivo anche che l’Amore di Dio è assolutamente gratuito, non è meritato e nemmeno guadagnato, ma è soltanto da accogliere e restituire… al mio “prossimo”.
Ecco allora quello che ogni giorno continuo a chiedere al Signore: la forza del Suo Spirito per poter ricominciare sempre da Lui, per dire il mio sì alla vita, alla possibilità di dare quanto ho ricevuto: l’Amore!
fra Simone – info@vocazionefrancescana.org