I Frati e gli “orfanelli di S. Antonio”: Una domanda che molti mi rivolgono riguarda le attività di noi frati : “Cosa fannno i frati?”
Come ho già più volte spiegato in precedenti post, il frate francescano orienta la propria vita attorno ad un unico grande ideale e carisma così come indicato da san Francesco all’inizio della Regola: “Vivere il Vangelo”. Tale indicazione così essenziale e radicale gli chiede di tenere sempre e prima di tutto fisso lo sguardo e il cuore e la mente su Gesù, unico motivo per cui si sceglie la vita religiosa.
Allo stesso tempo, questo radicamento in Gesù, offre al frate francescano una straordinaria libertò di azione che gli consente di occuparsi di molteplici attività come di rinnovarsi continuamente in base alle necessità della Chiesa e del popolo di Dio, del mutare dei tempi e delle condizioni sociali. Dunque un frate francescano può essere impegnato direttamente nella pastorale ( in parrocchia o in santuari) , ma anche andare in missione se è necessario, oppure può insegnare all’università come semplicemente fare il portinaio o avere a cuore la cucina o l’infermeria del convento, andare alla questua come essere un fine e raffinato teologo, occuparsi dei poveri e scrivere libri, curare i disabili e accogliere i barboni..ecc..Nei secoli la spiritualità francescana si è sbizzarrita in tante attività e opere, mai perdendo però di vista l’unica cosa necessaria e irrinunciabile : “La regola e vita dei frati minori è questa: osservare il santo Vangelo del Signore nostro Gesù Cristo”(San Francesco).

Al riguardo mi piace accennare oggi ad un’opera importantissima che noi frati francescani conventuali del nord Italia conduciamo e portiamo avanti qui vicino a Padova, con l’aiuto e il sostegno di tanti benefattori: Il villaggio S. Antonio, sorto nel 1952 a Noventa Padovana (PD) per rispondere ad una gravissima urgenza educativa del tempo.
Si trattava di prendersi cura di tantissimi ragazzi rimasti orfani e senza una famiglia a causa della guerra da poco terminata. I frati della Basilica del Santo dunque, in nome di S. Antonio, cominciarono ad accogliere schiere di bambini, diventando la loro famiglia, e quindi dando loro una casa, una educazione umana e cristiana e un’ottima istruzione intellettuale e professionale insieme a tanto amore e dedizione e dunque garantendo ad essi un futuro sicuro e dignitoso.

Migliaia sono gli “Orfanelli di S. Antonio” che grazie alla bontà e alla cura dei frati hanno potuto avere una vita buona e normale, costruirsi una famiglia, avere un futuro. Con il mutare dei tempi e le condizioni sociali, via via il grande orfanatrofio si è trasformato e riadattato ad accogliere nuove povertà. E dunque il Villaggio (dagli anni ’90) ha aperto le porte a persone con handicap e gravi disabilità e minori in grosse difficoltà familiari. Cuori feriti, abbandonati o offesi nella dignità, famiglie da aiutare e da valorizzare … : il Villaggio dunque continua ad essere una grande famiglia, composta dai frati francescani della Basilica di S. Antonio, dalle Suore Francescane Missionarie di Assisi, volontari, operatori e ragazzi, che crede in un modo diverso di stare insieme, che cresce nel reciproco donarsi; una famiglia dove nessuno è così povero da non avere qualcosa da dare, né così ricco da non aver bisogno di ricevere. In quest’opera che vede i frati impegnati da tanti anni al servizio degli ultimi, il vero grande ipiratore è un francescano straordinario: S. Antonio di Padova, che da sempre vigila ed ha a cuore i suoi figli più bisognosi e piccoli. A lui la nostra preghiera perchè continui ad intercedere su tutti noi.
Benedico tutti.
frate Alberto – fraalberto@vocazionefrancescana.org