In questi mesi estivi sicuramente vi sarà capitato una sera di contemplare uno stupendo tramonto sul mare, o di restare incantati di fronte allo splendore di un panorama alpino, o magari, semplicemente commuovervi per un incontro con una persona cara o per avere ascoltato una musica che vi ha trasportato “oltre”..
E’ bello pensare, forse perchè non più così scontato, che ancora abbiamo la capacità di stupirci e meravigliarci e lasciarci toccare il cuore dalla “Bellezza”. La “Bellezza”: un richiamo dell “Infinito” che è inscritto in noi, un segno della presenza misteriosa eppure vivissima di Dio anche in ogni più piccola particella del cosmo. Purtroppo però, talvolta, come dice il salmo 114, abbiamo “occhi, ma non vediamo…orecchi e non sentiamo”..!!! Un grande scrittore inglese Gilbert Chersterton (convertitosi al cattolicesimo con molto scandalo dei suoi colti colleghi ) scriveva : “nel mondo non mancano certo le “meraviglie“, quanto piuttosto la “meraviglia“! E così la nostra vita si protrae spesso triste, ripiegata, senza slanci, timorosa…anzichè essere ripiena di lode e gratitudine e riconocenza e gioia…
Qualcuno si chiederà cosa centra tutto questo con la vocazione!? Ebbene cari amici, solo un cuore che ancora si lascia stupire, che ancora coglie l’incanto del creato, che ancora sa riconoscere gli innumerevoli segni di “bellezza” che costellano la propria esistenza e quella nel mondo, solo costui, ha ancora gli occhi puri e limpidi di un bambino, solo costui ha l’animo libero per una risposta più generosa e gioiosa anche ad una chiamata tanto impegnativa e alta come è quella religiosa francescana.
La vocazione francescana infatti scaturisce e germina, come per S. Francesco da una lode del cuore e dell’animo verso Gesù, il Signore, “il più bello fra i figli dell’uomo” (Sal 44); scaturisce dal riconoscimento grato e meravigliato del Suo agire stupendo e provvidente nella nostra vita, nella vita di ogni uomo e nel mondo.
“Laudato sii mi Signore”: ecco lo slogan, il progetto di vita di san Francesco e di ogni francescano.
Oggi vi propongo al riguardo la riflessione di un giovane, Giulio, (di 19 anni) che recentemente ha partecipato ad Assisi agli esercizi spirituali vocazionali. Giulio ci parla proprio della “bellezza”. Lo ringrazio per il contributo che ci offre, ancora più prezioso, considerando la sua giovanissima età.
Vi benedico. Al Signore Gesù sempre la nostra Lode.
fra Alberto – fraalberto@vocazionefrancescana.org

Ti sei mai chiesto perché, talvolta, quando ti trovi ad osservare un paesaggio, un plenilunio, un tramonto, una persona o, più semplicemente, una particolare opera d’arte, non puoi trattenerti dal sospirare?
Ti sei mai chiesto perché senti dentro di te il desiderio di fermare il tempo e rimanere solo, tu e “quel qualcosa” che ti ha stupito, in una dimensione estatica ed eterna?
Quel flebile sospiro, o quel desiderio di perpetua contemplazione non sono altro che la manifestazione di una spontanea attrazione, insita in noi, per quella realtà ammirata. Perché questo accade?
Semplicemente perché in quell’oggetto, in quella persona, in quella porzione di Creato, abbiamo riconosciuto la Bellezza.
Badate che l’idea a cui alludo con il termine “Bellezza”, non ha niente a che vedere con quella propostaci da questa nostra società che si nutre di consumismo e di conformismo. Non vi è nulla di Bello, ad esempio, in quei corpi svenduti che i media ci mostrano. Bello è ciò verso cui si è attratti non perché mossi da interessi o secondi fini, ma perché piace di per sé.
“Il gusto del Bello – come sosteneva Kant (grande filosofo del 1700) – è un piacere disinteressato e libero perché in esso l’approvazione non è imposta da alcun interesse, né da sensi, né dalla ragione.(…) Infatti ogni interesse presuppone o produce un bisogno e, come motivo dell’approvazione, non lascia libertà al giudizio sopra l’oggetto.”
Noi giovani siamo spesso indotti a pensare ogni cosa in termini di tornaconto: “bello” è qualcosa, nella misura in cui mi dà ebbrezza o piacere. Ma questo sistema non fa altro che renderci dipendenti da un bello che non è vera Bellezza, ma menzogna o illusione, e ci rende in ultima analisi schiavi di noi stessi. Diveniamo schiavi dell’apparenza, del fumo, della moda, del piacere, dell’ozio, del nostro cellulare, del nostro appuntamento con facebook.
Sapete cosa vuol dire essere schiavi? Significa non potere essere pienamente sé stessi, significa dipendere da un altro, significa non poter fare a meno di un oggetto… ci pensate! Essere schiavi vuol dire semplicemente non essere liberi.
Chi più di noi giovani cerca la Libertà? Chi più di noi la implora, la supplica, la pretende?
Ma, se ci pensiamo… chi più di noi giovani, in quest’ansia di autoaffermazione e indipendenza, non trova altro che schiavitù?
Sciogliamoci da queste benedette catene che ci soffocano, ci avvinghiano e ci trattengono in uno stato di passività e sudditanza che non ci è proprio! Troviamo il coraggio di guardare in alto! la Bellezza non è un’ utopia! C’è, è fra noi, è in noi. La si può scorgere in un fiore, negli occhi o nel sorriso di una ragazza, in un’alba, nella musica, ovunque…
Il dovere di noi giovani è amarla, coltivarla, ma soprattutto difenderla; saremo più liberi e più veri e potremo finalmente dare risposta a quel sentimento di insofferenza e a quel desiderio di evasione che tanto ci urge: la Bellezza, e a dirlo era Dostoevskij, salverà il mondo!
Ogni grande opera d’arte, come la Natura stessa, è Bellezza. E, fate attenzione, se come scriveva Schelling (filosofo vissuto tra il 1700 e il 1800) l’Arte non è altro che rappresentazione del trascendente nell’immanente, trovando la Bellezza non faremo altro che toccare con mano l’Infinito stesso.
Giulio Brentazzoli
A me è successo proprio così, qualche settimana fa: ho preso maggiore "coscienza" di quanto il Signore sembra chiedermi dopo averLo ringraziato per quanto mi ha regalato nell'ultimo anno… una lunga preghiera di ringraziamento scaturita d'improvviso dal cuore come mai prima di quel momento, scandita da lacrime di gioia e di stupore…e nel ringraziarLo, molte "tessere" sono andate al loro posto come da sole: gli avvenimenti di un anno si sono legati gli uni agli altri rendendomi ancor più evidente tutto ciò che, con infinito amore e infinita pazienza, il Signore ha fatto per me e rendendomi chiaro altresì quante… Leggi il resto »
Grazie di cuore Benedetta.
Il Signore ti "benedica". frate Alberto