Luca, postulante a Brescia, ci racconta che cos’è il postulato per lui, come ha vissuto questo primo anno in convento con noi frati! Grazie Luca di questa bella testimonianza!

Questo primo anno di postulato, è stato per me un’esperienza importante, mi ha permesso di crescere sotto molti aspetti, sia a livello spirituale che a livello umano. Si dovrebbero usare molte parole per poter condividere tutto ciò che ho vissuto, ma voglio provare a sintetizzare qui qualcosa.
Un’esperienza di preghiera
In postulato ho potuto vivere un’esperienza di preghiera profonda ed intensa, grazie anche al padre spirituale di noi postulanti, che ci ha dato gli strumenti per pregare; ho così imparato ad apprezzare il valore del silenzio, dello stare davanti al Signore semplicemente contemplando la sua presenza; la preghiera a Lui fatta di parole essenziali, percependo la mia relazione di figlio con il Signore che è Padre, sempre pronto ad accogliere e consolare.
Oltre ai vari momenti di preghiera comunitaria è stato importante, nei momenti liberi, avere la possibilità di crearmi uno spazio di preghiera personale, a volte, soprattutto nelle giornate più intense, si ha davvero l’esigenza di stare con Dio, in uno spazio intimo, sia che si abbia poco tempo a disposizione o un tempo maggiore, la cosa importante, è quel tempo, utilizzarlo in maniera consapevole, perché è prezioso.
Il contatto giornaliero con la Parola di Dio mi ha permesso di stare maggiormente in ascolto di me stesso, delle sensazioni e dei sentimenti che abitano dentro di me, perché sono un ulteriore strumento per potermi mettere in discussione. Attraverso ciò ho potuto sperimentare per la prima volta in modo intenso, non solo cosa voglia dire portare al Signore le difficoltà, ma anche vivere le desolazioni, che sempre aiutano a riflettere, a conoscere di più se stessi e scoprire l’aiuto e la forza del Signore per riuscire a superarle.
Un’esperienza di confronto
Attraverso momenti di fraternità ho avuto la possibilità di conoscere gli altri fratelli in cammino con me, condividendo vite, esperienze fino a fidarci, al punto di sostenerci e incoraggiarci a vicenda nei momenti di difficoltà o gioire insieme per i risultati positivi raggiunti.
Mi ha permesso così di confrontarmi, al di fuori della famiglia, con persone che non conoscevo, con diverse età, esperienze e modi di vivere la vita; questo mi ha dato l’opportunità di imparare l’accoglienza e il rispetto e l’accettazione di chi ho di fronte così com’ è; anche se ciò può mettere in discussione il modo che ho io di vedere le cose e fare quanto mi viene richiesto, di ricevere a mia volta, da chi ho accanto lo stesso.
Anche attraverso i colloqui con varie figure formative ho avuto l’opportunità di conoscere meglio me stesso e come vedere in modo diverso le dinamiche di gruppo o tra i singoli, che a volte si creano per trovare una risposta utile per poter rispondere in modo pro attivo.
Un’esperienza di servizio e crescita
Il confronto con l’altro, essendo in un rapporto alla pari, mi ha permesso di sviluppare la mia sensibilità, non solo verso chi ho vicino (i fratelli in cammino con me e i frati della comunità) ma anche attraverso i servizi svolti al di fuori del convento, ai bambini e agli ammalati, a scoprirmi amato non solo dal Signore, ma anche dagli altri e a ricambiarli a piene mani.
Attraverso la lontananza da casa, a volte vissuta con difficoltà, ho potuto mettermi alla prova, mantenendo dalla famiglia una distanza buona, che mi ha aiutato a crescere e a maturare. Ho imparato la pazienza e l’impegno attraverso gli incarichi che mi venivano affidati, sempre a coppie (all’inizio è stato difficile) per imparare a confrontarsi, passando dall’indipendenza alla collaborazione a al dialogo, aspettando e rispettando anche i tempi dell’altro, per svolgere il compito richiesto, vedendolo come servizio agli altri fratelli e alla comunità.
Un’esperienza di vita bella e piena
Alcuni servizi, per esempio quelli liturgici, mi hanno permesso di sperimentarmi, superando, quasi del tutto, la mia timidezza, per il fatto di essere uno dei punti di attenzione di un gruppo di persone; accettando di me anche le mie imperfezioni; i piccoli errori che possono accadere a causa dell’emozione, senza colpevolizzarmi, ma utilizzarli come stimolo, per continuare a fare le cose con amore e spirito di servizio al Signore.
Questa esperienza, ciò che ho potuto apprendere da questo primo anno di postulato, sono utili per proseguire, anzitutto occorre che io continui a lavorare su me stesso per far maturare i doni ricevuti dal Signore, la fiducia, esprimere ciò che sento, attraverso un dialogo sereno e costruttivo con chi ho vicino, ascoltarlo, riuscire a crescere e relazionarsi in maniera bella, che porti frutti positivi di amore; infatti solo attraverso il confronto con l’altro si può essere stimolati a mettersi in discussione e a scoprire sé stessi.
Desidero allora continuare a lasciarmi alimentare dalla preghiera, lasciarmi guardare e guidare dal Signore senza paura, per cercare di capire con maggior chiarezza la Sua Volontà sulla mia vita.
Viviamo e camminiamo nella gioia… perché davvero il Signore è grande!
Luca, postulante a Brescia – info@vocazionefrancescana.org
