Fabrizio, uno dei giovani che partecipano agli incontri del nostro Gruppo Vocazionale san Damiano, ci racconta che cosa accade in uno degli incontri del gruppo.
Chi ci segue da un po’ sa bene che una delle nostre proposte principali è il Gruppo Vocazionale San Damiano (qui puoi scoprire di più). È il gruppo che raduna tutti i giovani in ricerca vocazionale per camminare insieme e scoprire quale sia la strada della loro vita.
Noi frati francescani proponiamo questo gruppo in vari luoghi, fra cui:
- Brescia – Convento san Francesco, per i giovani del Nord Italia;
- Osimo (AN) – Convento san Giuseppe da Copertino, per i giovani del Centro Italia;
- Montella (AV) – Convento san Francesco, per i giovani della Campania-Basilicata (per le altre regioni del Sud, contattateci e vi sapremo indicare di volta in volta il luogo).
Ma cosa accade in questi incontri? Ascoltiamo oggi la testimonianza di Fabrizio, un giovane in cammino, che ci racconta l’ultimo incontro del gruppo ad Osimo.
Grazie Fabrizio della tua condivisione, e grazie a i tanti giovani che si mettono in cammino con noi. Chiediamo a tutti come sempre di accompagnarci con la preghiera.
fra Nico – franico@vocazionefrancescana.org

Un po’ come Dante – perso in una selva oscura alla ricerca di qualcuno – inizio il mio viaggio verso Osimo (Ancona), per il secondo appuntamento del gruppo San Damiano dal titolo: “Degno di fede è colui che vi chiama: Egli farà tutto questo” (1Ts 5,24).
Con sentimenti di gioia – che si mischiano a pensieri e domande – salgo sul pullman che parte da Salerno. Durante il viaggio ripenso un po’ a quello che era stato il primo incontro, dove mi ero lasciato con tantissime paure. Incrocio anche tanti volti che sembrano smarriti nelle corse frettolose. Mi rivedo in loro e subito balena in me la domanda: “Chi stai seguendo il servo o il padrone?”
Arrivato a Roma Termini incontro Giovanni e Davide (due dei sei ragazzi in discernimento), che condivideranno con me questo secondo tratto di viaggio.
Giunti ad Osimo la fraternità dei frati e dei postulanti si mostra subito pronta ad accoglierci. Tutto sembra ripartire da dove avevo lasciato. Ma questa sera scorgo tra i volti una persona nuova: Gabriele, un ragazzo romano che si unisce a noi in questo cammino di discernimento.
Dopo la cena, con gli altri ragazzi abbiamo la possibilità di visitare i luoghi dove è vissuto san Giuseppe da Copertino, figura di santità che mi sorprende molto; mi rivedo in lui, un po’ per il carattere, ma anche per alcune situazioni e per come lui le ha vissute (anche se vi assicuro che la santità è ancora lontana anni luce da me). Comunque storia intensa e impregnata di vera umanità la sua.
Sabato mattina, condotti da fra Flavio, è ancora la figura di Abramo che ci accompagna (come nel primo incontro); dopo la chiamata e la partenza, questa volta Dio promette un’alleanza e una discendenza numerosa come le stelle del cielo (Gen 15,1-21).
Dio pro-mette cioè Mette-Davanti: questo ci fa capire che non conosceremo mai in anticipo quello che il Signore vorrà donarci in futuro, ma lo scopriremo solo camminando giorno per giorno.
Nel deserto della mattina entro nel silenzio e come Abramo mi scontro con i miei dubbi. Nella testa risuonava il passo: «Dio mio, che cosa mi darai?» e scopro che anch’io come Abramo rischio di guidarmi da solo, giocando al ribasso. Dov’è la fiducia? Forse mi accontento di una vita mediocre?
Nel pomeriggio fra Luca ci ha accompagnati – facendo ricorso alla Leggenda dei tre Compagni (FF 1410-1411) – alla scoperta della missione che il Crocifisso affida a Francesco: “Va’ e ripara la mia casa”. Dopo il dubbio su chi seguire, cioè se il servo o il padrone, Francesco si sente motivato e parte integrante della Chiesa con un forte desiderio. E con grande gioia si mette subito al lavoro.
Il cammino è fatto di ricerca, desiderio e passi: se non c’è ricerca non nascerà il desiderio e quindi non sarà mai possibile fare il passo. Che cosa provo io interiormente quando sono davanti al Signore? Quale posto voglio occupare nella chiesa per seguire e servire il Signore? Tante domande che si aggiungono alle altre.
Con il dialogo che produce la gioia, nell’adorazione eucaristica consegno al Signore quanto ho ricevuto, nell’attesa di confrontarmi con un frate per un colloquio individuale: da esso esco poi ancora più edificato. Chi tiene lo sguardo su Gesù impara a vivere per servire. Questo secondo giorno si conclude in fraternità con i postulanti nella spensieratezza di un gioco.
Domenica mattina, prima di partecipare alla santa messa, il gruppo si ritrova per la condivisione e la consegna finale. Tutto è grazia da far fruttificare nella nostra vita anche a beneficio dell’altro. Dopo pranzo, un po’ a malincuore, si rientra a casa.
Nel viaggio di ritorno, osservando un tramonto dorato, porto con me una piccolissima certezza di questi tre giorni: non sono le tappe, ma il cammino che fa la vocazione. Noi non decidiamo né il tempo né la strada: è la vocazione che porta noi, non noi la vocazione. Dio risponde ai nostri dubbi con una Alleanza: qui è la fiducia.
Fabrizio Defina – info@vocazionefrancescana.org
