La Croce è il simbolo cristiano che subito ci contraddistingue. La onoriamo, la baciamo, la portiamo al collo. Ancor più per noi frati francescani e la nostra vocazione, la Croce è un riferimento costante e irrinunciabile.
La croce, scandalosa e assurda per il mondo
Ma la fede nella Croce, nel Dio crocifisso, non è certo scontata! Anzi, ha scandalizzato da sempre molti. Ecco cosa ne pensava un famoso intellettuale, Nietzsche: “la fede nella croce assomiglia straordinariamente ad un continuo suicidio della ragione”. Lo aveva del resto già annunciato Paolo: “Fratelli, mentre i Giudei chiedono segni e i Greci cercano sapienza, noi invece annunciamo Cristo Crocifisso: scandalo per i Giudei e stoltezza per i pagani; ma per coloro che sono chiamati, sia Giudei che Greci, Cristo è potenza di Dio e sapienza di Dio”. (1 Cor 1,18-25). Il “Vangelo della Croce” è “assurdo” per il mondo.
Contemplando la croce San Francesco amava autodefinirsi un “novello pazzo” riferendosi proprio a san Paolo, alla follia della croce. Una pazzia che consisteva nel voler vivere secondo il Vangelo, prendendolo alla lettera e trasformandolo in vita.
La Croce, manifestazione dell’amore di Dio
Dice il Vangelo: “Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito…” (Gv 3,16). E Paolo aggiunge: “mi ha amato e ha consegnato se stesso per me“ (Gal 2,20). Infatti: “Nessuno ha amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici. Voi siete i miei amici…” (Gv 15,13).
Sul Golgota appare chiaramente che “Dio è Amore” (1 Gv 4,16). Amore che dimentica il male, che tutto perdona, che a ciascuno – senza esclusioni o preferenze – si rivolge e si offre e si dona.
“L’Amore non è amato”: secondo alcuni racconti era questo il grido e lo strazio che spesso risuonava nel cuore e sulle labbra di San Francesco di Assisi. Egli, per amore del Signore sofferente, non si vergognava di piangere e lamentarsi a voce alta così : “Piango la Passione del mio Signore. Per amore di Lui non dovrei vergognarmi di andare gemendo ad alta voce per tutto il mondo” (FF 1413).
La Croce, la “buona notizia”
La croce è la “buona notizia” per il mondo, quella che illumina tutte le altre, quella che importa veramente.
Lo scrive Paolo ai Corinzi: “Io ritenni infatti di non sapere altro in mezzo a voi se non Gesù Cristo, e questi crocifisso” (2 Cor 2,2).
Dio, nonostante le cattiverie degli uomini muore per noi e per la nostra salvezza sul Calvario.
Ecco la “buona notizia” da diffondere, annunciare e far conoscere. Ne va della salvezza delle persone, dei giovani, degli anziani, degli sposi, delle donne, dei ragazzi, di tutti!!
Per questo San Francesco, spesso ripeteva ai suoi frati: “Non ho bisogno di molte cose: conosco Cristo povero e crocifisso” (2 Cel 105).
Gesù Crocifisso, modello del discepolo.
Lo aveva detto Gesù: “Chi non prende la sua croce e non mi segue, non è degno di me” (Mt 10,38).
Non è facile essere cristiano! Per esserlo, è necessario imitare Gesù, seguirne le orme, prendere ogni giorno la propria croce, offrire anche la nostra vita in amore a Dio e ai fratelli, come fece Gesù, il quale “patì per voi, lasciandovi un esempio, perché ne seguiate le orme” (1 Pt 2,21).
Soltanto così il cristiano, come Gesù, diventa “un essere per gli altri e per il mondo“.
San Francesco, ben consapevole di questo, all’inizio della Regola (Rnb 1,1) così prescrive: “La regola e vita dei frati è questa, cioè vivere in obbedienza, in castità e senza nulla di proprio, e seguire la dottrina e l’esempio del Signore nostro Gesù Cristo, il quale dice: “Se vuoi essere perfetto, va’, vendi tutto quello che hai e dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; e poi vieni e seguimi (Lc 18,22; Mt 19,21); e: “Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua” (Mt 16,24).
Scendere dal Golgota nel mondo
Oggi, dunque siamo invitati a contemplare l’amore crocifisso di Gesù per la nostra salvezza; e in ginocchio, ai piedi della croce è bello e commovente ripetere le parole di San Francesco: “Ti adoriamo, Signore Gesù Cristo,… e ti benediciamo, perché per la tua Santa Croce hai redento il mondo”. Bisogna però ritornare al mondo partendo da questo Calvario. E’ necessario che questo annuncio ed esperienza d’amore raggiunga tutti, l’umanità intera e trasformi, risani, guarisca, ripari.
San Francesco, nella Chiesetta di San Damiano, “pregando inginocchiato davanti all’immagine del Crocifisso, udì queste parole per tre volte: “Francesco, va e ripara la mia chiesa che, come vedi, è tutta in rovina!” (FF 1038). Si trattava della Chiesa che “Cristo acquistò col suo sangue”, dice il testo. E così Francesco, “munendosi col segno della croce”, incominciò la sua missione.
Guardate fratelli l’abbassamento di Dio,
ed effondete davanti a lui i vostri cuori;
umiliatevi per essere da lui esaltati.
Quindi non tenetevi nulla di voi stessi,
affinché interamente vi accolga Colui
che tutto si dà a voi (FF221)San Francesco d’Assisi
Carissimi, che san Francesco ci doni un poco del suo amore a Cristo crocifisso e ci infiammi alla missione.
A Lui sempre la nostra Lode.
fra Alberto – fraalberto@vocazionefrancescana.org