Propongo di seguito la corrispondenza con un giovane, Luca, un ragazzo di 23 anni. Ho ripensato a lui ascoltando il Vangelo con la chiamata dei primi discepoli (Mc 1,14-20). Questi, subito lasciano tutto e lo seguono! Ecco qualche passaggio della mail di Luca e anche parte della mia risposta.
Mail di Luca
Caro p. Alberto (…) da sempre, fin da bambino (avevo 10 anni.. già!), porto in me un richiamo segreto e inconfessato: diventare prete, consacrarmi al Signore!
Il mio riferimento e modello ideale è il mio vecchio parroco, Don (…) che fu un santo uomo che si donò a tutti senza risparmiarsi e sempre col sorriso. Si tratta di un pensiero a volte bello, a volte temuto e fastidioso e che allontano, ma poi ritorna.
Non ne ho mai parlato con nessuno per paura di compromettermi, che la voce girasse, di restare incastrato! Insieme a questo sogno/timore, convivono in me tanti altri desideri e progetti. Amo fare atletica e sport (ho gareggiato a livello regionale), frequento l’università, ho iniziato una relazione da poco con una ragazza, vorrei viaggiare e conoscere la vita. Insomma tutti i desideri e i sogni di un giovane sono miei.
Ho però sempre mantenuto la Fede anche in contrasto con le scelte dei miei amici (voglio bene a Gesù! e lo prego sempre), ma per quanto riguarda la vocazione, ho continuato a rimandare dicendo a me stesso, ho tante cose da fare prima, ci penserò “domani” e poi “domani” ancora, vedrò più avanti, forse nella speranza segreta che “quell’idea” mi potesse passare, ma devo ammettere che non è così!
In questo ultimo anno così difficile tanti pensieri e domande sono rispuntate in me, rinnovando un forte conflitto interiore in cui però mi vedo bloccato: vorrei e anche no! Mi piacerebbe, ma ho paura! Sento che questa chiamata potrebbe essere vera per me, ma anche mi sento attirato da tante altre cose. E così… continuo a rimandare.. a domani… domani..(…)
Risposta di fra Alberto
La chiamata dei primi discepoli
Caro Luca, così scrive l’evangelista Marco (1,14-20) narrando la chiamata dei primi discepoli:
Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. Gesù disse loro: «Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini». E subito lasciarono le reti e lo seguirono.
Andando un poco oltre, vide Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello, mentre anch’essi nella barca riparavano le reti. E subito li chiamò. Ed essi lasciarono il loro padre Zebedèo nella barca con i garzoni e andarono dietro a lui.
La chiamata di san Francesco
Da una sua biografia (La leggenda dei tre compagni) sappiamo come San Francesco, mentre si trovava a Spoleto (diretto a combattere in Puglia inseguendo il suo sogno di essere cavaliere) abbia udito una voce misteriosa. Questa gli chiese:
«Francesco, chi è meglio per te servire, chi può esserti più utile? Il padrone, o il servo?».
«Il padrone» risponde Francesco.
«E allora – riprende la voce – perché cerchi il servo in luogo del padrone?».
E Francesco: «Cosa vuoi che io faccia, o Signore?».
«Ritorna – gli risponde il Signore – alla tua terra natale, perché per opera mia si adempirà spiritualmente la tua visione».
Francesco con il cuore ardente, subito abbandonando le armi, ritornò senza indugio ad Assisi, ormai solo desideroso che il Signore gli rivelasse la Sua Volontà.
In ostaggio della paura
Questi due testi, uno del Vangelo e uno tratto dalla vita di S. Francesco, evidenziano un aspetto molto importante della vocazione: l’urgenza, la necessità di una decisione!
La chiamata infatti, chiede fin da subito una prova di disponibilità e ascolto, un giocarsi, un buttarsi, un mettersi in discussione e in cammino; per questo si può cadere facilmente in ostaggio della paura, o di rimandi infiniti come : “Ti seguirò, Signore, ma lasciami prima…” (Lc 9, 59-61)!!??
La chiamata del Signore è dunque spesso una difficile sfida che scuote e interpella nel profondo, rompe comodi equilibri e infrange progetti preconfezionati o pre-pagati. Certo, possiamo anche anestetizzarla o evitarne l’impatto a volte molto duro (… come del resto è la croce!), mettendo però così a repentaglio “il senso” più vero della nostra stessa esistenza.
Fidati
E, quando la paura prevale o sembra più forte? E di fronte alle immancabili difficoltà o dubbi? Ecco una parola chiave: fidati! Il Signore non ti vuole “fregare” né rovinare! (Quante volte invece pensiamo questo!!). Lui è sempre in noi e con noi e ci sostiene con la forza dello Spirito Santo: fidati! Non dire dunque “domani, domani”, … ma prova a chiederti “Signore, cosa vuoi che io faccia ?”. Fidati!
Confrontati
Un consiglio davvero fraterno che ti offro, pregandoti di non rimandarlo “a domani” è questo: prova a parlarne finalmente con qualche sacerdote o religioso (noi frati ci trovi e siamo a…).
Non è un tabù pensare di diventare prete, ma nemmeno è un tabù il fatto che tu ne abbia timore e rifiuti talvolta questa strada! Il dialogo stempererà molte di queste paure e ti aiuterà a chiarire cosa davvero sta nel tuo cuore, e l’autentica volontà del Signore , che magari ha in mente per te proprio un bel matrimonio!
Ho scritto spesso anche nel blog della necessità di avere un padre spirituale e di fare un cammino di discernimento (che certamente anche nella tua regione è attivato sia dalla Diocesi che da noi frati). Con l’aiuto di una guida, e con un cammino sincero ti sarà certo più facile comprendere cosa davvero il Signore vuole da te.
Da soli si rischia di non andare da nessuna parte continuando a contorcersi nei propri tormenti!!!
Ammettere la presenza di una domanda
Certo questo chiede da parte tua un comprometterti, l’uscire un poco allo scoperto e semplicemente ammettere (almeno come primo passo) che in te vi è questa domanda e che la vuoi affrontare e guardare più da vicino!!!
Decisione o indecisione?
Ma ne vale la pena, se vuoi uscire da questo limbo in cui ti sei cacciato! Ricorda: una “decisione” apre sempre ulteriori porte e possibilità, mentre “l’indecisione”, lo stallo, il rimando ti rinchiude nel timore, nell’angoscia, nell’inerzia, in una neutralità sterile e alla fine maligna (…).
Ti benedico e incoraggio!
Al Signore Gesù sempre la nostra lode.
fra Alberto – fraalberto@vocazionefrancescana.org