Abbiamo da poco vissuto la festa di san Francesco.
Un appuntamento segnato quest’anno da tanti timori e preoccupazioni (pandemia…), ma anche da segni di speranza e resurrezione come la visita del Papa ad Assisi per la firma dell’enciclica “Fratelli tutti“.
Al riguardo, condivido oggi la riflessione di un sacerdote che certo molti di voi conosceranno, Don Luigi Verdi, da cui è scaturita l’esperienza di Romena (https://www.romena.it/) : un luogo di pace per tante anime disperse bisognose “di un pò pane, di una casa, di un pò d’amore“.
Al Signore Gesù sempre la nostra lode.
fra Alberto – fraalberto@vocazionefrancescana.org

La prima cosa che potremmo imparare è ‘togliere la malinconia’, il peggiore di tutti i mali, che vuol dire ‘pretendo e non so più dire grazie’.
La seconda cosa che potremmo imparare è ‘tornare concreti’: san Francesco vive ciò che crede, crede ciò che spera e spera ciò che ama, vuole sentire la stessa passione, lo stesso amore di Gesù sulla croce; la terza cosa che potremmo imparare è la ‘fedeltà al poco’.
Ma l’invito più profondo di Francesco è di ritrovare ‘la gioia’, la perfetta letizia, quella gioia che rimane anche se ti bastonano, spontanea come un fiore che sboccia.