Su questo blog parliamo molto di vocazione… ma quali sono le caratteristiche della vocazione? Ce ne sono molte: oggi cercherò di fermarmi su 10 di esse.
Oggi vi propongo una meditazione sulla vocazione, soffermandomi su alcune caratteristiche tipiche di ogni esperienza vocazionale, 10 caratteristiche universali, nella speranza di offrirvi qualche luce in più (e un incoraggiamento), per il vostro personale cammino di discernimento.
1) La vocazione è legata al “senso” del nostro esistere
Altro è pensare di essere frutto del caso e del “non senso” (“gettati” nel mondo senza un perché), altro credere ed avere fede che esiste un Dio, creatore e Signore di tutto quanto vive; creatore e Signore anche della mia vita e che dunque da sempre mi ha pensato e che da sempre ha un progetto bello per me. Vedi Geremia (1, 5): “Prima di formarti nel grembo materno, io ti conoscevo, prima che tu uscissi alla luce ti avevo consacrato”. La vocazione è dunque prima di tutto questione di “fede”!
2) Percorre strade diverse
La vocazione non si ripete; ognuno compie un proprio cammino che non è uguale a quello di un altro. Dunque, rivela l’originalità/unicità, sia di Dio che della persona: Dio non lavora “a catena”!
3) È un’azione misteriosa e autonoma di Dio
Proviene da una Persona che resta invisibile e nasce ogni volta da strade molto diverse. Dio rimane il Mistero, l’Inafferrabile. Così come rimane un mistero il fatto che qualcuno (ed altri no) si percepisca “guardato”, interpellato”, forse “strattonato” da Dio. Dio avrebbe potuto benissimo rimanere al suo posto e, invece, Dio si scomoda, si avvicina all’uomo, gli viene incontro, bussa, interpella. A questo punto, però, tocca all’interpellato avvicinarsi a Colui che l’ha chiamato.
4) È un dialogo nella libertà
La vocazione rivela il desiderio di Dio di porsi a livello dell’uomo, di dialogare con lui, di interpellarlo. Esprime pertanto la libertà di Dio che chiama chi vuole e come vuole; ma anche presuppone la libertà dell’uomo che può decidere (o no) di rispondere. Quante volte ritorna nelle chiamate evangeliche quel rispettoso e sincero “se vuoi….”? Forse qualche volta ci è capitato di chiederci: “Perché proprio a me”? Rimane il fatto della libertà
di Dio: la sua scelta è insindacabile. Marco dice: Salì sul monte, e chiamò a sé quelli che volle (Mc 3,13).
5) È una scelta personale
La scelta di Dio fa parte del mistero divino, perché misteriosa è la vocazione: arriva per vie strane ed è inutile stare a pensare perché chiama una persona piuttosto che un’altra, perché a una persona chiede una cosa e a un’altra chiede qualcos’altro. È pure inutile desiderare la vocazione di un altro o cercare di copiare l’altro. Ci possono essere dei modelli di riferimento, ma poi la scelta finale è strettamente personale; ciò che emerge dalla vocazione è qualcosa di assolutamente unico e irripetibile, che va costruito nella solitudine. Se noi siamo liberi di rispondere, lui è libero di chiamare chi e quando vuole. La vocazione è davvero il luogo dell’incontro di due libertà: quella di Dio che chiama e la nostra che risponde.
6) È un essere chiamati per nome
Ciò significa che il Signore chiama una persona precisa all’interno della sua vita, della sua personalità, la chiama per quello che è, con tutto quello che ha fatto e che fa. Dio chiama per nome! Bello e consolante pensare che anch’io sono conosciuto da Dio: lui mi chiama per nome. Egli conosce tutto di me (“Signore, tu mi scruti e mi conosci”, Sal 139): conosce ciò che penso, i miei desideri, i miei sentimenti, il mio presente e il mio passato: nulla c’è, di me o in me, che gli sia nascosto. Mi conosce e mi ama. Perciò mi chiama.
7) È dono e proposta d’amore
La vocazione non è mai una fregatura! Spesso forse può capitare di pensare: “se mi fido di Dio, poi Lui mi frega!”. Nasce invece da uno sguardo d’amore speciale, quasi immotivato, incomprensibile , misterioso (“Fissatolo, lo amò!”, Mc 10,17-27): è un Dono grande, un privilegio che può lasciare stupiti e forse impauriti come capita a Maria che dice: “Dio ha guardato all’umiltà della sua serva”.
8) È chiamata all’amore
La vocazione autentica nasce dall’Amore e conduce poi all’Amore, al servizio al Dono, non è mai “per sè”. La vocazione non ha come scopo primario lo sviluppo dell’individuo isolato, ma di tutta la comunità: la vocazione particolare è un frutto personale, ma il fine è il bene di tutti. In fondo, se ci pensate, noi pure stiamo beneficiando di tutte le vocazioni che hanno formato la Chiesa per secoli. Rispondere allora alla nostra vocazione vuol dire rispondere alla vocazione al bene per gli altri e comprendere che, nella misura in cui noi coltiviamo bene la nostra vocazione, facciamo del bene agli altri. Parlare di vocazione significa dunque riconoscere che la nostra vita è realtà che dobbiamo “giocare” avendo chiara la nostra responsabilità nei confronti degli altri (qualcosa “per te”).
9) Offre una garanzia
“Io sono con te”: Dice Dio per mezzo del profeta Isaia: “Ti ho chiamato per nome. Tu sei prezioso ai miei occhi perché sei degno di stima e io ti amo. Non temere, perché io sono con te” (Is 43,1-5), indicandoci così una grande certezza: “io sono con te”! Si tratta di una affermazione che mette i brividi. Il Dio, che dall’eternità ci ama, che entra nella nostra storia con la sua chiamata. è anche colui che fedelmente ci accompagna. Certo, quando percepiamo il desiderio di Dio, possiamo anche spaventarci, perché mette a nudo i nostri falsi desideri e ci butta a terra, ma mentre agisce così, ci consola e ci dice: “Non temere! Io sarò con te!” “Io ti dirò tutto quello che devi fare” (cfr Atti 22,10). II Signore, quando ci chiama, non ci lascia soli. A noi tocca semplicemente fare la nostra parte, tutto il resto lo farà lui. Ecco perché non bisogna avere paura.
10) Chiede un cammino di purificazione
La vocazione è Dio che si abbassa a livello dell’uomo per innalzarlo al Suo livello. Per fare che ciò accada, però, è necessario intraprendere un cammino di purificazione, un cammino penitenziale dove a volte occorre essere sbalzati a terra dalle nostre vita ordinarie. Per incontrare la volontà di Dio è sempre necessario togliere dal terreno i sassi che ci impediscono di avvicinarci a lui. Uno dei sassi non potrebbe essere rappresentato, oggi, dall’aumento esasperato dell’erotismo, della sensualità, della pornografia e più in genere di tutto ciò che ci porta a ricercare comodi e superficiali appagamenti?
Buon cammino a tutti!
Al Signore Gesù sempre la nostra lode
fra Alberto – fraalberto@vocazionefrancescana.org