Ecco la seconda scena della Tavola del Maestro di santa Chiara, che ci racconta ancora i suoi primi passi nella vocazione.
Oggi suor Maria Francesca, giovane consacrata del monastero del Noce di Camposampiero (Pd), ci parla della seconda scena. Buona lettura!
fra Nico – franico@vocazionefrancescana.org
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Chi l’avrebbe mai detto che la dolce e brava figliola Chiara scappasse letteralmente di casa? E di notte, pure! Siamo sempre in quella domenica, quella delle Palme. Scesa l’oscurità, Chiara è ormai decisa, abbandona casa, città, famiglia. Tommaso da Celano scrive:
“Siccome però non volle uscire per la porta consueta, riuscì ad aprire con le proprie mani, con una forza che a lei stessa parve straordinaria, un’altra porta, che era ostruita da legni e pietre pesanti” (LegsC 7-8; FF 3169 – 3170).
Neanche una porta sbarrata la blocca! Irrompe nella notte: sa bene dove andare. C’è qualcuno che l’aspetta. Era stato lui, infatti, a consigliarle che fare… quel pazzo di Dio!
L’accoglienza alla Porziuncola
Questa seconda vignetta ci mostra l’incontro tra i due giovani. Non sono soli: lei con le amiche più fidate (future compagne?), lui con i suoi fratelli. Sono alla piccola chiesa di Santa Maria degli Angeli, detta Porziuncola, “dove i frati, che vegliavano pregando nella piccola cappella, accolsero la giovane Chiara con lumi accesi”. Quel luogo, caro alla prima fraternità attorno a Francesco, è la culla dell’Ordine. Anzi, degli Ordini, anche quello che poi partirà da Chiara. Nell’immagine, infatti, si può notare il doppio arco della cappella sopra i due futuri santi.
Quale sguardo…!
Francesco, in quel momento per Chiara, è incarnazione di Gesù. Il suo atteggiamento e le sue mani esprimono timore e fiducia in Dio. La ascolta: in questa forma artistica, le bocche raramente erano raffigurate aperte e si usavano i gesti delle mani per indicare che una persona stava parlando. L’intenso e meraviglioso sguardo che si scambiano manifesta l’intesa verso la stessa mèta: la sequela di Cristo.
C’è qualcuno che approva
Chiara dunque sta esprimendo la sua decisione. Ma… perché ha tre mani?? L’artista gliele ha moltiplicate! Se si guarda più attentamente, c’è una donna dietro di lei, molto vicina: mette con amore e apertamente il braccio destro, la sua mano sinistra e il mantello intorno a lei. Sembra che la consegni. È Ortolana, la sua mamma, che la seguirà pochi anni più tardi.
La sana follia…
Possiamo immaginare le emozioni di Chiara in quella notte, che sempre ricorderà. L’amore di Cristo, scoperto lì ad Assisi e confermato da Francesco, le dà il coraggio giusto, quella sana follia di lasciare tutto – ma proprio tutto! – per un ignoto abitato solamente dalla Sua promessa d’amore. E questa le basta.
L’ebbrezza di buttarsi, di abbandonarsi, di dire a Dio: Signore, mi hai conquistato. Paura, mista a gioia profonda; terrore di perdere, intrecciato alla certezza di trovare; spavento per la strada infinita di fronte a me, eppure… è fortissima l’attrazione! E ciò che rimane è la pace…
Chiara, umilissima ancella di Cristo,
donaci il coraggio e l’umiltà nel seguire le orme di Gesù. Prega per noi.
suor Maria Francesca – monastero@clarissedelnoce.it
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