Ormai alla quinta scena della Tavola del Maestro di santa Chiara, dove Chiara inizia a condividere la vocazione con altre giovani.
Oggi suor Maria Francesca, giovane consacrata del monastero del Noce di Camposampiero (Pd), ci parla della quinta scena. Buona lettura!
fra Nico – franico@vocazionefrancescana.org
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Giro di boa
Siamo arrivati a metà del nostro percorso. Con la scorsa immagine abbiamo concluso l’anta di sinistra; oggi incominciamo dalla prima scena in alto nella parte destra. Si inizia con una specie di déjà-vu: ma come, di nuovo parenti violenti di mezzo? Questa scena in realtà si divide in due “vignette”. Cronologicamente, avviene prima l’azione sotto – Chiara in piedi, una ragazza per terra, uomini che la aggrediscono – e poi quella nell’angolo in alto a destra – Francesco, la ragazza, Chiara.
Il dono degli affetti
Dopo soli sedici giorni dalla sua fuga (chissà che scalpore in Assisi!), si può dire che nasce la prima comunità attorno a lei: sua sorella di sangue Agnese la raggiunge. Oh quanto aveva desiderato averla con sé! Che seguisse anche lei la via di sequela a Cristo! Le sue preghiere non mancarono, e, con insistenza, chiedeva che
“come c’era stata concordia di animo tra le sorelle quando stavano nel mondo, così ci potesse essere l’unità delle volontà tra loro anche nel servizio di Dio” (LesgS 24-26; FF 3204-3206).
Eccola, Agnese, in abito rosso! “Spinta dallo Spirito di Dio”, raggiunge la sorella – che nel frattempo aveva cambiato luogo, rifugiandosi presso la chiesa di sant’Angelo di Panzo – , e
“le dice che vuole servire del tutto il Signore. Quella, abbracciandola con gioia: «Rendo grazie a Dio, dolcissima sorella, perché mi ha esaudito nella mia preoccupazione per te»”.
Ah, pure la sorella!
Una passa… ma persino una seconda! Eh no! Chissà cosa avranno detto quando, anni più tardi, raggiunsero Chiara sia l’ultima sorella di nome Beatrice, sia la mamma Ortolana…
I metodi rimangono gli stessi. Tommaso scrive che
“corrono al luogo dodici uomini accesi di furore”. Lotta impari, è evidente. “Un cavaliere si scagliò contro di lei, con animo esasperato e, non riuscendola a smuovere con pugni e calci, cercava di tirarla per i capelli, mentre gli altri la spingevano e la sollevavano sulle loro braccia. Al che la giovane, come fosse catturata da leoni e rapita dalla mano del Signore, cominciò a gridare dicendo: «Aiutami, sorella carissima, non permettere che mi si porti via da Cristo Signore».

L’intercessione nella Sua volontà
Chiara sa bene che non può fare nulla se non pregare e confidare nella volontà di Dio: “Prostrata in preghiera con lacrime, chiese che alla sorella fosse data fermezza nei propositi e chiese che la potenza di Dio superasse le forze degli uomini”. Inutile dilungarsi sull’esito della lotta: il corpo della ragazza diventò pesantissimo, tanto che ne trovano buffamente il motivo: “Ha mangiato piombo tutta la notte, perciò non è strano se pesa!”. E il braccio dello zio, pronto a colpirla, “fu preso da un fortissimo dolore improvviso e poi restò angustiato ancora per lungo tempo da tale dolore”.
L’inizio della sororità
Sventato il pericolo, finalmente anche Agnese inizia la vita penitente accanto a Chiara, con di nuovo Francesco improvvisato acconciatore (vedi la scenetta più in alto). Beh, certo, non solo… “il beato Francesco la istruì, insieme a sua sorella, nella via del Signore”.
Con Agnese al suo fianco, inizia la storia comunitaria, confermata dalla stessa potenza e misericordia di Dio. Chiara non è più sola e ben presto sarà attorniata da molte giovani di Assisi e dintorni.
La preghiera reciproca diventa potente miracolo, miracolo! Tra noi cristiani, fratelli e sorelle – per costruire autentica fraternità – e per il mondo intero – per annunciare e testimoniare l’amore di Dio per tutti gli uomini.
Come posso oggi essere sorella, fratello?
Dolce mediatrice di pace, tu che hai conosciuto la tribolazione,
ottieni agli afflitti consolazione e grazia. Prega per noi.
suor Maria Francesca – monastero@clarissedelnoce.it
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