A Parma, forse non tutti sanno come vi sia una piccola, ma vivace comunità di frati francescani, dediti principalmente a “stare accanto” ai giovani, specie agli universitari, nel servizio dell’ascolto, dell’accoglienza e nell’offerta di percorsi di fede.
I frati “del prato”
I frati così si presentano nel loro sito http://www.fratidelprato.it/ :
“Il primo dei nostri impegni è la cura per la vocazione che abbiamo ricevuta in dono. Nella misura in cui coltiviamo questa fedeltà, scaturiscono energie per fare molto altro”
La preghiera, più volte al giorno, è pertanto l’anima della comunità e la sorgente generativa delle tante iniziative rivolte ai giovani e dello stare in mezzo ad essi.

L’antica chiesa in restauro
La comunità vive in un minuscolo e sobrio convento annesso all’antica chiesa gotica di san Francesco del Prato, ora in fase di restauro dopo secoli di abbandono e di silenzio. Il complesso monumentale, eretto dai frati giunti da Assisi nei primi anni del XIII secolo (nella zona del Pratum Regium, il prato dove si svolgevano fiere e mercati) e arricchito nei secoli di affreschi e opere d’arte fu, infatti, trasformato in carcere dopo le soppressioni napoleoniche e tale è rimasto fino a pochi anni fa (1992) con gli stravolgimenti che possiamo immaginare. Un autentico gioiello che sta ora ritornando all’antico splendore e presto sarà restituito ai frati e all’intera città che partecipa entusiasta al suo recupero.
Lo sfrecciare delle rondini
In questi giorni così luminosi di inizio estate, i tetti della Chiesa di san Francesco risuonano dei garriti di migliaia di rondoni che sfrecciano veloci nel loro rincorrersi. Osservando questo autentico spettacolo, il guardiano del convento, fra Francesco Ravaioli, si è rammentato di un simpatico episodio (citato nelle Fonti francescane) che coinvolse il Poverello di Assisi ad Alviano (Terni) e un giovane studente universitario di Parma, un poco infastidito dagli stridii delle rondini, che gli impedivano così di studiare. Riporto di seguito quanto ha scritto al riguardo nel sito del convento.
Ringraziando e salutando caramente l’intera comunità francescana di Parma, invito tutti i giovani che ne abbiano la possibilità, a conoscere più da vicino i nostri frati, magari anche ragalandosi una visita ad una città davvero splendida.
Al Signore Gesù sempre la nostra lode.
fra Alberto – fraalberto@vocazionefrancescana.org

La Legenda Major, agiografia di san Francesco d’Assisi che san Bonaventura da Bagnoregio pubblica nel 1263, riporta alcuni episodi che riferiscono del rapporto di Francesco con il creato. Tra questi, un fatto accaduto tra Francesco e le rondini ad Alviano – tra Narni e Orvieto – ispira uno studente di Parma, che dal garrire delle rondini era messo in difficoltà nel suo studio…
Dalla Legenda Maggiore (12,4-5 in Fonti Francescane 1207-1208)
[FF 1207] 4. Passò [Francesco], poi, a predicare nei luoghi vicini e giunse ad un paese, che si chiama Alviano. Qui, adunato il popolo e indetto il silenzio, non riusciva a farsi sentire a causa delle rondini, che avevano il nido proprio lì e garrivano a tutta forza. L’uomo di Dio, alla presenza di tutti gli ascoltatori, così si rivolse alle rondini: “Sorelle mie rondini, adesso è venuto il momento che parli io, perché voi avete parlato abbastanza. Ascoltate la parola di Dio, in silenzio, fino a quando la predica sarà terminata”. E quelle, quasi fossero dotate di intelletto, tacquero immediatamente; né si mossero dal loro posto finché la predica fu terminata. Tutti, a quello spettacolo, furono pieni di stupore e diedero gloria a Dio. La fama di questo miracolo si diffuse tutto intorno, suscitando in molti venerazione per il Santo, devozione e fede.
[FF 1208] 5. Nella città di Parma, uno studente universitario di buona indole, mentr’era impegnato nello studio con alcuni compagni, infastidito dal chiacchiericcio importuno di una rondine, si mise a dire: “Questa rondine deve essere una di quelle che disturbavano l’uomo di Dio Francesco, mentre una volta stava predicando, e che lui fece tacere”. Poi, volgendosi alla rondine, disse con fede: “In nome del servo di Dio Francesco ti comando di venire da me e di tacere immediatamente!”. E quella, udito il nome di Francesco, da brava discepola dell’uomo di Dio, tacque sull’istante e andò a rifugiarsi, con tutta sicurezza, nelle mani dello studente. Stupefatto, egli la restituì immediatamente alla libertà: e non sentì più i suoi garriti.
Ancora oggi a Parma i rondoni hanno a che fare con San Francesco… del Prato e l’Oratorio dell’Immacolata come mostra questo video e l’informazione sui restauri.
fra Francesco Ravaioli – info@vocazionefrancescana.org
Sarebbe bellissimo poter ricevere la vocazione francescana da Dio prima o poi !!