Quest’anno, per la festa delle Palme, ci è proposto un “sacro pellegrinaggio” passando dalle fronde e dai rami verdi esteriori per orientarci verso le radici più profonde e segrete di noi stessi.
A causa dell’epidemia in corso, siamo tutti immersi da giorni in un clima surreale, in cui l’uomo moderno dallo spirito naturalmente espansivo ed estroverso si ritrova confinato e rinchiuso in uno spazio limitato.Il suo spirito di conquista e successo è brutalmente immobilizzato. L’uomo capace di andare nello spazio, di aprire e studiare e dare ordine continuamente a nuovi orizzonti, si ritrova imprigionato.
Viviamo oggi una strana Festa delle Palme.
Di solito in questa occasione le nostre chiese sono molto frequentate.
Questa domenica, la nostra preghiera sarà molto diversa.
La comunione sarà diversa. Ma, ci sarà!
Un virus, un essere minuscolo e invisibile, ci ricorda che l’uomo non è il padrone del mondo. Questo virus, ci ricorda che la natura ha i suoi misteri e le sue risorse. Questo virus ci ricorda che siamo vulnerabili e mortali. L’economia mondiale si inceppa. La vita sociale si paralizza. L’uomo è rimandato a sè stesso.
Di fronte alla tentazione di vivere sempre proiettati all’esterno, sempre al di fuori, sempre nell’apparenza, questo tempo inedito ci provoca a rientrare dentro di noi.
Non si tratta certo di un percorso narcisistico, ma che mira e ricerca la verità del nostro essere profondo. E lo spazio interiore più intimo e vero si trova proprio là dove è maggiormente spiacevole e scomodo recarsi. Andare in profondità ci conduce, infatti, inevitabilmente fuori dalle nostre zone di comfort e di sicurezza, dove non siamo abituati e capaci a tenere tutto sotto controllo.
Quest’anno, per la festa delle Palme, ci è proposto dunque un “sacro pellegrinaggio” passando dalle fronde e dai rami verdi esteriori per orientarci verso radici più nascoste e autentiche. Non più protesi solo all’esterno, ma chiamati a vivere e scoprire la nostra interiorità… Che benedizione!
L’asino del vangelo di S. Matteo, è legato; esso pure è imprigionato (Mt 21,2). Gesù lo fa sciogliere. Gesù è venuto per sciogliere e liberare anche noi. Da un virus? Anche!
Non udremo oggi acclamare: « Osanna ! » (Mt 21,9)
Non vedremo folle agitate (Mt 21,10)
Quest’anno, può darsi invece che, partendo dalla nostra interiorità, dalle nostre radici, là dove il nostro essere è autentico, là dove il nostro essere non è condizionato, agitato o disperso, noi possiamo tentare di dare una risposta, con le nostre parole, alla domanda che si pone la folla: «Chi è quest’uomo?» (Mt 21,10).
Quest’anno non abbiamo scuse: lo sport, la riunione, un incontro famigliare, un viaggio, una visita… Questa domenica, l’essere vivrà!
Questa domenica delle Palme, la nostra fede ci spinge a dare risposta ad una semplice domanda: «Chi è Gesù?».
La folla ha risposto.
Io, come risponderò?
testo tratto da: vocationefranciscaine