Se più volte ho cercato di illustrare “cosa è la vocazione”, oggi, in maniera sintetica, vediamo “cosa non è la vocazione“, in particolare cosa “non è la vocazione religiosa“. Il rischio infatti di avere su di essa idee distorte è molto facile. Meglio dunque chiarire ulteriormente la questione onde evitare illusioni e scelte superficiali.
Capire cosa NON è la vocazione è già un buon punto di partenza per il discernimento!
- Non è un sentimento. Si è soliti dire “sento” la vocazione; in realtà la vocazione “non si sente”, non è semplicemente un’emozione. Piuttosto, è una certezza interiore che nasce dalla grazia di Dio che tocca la mia anima e chiede una risposta libera. Se Dio ti sta chiamando, la certezza dentro di te crescerà tanto più quanto tu gli risponderai con generosità.

- Non è un premio. La vocazione non è un riconoscimento alla nostra bravura o intelligenza o bontà. Essa è invece pura gratuità da parte Dio, un dono e un invito d’amore assolutamente libero, che egli fa e rivolge a chi vuole, come vuole e quando Lui vuole.
- Non è un rifugio. La vocazione non nasce da un’incapacità di affrontare la vita. Consacrarsi nella speranza di trovare un “nido caldo” è pericoloso e illusorio. Il frate è infatti oggi più che mai un uomo di Dio perennemente sulla breccia, esposto alla frontiera, chiamato a donarsi e spendersi per tutti, più che a tutelare e custodire se stesso.
- Non è una fuga. La vocazione non può essere il ripiego a frustrazioni e delusioni varie (lavorative, famigliari, sociali..) nè tanto meno a immaturità umane o disordini affettivi o sessuali. I problemi, infatti, da cui si pensa di scappare, non si dissolveranno solo perchè si veste un abito religioso, anzi…!!
- Non è una carriera. Spesso nei film e nell’immaginario di molti, diventare prete o frate, è considerato come un percorso in crescita verso cariche e posizioni di prestigio e potere come altre carriere. Niente di più falso e fuorviante! La vocazione è invece una storia d’amore, un incontro, una relazione, un donarsi. La vocazione è un “cuore trafitto”! Chi cerca la carriera, come religioso vivrà una vita infelice e sterile, segnata dalla solitudine e dall’invidia.
- Non è una sicurezza matematica. La vocazione religiosa, non è un qualche cosa dato e raggiunto una volta per sempre. Essa è un cammino, è un mistero d’amore e deve tenere presente il rischio e la libertà che sempre l’amare comporta: un rischio che è nelle mani di Dio, ma anche, ogni giorno, è affidato alle nostra risposta. Se non si corrisponde, l’amore rimane frustrato, l’amore può anche finire e naufragare. L’amore si può anche sotterrare e non ascoltare.

- Non è un qualche cosa di unicamente mio. La vocazione, la chiamata alla vita religiosa, non è mai un fatto esclusivamente personale. Non è infatti legata principalmente all’autorealizzazione di noi stessi, ma è sempre “per“: “per” Dio, “per” la Chiesa, “per” i poveri, “per” l’annuncio, “per” la missione, “per” il martirio…. Quando manca questo slancio e sguardo all’esterno non c’è vera vocazione!
- Non è mai al di fuori della Chiesa. La vocazione, non è il semplice sentire di qualcuno, che a tutti i costi deve essere accolto ed esaudito. La vocazione, come scrivevo sopra, è sempre “per” la Chiesa e nasce “nella” Chiesa. Pertanto, “dalla” chiesa (dai suoi rappresentanti, guide, formatori..) e per la propria utilità e il bene dei fedeli è vagliata, riconosciuta o anche, se necessario, non ritenuta idonea o autentica. Ecco perché sempre si propone ai candidati un percorso di discernimento, con degli accompagnatori, il padre spirituale. il Gruppo san Damiano..ecc. ecc.
E se per caso vi riconoscerete in qualche caso sotto esposto, niente paura: è abbastanza normale qualche “inquinamento” alla partenza! Ciò che è importante e necessario è invece fare verità su noi stessi, cercando anche l’aiuto di guide sante ed esperte che ci possano accompagnare e così meglio comprendere, nonostante tutto, l’autentica volontà del Signore sulla nostra vita. Coraggio dunque!
Al Signore Gesù sempre la nostra lode.
fra Alberto – fraalberto@vocazionefrancescana.org
Un giorno delle suore mi regalarono dei semi di un albero che venne piantato lì dopo un’appazione, li dovevo mettere in acqua e così ho fatto.Sono stato l’unico a sentire un gran odore di rose in famiglia.Cosa vuol dire?
Fratello, cosa vuole dire… potrebbe essere che tu abbia semplicemente un olfatto più sviluppato degli altri… sai, prima di arrivare a parlare di segni, si tratta (cosa ben più importante) di verificare un cammino di fede, di preghiera e di servizio nell’amore agli altri… sarà più utile per te confrontarti con qualcuno su questi aspetti! Ti incoraggio, una preghiera, fra Nico
Queste le parole giuste per un giovane in ricerca, che Dio benedica il nostro cammino!
Dici bene: che Dio ci benedica, tutti quanti!