Ecco la loro storia
E’ il 16 gennaio del 1219 quando presso la città di Marrakesch in Mauritania nell’odierno Marocco, avviene il martirio di fra Berardo, fra Ottone, fra Pietro, sacerdoti, fra Accorsio e fra Adiuto, religiosi, dell’Ordine dei frati Minori, mandati da san Francesco ad annunciare il Vangelo di Cristo ai musulmani. Qui per ordine del capo dei Mori furono a lungo torturati e trafitti con la spada. Francesco alla notizia del martirio dei suoi fratelli, disse:
“Adesso posso dire di avere davvero cinque frati minori!”
Breve video in portoghese sul giubileo dei santi martiri francescani
La vocazione di S. Antonio di Padova
I 5 frati, tempo prima, a Coimbra avevano incontrato un giovane e brillante sacerdote dei canonici regolari, Ferdinando di Buglione. Questi, saputo della loro uccisione e scosso dalla loro forte testimonianza di fede, decise di abbracciare la regola e la vita di san Francesco desiderando egli pure il martirio, solo volendo offrire tutta la sua vita per il Signore e il Vangelo.Vestendo il saio francescano si fece chiamare frate Antonio. Diventerà uno dei santi più venerati nel mondo: sarà SANT’ANTONIO DI PADOVA!
La chiesa di Santo Antonio dos Olivais a Coimbra, dove sostarono i protomartiri prima di partire per il loro destino finale, è abitata tuttora dai francescani conventuali, gli stessi frati del Santo di Padova che entrò nell’Ordine proprio in quella chiesetta, spinto dal desiderio di imitare i fraticelli martirizzati a causa della loro fede cristiana.
Martirio e vocazione
Cari amici in ricerca, come avrete dunque potuto constatare dalle vicende dei Protomartiri e di S.Antonio, martirio e vocazione si richiamano e interpellano reciprocamente. Ma badate bene, l’abbinamento non riguarda straordinariamente solo i personaggi di cui abbiamo appena narrato e non è relegato a qualche episodio analogo particolarmente cruento!!!
In realtà non c’è autentica chiamata alla consacrazione religiosa se manca la spinta e l’audacia mite e forte nello stesso tempo della testimonianza, del martirio (“marturia”). Se non si è guidati da un desiderio di consegna totale di sé al Signore e al Suo progetto, si sbaglia strada. Al frate, è richiesto sempre, infatti, “di dare la vita” per Gesù, “di morire a sé stesso” per spendersi interamente per Lui, per gettarsi in Lui senza reticenze e confini.
P. Mario racconta la vocazione di s. Antonio
Qualche provocazione per te
Se dunque caro fratello, forse stai pensano a questa nostra strada e vocazione francescana, chiediti se anche tu, come S. Antonio o i 5 giovani frati Protomartiri, sei davvero disposto a rimettere in Gesù tutto di te: il tuo spirito, la tua intelligenza e volontà, i tuoi sogni, i tuoi desideri, il tuo corpo, persino i tuoi limiti e peccati per seguirLo dove Lui vorrà condurti…
Se non è così, sarai soprattutto preoccupato di te e del tuo orticello, di “salvare la tua vita” più che spenderla per il Signore e il Regno di Dio, per il Vangelo!
Se non è così, il convento si trasformerà presto in un accomodante e mediocre o insopportabile rifugio; l’abito in un “soprabito” protettivo; i voti in una pennellata di vernice superficiale, la tua vita insulsa e insignificante!
Se non è per Gesù, …lascia perdere! A Lui sempre la nostra Lode.
fra Alberto – fraalberto@vocazionefrancescana.org
(Vedi qui un altro articolo sui 5 protomartiri francescani!).