Nel nostro talvolta non facile cammino di discernimento ci può essere davvero tanto utile l’esperienza del giovane Francesco d’Assisi. Egli pure giunse ad aderire al Signore e abbandonarsi alla Sua volontà dopo un non facile percorso.
Ecco come un antico biografo racconta la sua ricerca:
“Conducendo un suo compagno, che aveva molto amato, in località fuori mano, gli diceva di avere scoperto un grande e prezioso tesoro. Quello ne fu tutto felice e volentieri si univa a Francesco quando era invitato. Spesso lo conduceva in una grotta, presso Assisi, ci entrava da solo, lasciando fuori l’amico, impaziente di impadronirsi del tesoro. Francesco, animato da un nuovo straordinario spirito, pregava in segreto il Padre; però non confidava a nessuno cosa faceva nella grotta; Dio solo lo sapeva, e a lui incessantemente chiedeva come impadronirsi del tesoro celeste. All’uscire dalla grotta, all’amico egli appariva divenuto un altro uomo”. (Legenda dei Tre compagni cap 4,12)

Sapersi staccare… ma non fuggire.
Il ritirarsi di Francesco nelle grotte non è certo una fuga. Egli ricerca Dio e ricerca se stesso. Ha sete di un incontro vero e profondo. Il suo discendere fisicamente nella terra, in una grotta, corrisponde al cammino spirituale che egli compie per giungere alla verità di sè. Le grotte oscure e umide da un lato gli offrono protezione, dall’altra appaiono cariche di mistero.
Così Francesco ricerca la luce nell’oscurità degli anfratti; egli vuole passare dalla superficialità all’autenticità, dall’apparenza alla verità. In tanti momenti importanti della sua vita, quando avrà bisogno di operare un discernimento sulle sue scelte, ritroverà luce e conforto proprio in questi luoghi così aspri e rudi.
Francesco d’Assisi non esita dunque a intraprendere un faticoso pellegrinaggio interiore verso le proprie radici, dove scoprire il senso profondo di sè e della sua vita, dove discernere chi deve essere secondo Dio e la Sua volontà. Dalle grotte egli esce ogni volta trasformato, lasciandosi plasmare dallo Spirito creatore e santificatore.
La spiritualità francescana è profondamente legata all’incarnazione di Gesù Cristo.
San Francesco vivrà il mistero della Natività a Greccio in un romitorio scavato nella roccia, e il mistero della croce alla Verna, sempre in una grotta. In questi due luoghi di eremitaggio mediterà sul senso della vita come della morte, sull’inizio e sulla fine, sulla gioia di una vita nascente come sul dolore della Passione.
Così come la vita dell’uomo si sviluppa e si forma nel mistero del ventre materno, anche il nostro rinascere come uomini nuovi si realizza pertanto nel mistero della nostra interiorità, là dove il cuore si apre alla trascendenza.

Francesco cammina e ripete in tal modo i passi di Gesù nel deserto e ricalca le impronte del profeta Elia che pure, fa la propria esperienza di Dio in una grotta. Francesco è un grande cercatore di Dio. Egli si tuffa nel mistero di Dio e là, trova l’amore.
Per la tua meditazione
- Trovo del tempo per me, per mettermi in ascolto e pormi delle domande profonde?
- Con quale sguardo mi rivolgo alla mia vita? Mi scopro superficiale, distratto, oppure serio e attento?
- Sono aperto alla ricerca di Dio?
- Quanto temo la verità su me stesso?
fra Alberto – fraalberto@vocazionefrancescana.org