Si assiste, in occidente, ad un crescente disinteresse e fuga dalla fede. Essere cristiani non è certo più di moda; il Vangelo e Gesù sono “roba inutile e superata” per tante persone, specie per i giovani che però, di conseguenza, si ritrovano sempre più soli, disorientati.
Pesano dolorosamente anche i peccati e gli scandali all’interno della chiesa stessa e di alcuni suoi uomini che con i loro tradimenti e nefandezze l’hanno oscurata e umiliata, generando ulteriore sfiducia e distanza.
Il Signore sta regalando però a questo nostro difficile tempo anche la testimonianza semplice e forte di tante persone, di tanti giovani ardenti, desiderosi di annunciarlo e spendersi per Lui. In particolare ci ha donato la luce di papa Francesco che con la sua azione e le sue parole, sta scuotendo l’intera Chiesa ad un rinnovato slancio d’amore e gioia e fede nel Vangelo e in Gesù. Dunque… non temiamo!

Chi e cosa da riparare?
In tale contesto, ritorna ancor più attuale, il nostro carisma francescano con quelle parole che il Signore Gesù, dal Crocifisso di san Damiano, rivolse al giovane e inquieto Francesco 800 anni fa: « Va, Francesco e ripara la mia Chiesa, che come vedi, cade in rovina».
Quante vite, infatti, anche in questo tempo, sono offese ed oppresse attendendo qualcuno che porga la mano! Ci sono cuori da sanare e guarire; ci sono giovani confusi e soli, da accompagnare e incoraggiare; c’è una tristezza e un non-senso che solo la gioia del Vangelo può cancellare; c’è ancora una Chiesa da riparare e ricostruire.
Al riguardo, la vocazione francescana con le dimensioni della fraternità, dell’interiorità, della predicazione della penitenza e della pace che la caratterizzano, ha davvero tanto di buono da dire e offrire.
A noi francescani, credo dunque sia affidata oggi più che mai, la missione di portare a tutti coloro che sono “affaticati e oppressi” un messaggio d’amore e gioia e speranza.
Come leggiamo nel Vangelo di san Giovanni (cf. Gv 12, 1-10) noi frati dobbiamo però metterci umili ai piedi di Gesù e del prossimo per offrire una nuova e rinnovata unzione di Betania così che il profumo prezioso di Cristo e del suo Vangelo ritorni a inondare il mondo.
Ma come fare?
- Nella sua Prima Regola San Francesco dice : « chiunque bussi alla porta del convento, questi sia accolto con bontà, sia esso amico o nemico». Si tratta di una bella sfida!! Sempre più “profumato e prezioso” e intimo dovrà essere il nostro incontro con il Signore, ma anche sempre più bello e aperto il relazionarci con il prossimo, soprattutto se ferito e debole.
- Sempre più “profumata e preziosa” la nostra vocazione nel risollevare vite, benedire vite, celebrare la vita di ogni essere umano nel nome di Gesù.
- “Profumata e preziosa” e dunque generosa e audace la nostra missione di riparare la Chiesa a partire dai cuori, dalle famiglie, dai giovani, dal vissuto di ogni uomo.

La sfida di:
- Se dunque non lo si era ancora compreso, la nostra vocazione, (cfr. post precedenti ), consiste nel “donarsi in Cristo”, in alternativa ad un altro atteggiamento contrapposto come il “prendere o il pretendere per sè”. Accogliere tutti con bontà, senza giudicare.
- Accogliere per incoraggiare.
- Accogliere per fortificare.
- Accogliere per rilanciare e rinnovare una vita.
- Accogliere con pudore la storia di ogni persona: il pudore, l’aidos (Αἰδώς) dei greci, questo spazio di intimità e rispetto e umiltà fra noi e gli altri che è quasi scomparso nella nostra società e che noi frati possiamo offrire attraverso relazioni libere, gratuite e sane.
Amare, donare, riparare, …: ecco cosa deve caratterizzare i frati francescani!!
Anche a te, allora, caro amico “in ricerca” che leggi queste righe, rilancio la nostra chiamata e vocazione… Pensaci! Prega! Confrontati! Fai qualche passo… e il Signore ti guiderà!
A Lui sempre la nostra lode.
fra Alberto – fraalberto@vocazionefrancecana.org
