Continuo (questo è il nono post) con altre “ricette” vocazionali “in pillole”: oggi parlerò del celibato nella vita religiosa. Un tema abbastanza controverso e discusso. Buona lettura.
Resto a disposizione per ogni ulteriore chiarimento o approfondimento.
Vi benedico. Al Signore Gesù sempre la nostra lode.
fra Alberto – fraalberto@vocazionefrancescana.org

Come capire se sono chiamato al celibato nella vita religiosa?
Molti sono i giovani che mi scrivono con tale quesito; alcuni di loro spesso sono anche fidanzati o stanno frequentando delle ragazze, pur interrogandosi sulla vocazione francescana. Ne ho parlato già in diversi post . Mi limito qui a qualche semplice pensiero.
Il frate è un uomo
Prima di tutto va ribadito che un frate o un prete, una suora, un religioso/a, non sono extraterrestri, ma sempre uomini e donne autentici, anche se chiamati al celibato. In loro permangono dunque tutti i normali desideri, le normali sensazioni (sentimenti, emozioni, affetti, attrazioni…) presenti in ogni persona. Se non fosse così avremmo di fronte a noi degli automi, delle macchine, dei frustrati, dei malati. Col celibato, non si tratta dunque di “non sentire, di “ibernare” o “sotterrare” parte di noi, ma di orientare in modo nuovo le nostre forze, tutte le energie, l’intelligenza e la volontà, la capacità di volere bene e coinvolgersi e spendersi…
Per Amore solo per Amore
Il consacrato fa una scelta precisa e forte d’Amore: l’amore a Dio prima di tutto e tutti, l’amore ad ogni persona più che ad una in particolare; l’amore a generare e accompagnare figli e fratelli nella fede, più che i propri naturali; l’amore ad occuparsi di ogni uomo piuttosto che di una naturale cerchia famigliare o parentale. La sua testimonianza diventa così simile alla scelta fatta da Gesù, nell’offrirsi totalmente a Dio ed ai fratelli con cuore indiviso, in un servizio di dedizione generosa e piena. Quando manca nel consacrato questo orizzonte ampio e sconfinato d’amore e di dono in Dio, la vita religiosa è triste e sterile ed è una vita sprecata, una scelta di ripiego e di fuga. Cose che purtroppo talvolta ancora succedono quando la vocazione religiosa è trovare un rifugio, un nascondersi in un nido caldo e fare i propri comodi, anziché luogo del sacrificio e dell’ offerta e della consegna di sé!
Serve un discernimento
Come capire dunque se il celibato fa per noi? Occorre scrutare il cuore e il nostro desiderio di amare e il richiamo profondo verso cui ci indirizza il Signore. Occorre anche conoscersi a fondo, fare un serio cammino interiore di verifica circa la nostra reale maturità affettiva e sessuale. Occorre concretamente anche valutare il peso dei nostri affetti e slanci e passioni. Occorre identificare se davvero il Signore ci basti e attragga e sazi nel profondo. La risposta arriva prima di tutto con la preghiera e un serio cammino di discernimento con i passaggi che sempre richiamo: l’aiuto e il confronto con una guida spirituale, vivere delle esperienze di dono, partecipare al Gruppo san Damiano… Occorre talvolta anche saper piangere e soffrire, con lo sguardo fisso a Gesù, quando arrivano decisioni difficili…
La gioia e la fraternità
Uno dei segnali di chiamata e conferma al celibato per il Regno è la gioia del cuore nel donarsi e nel pensare la propria vita proiettata in questa direzione di oblatività; non è così quando prevale un sentimento di tristezza o di mesto dovere, di obbedienza sottomessa! Il Signore ci chiama invece alla gioia e alla libertà dei figli! Una fonte incredibile di aiuto al frate nel vivere il celibato, è però anche sempre la fraternità, la comunità dei fratelli con cui si condivide la vita, la missione, la quotidianità semplice: il frate, grazie a Dio, non è mai da solo! Per svegliare il mondo. Il consacrato (l’ho sentito dire da una suora di clausura) è un “ardente d’amore”, un “infuocato d’amore” che non si accontenta mai e che solo in Dio sa di poter trovare il proprio riposo e la sua quiete e la propria pienezza. Per fare il frate, il prete, la monaca, occorre dunque essere amanti appassionati, “sposi” generosi, persone innamorate. Quando non è così, si diventa scapoloni misogini o zitelle acide o gente frustrata…. Come ha detto papa Francesco « i religiosi devono essere uomini e donne capaci di svegliare il mondo», di “incendiare” il mondo con il loro amore e la loro testimonianza.
Se non c’è questo “fuoco”, meglio non inoltrarsi in una via così bella e impegnativa!
Fra Alberto per vari motivi la vita mi ha affiancato solitudine,tristezza e poco altro in un periodo di grande sofferenza che ho superato ho riscoperto la Fede certo mi sta facendo vedere le cose in modo diverso quasi a toccare la pazzia dentro di me l'odio é diventato amore per tutti e per tutto io che temevo di non avere più un cuore adesso mi sento come i bambini che si meravigliano delle più piccole cose del creato. Certo non é facile descrivere quello che provo ma fra Alberto lei pensa che sia una situazione normale è possibile che proprio… Leggi il resto »
Nulla è impossibile a Dio..Ti ricordo e incoraggio
E' vero che che l'omosessualità costituisce un ostacolo alla vita religiosa? Andrea
Pace a te. Grazie per la fiducia. In realtà, non mi piace mai dare indicazioni e risposte così generiche a un tema estremamente complesso come quello citato; inoltre la storia di ogni persona va sempre valutata singolarmente. In ogni caso, se devo stare sul generale, le indicazioni della Chiesa, ma anche la prassi e l'esperienza portano solitamente a consigliare alle persone che vivono tale inclinazione come più opportuna e più facile per loro, una scelta di vita cristiana nello stato laicale.
Mmh… Da una parte, io ho sempre sete di cose legate a Dio, perché sento che se nella mia vita c'è quello io sto bene e sono serena e vedo che poi posso fare qualsiasi altra cosa (anche se nonostante ciò non sono molto fervente attualmente e la mia conversione dura poco dopo ogni confessione perché sono un po' stanca di me stessa da un annetto circa e sembra essere sparita in me ogni scintilla di forza e emotiva e mentale); dall'altra però so di non essere matura al livello affettivo e sessuale, ho grandi problemi a relazionarmi con le… Leggi il resto »
capisco…puoi però farti aiutare. già accettare e scegliere di farsi dare una mano, è i segno di un inizio positivo e saggio e di una visione migliore su stessi. ti ricordo e affido. f. Alberto