Continuo a “prescrivervi” (questo è l’ottavo post) alcune “ricette” vocazionali “in pillole” e in maniera il più possibile sintetica. Il tema di oggi sono i tratti tipici del frate francescano.
Resto a disposizione per ogni ulteriore chiarimento o approfondimento.
Vi benedico. Al Signore Gesù sempre la nostra lode.
fra Alberto – fraalberto@vocazionefrancescana.org
Quali sono i tratti tipici e propri di un frate francescano?
Nella vita di un frate il “Vangelo” è il riferimento essenziale. I valori che ci definiscono e che cerchiamo di vivere sono sintetizzati nei tre voti o “consigli evangelici” di povertà, castità e obbedienza che professiamo. Questi vogliono significare il primato di Dio nella nostra vita e dicono il nostro desiderio e impegno per una “sequela radicale” da veri discepoli del Signore Gesù. Lui infatti è il nostro Tesoro, Lui l’Amore che basta; Lui la Parola a cui vogliamo ispirarci. Nel vivere questi ideali, San Francesco è il nostro modello e ispiratore e guida.
Sull’esempio di san Francesco e in riferimento alla Regola che ci ha lasciato, ci caratterizzano:
- “La vita in fraternità” perché uno è il Padre nei cieli. Il frate pertanto non è mai un “isolato”, ma sempre vive e opera in una comunità, in una piena condivisione di vita, accanto a dei fratelli di varie età e provenienza e cultura. Ma per il frate…ogni uomo è fratello e questo vale nel suo porsi con tutti!
- “La preghiera” perché solo il Signore e la relazione con Lui costituiscono il senso di una vita “da pazzi” come la nostra!
- “La povertà evangelica” come espropriazione da sé stessi e dal possesso delle cose materiali, perché Dio sia l’unica vera ricchezza. Perché si confida nella Provvidenza; per essere poveri tra i poveri.
- “La minorità” per uno stile di relazioni e presenza nella Chiesa e nel mondo e verso ogni creatura da “piccoli”, in umiltà e mitezza e bontà, senza arroganza o potenza. Sempre in atteggiamento di conversione.
- “Il lavoro” in base alle rispettive capacità, propensioni o necessità e ambiti (pastorale, missionario, culturale, caritativo…e anche manuale)
- “L’amore filiale e l’obbedienza alla Chiesa Cattolica e al Papa” successore dell’apostolo Pietro, così come fece e ci raccomandò lo stesso S. Francesco.
- “L’itineranza” perché ci si ritiene “stranieri e pellegrini “, nei confronti di luoghi, incarichi, mansioni, capacità, affetti; dunque sempre un po’ “precari”, sempre pronti a cambiare, a staccarsi a ricominciare, a relativizzare.. Solo Dio basta e null’altro infatti ci appartiene!
- “Il predicare la penitenza e la misericordia”, più con l’esempio e la testimonianza di vita che con le parole; promuovendo la giustizia e la pace; annunciando sempre e a chiunque la bellezza del Vangelo; avendo a cuore gli ultimi e i piccoli in tante opere di carità e servizio.
- “Il saio” o tonaca è l’abito specifico francescano che ci contraddistingue dagli altri ordini religiosi; inventato dallo stesso san Francesco e fatto “a forma di croce”.
- “La letizia” e l’allegria del cuore che scaturiscono da un atteggiamento di abbandono fiducioso al Padre, in qualsiasi situazione di vita (buona e meno buona).
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