Siamo alla 21° pillola vocazionale: oggi parliamo di sentimenti. I frati hanno sentimenti o sono freddi come macchine?
Come sempre sono a disposizione per ogni chiarimento.
fra Alberto – fraalberto@vocazionefrancescana.org
Ma i frati provano sentimenti?
Ecco cari amici in ricerca dei desideri del Signore una domanda inviatami da un giovane lettore, un poco risentito da un incontro con un frate, freddo e per nulla partecipe della difficile situazione che gli stava raccontando…
Può succedere del resto che ci si possa imbattere anche in consacrati non rispondenti alle nostre legittime aspettative di accoglienza ed empatia e disponibilità… l’umanità povera e la debolezza, come il peccato, riguardano anche noi!!
Vorrei però suggerirvi una pista “alta”: lo stile di san Francesco, punto di riferimento e modello di ogni frate. La Settimana Santa in questo mi è di grande aiuto.
«Piango la Passione del mio Signore. Per amore a Lui non mi vergognerei di andare piangendo e singhiozzando per tutto il mondo».
Così si esprime il Santo senza temere di manifestare i suoi sentimenti e le sue lacrime e il suo sentirsi profondamente partecipe di fronte al Crocifisso, origine della sua conversione, insieme con il bacio al lebbroso.
Francesco, si mostra in tal modo nella sua grande umanità, non ha paura di svelare le parti più intime del suo cuore, di manifestare affetti ed emozioni per Gesù: si commuove, piange, bacia, abbraccia… Ugualmente san Francesco, sarà per chiunque lo incontrerà, uomo di amicizia e di ascolto, fratello e madre per i suoi frati, misericordioso e umile, allegro e affettuoso, sensibile alla bellezza del creato e di ogni creatura… portando impressi nella sua stessa carne “i medesimi sentimenti di Cristo“.
Da qui il cammino irrinunciabile per ogni suo frate e seguace, chiamati ad essere sempre persone autentiche e vere, dal cuore grande per Dio e il prossimo.
Nel Crocifisso che domina il presbiterio della basilica di Santa Chiara ad Assisi, nella parte parte inferiore, vediamo rappresentato San Francesco chino sui piedi di Gesù, mentre li bacia teneramente. Questa assoluta novità iconografica comune ad altri pittori del sec XIII, testimonia la rivoluzione introdotta dal santo di Assisi nella mentalità del tempo. Francesco è qui descritto infatti nel suo desiderio di un incontro personale, profondo e affettivo con il Cristo sofferente, lontano da ogni relazione astratta o puramente intellettuale.
- Grazie a lui possiamo anche noi tutti prendere consapevolezza che non si può essere realmente cristiani, né tanto meno frati francescani, se non si raggiunge un intimo, fisico contatto con Cristo. Se non si arriva cioè, a toccarne il corpo fino a baciargli i piedi piagati, quale segno supremo d’amore.
- Grazie a lui ogni frate sa di essere chiamato a rivivere questo stile e questi atteggiamenti così umani anche nei confronti di ogni persona – specie se si presenta nelle sembianze del povero e del fratello più bisognoso – quale autentico corpo di Cristo.
Disponiamoci dunque anche noi, in questi giorni santi, ai piedi del Signore Gesù con gesti di tenerezza e di affetto sinceri: Lui saprà inondarci della sua bontà e misericordia, da riversare a nostra volta su chiunque incontreremo!