Prima di Cristo o dopo Cristo? Sta quasi per terminare il 2017 e presto entreremo nel 2018. Come è noto, questo metodo di contare gli anni ha il suo fondamento – almeno per noi occidentali – sull’esistenza storica di Gesù Cristo.
Giustamente si dice che siamo nel 2017 “dopo Cristo”, ossia dopo la sua venuta tra noi come persona umana. E’ un dato cronologico, certo; ma i veri cristiani sanno che è qualcosa di più, anzi, deve essere qualcosa di più. Nel senso che non possiamo vivere come se Gesù non fosse mai venuto tra noi, non avesse detto quello che ha detto, fatto quello che ha fatto. In una parola, come se fossimo ancora “prima di Cristo”.
La Liturgia della Chiesa chiama “Tempo di Avvento” le quattro settimane che precedono il Natale. La parola “avvento” ci rimanda esattamente alla “venuta”, all’arrivo del Signore. Il 25 dicembre celebreremo ancora una volta il Natale: non il Natale e basta, ma il Natale di Lui, il Natale del Signore! Non vogliamo dimenticarlo.
Vi propongo una breve riflessione di un nostro frate, fra Romano, che abita qui con me alla Basilica del Santo.

In una delle preghiere del Tempo di Avvento (Prefazio I) risuonano queste parole: “Al suo primo avvento nell’umiltà della nostra natura umana egli [Gesù Cristo] portò a compimento la promessa antica e ci aprì la via dell’eterna salvezza”. E ancora: “Verrà di nuovo nello splendore della gloria, e ci chiamerà a possedere il regno promesso che ora osiamo sperare vigilanti nell’attesa”. Ogni anno, al ritorno dell’Avvento, mi sento particolarmente toccato quando si leggono alcuni brani dei Padri della Chiesa (Ufficio delle Letture). Tra gli altri, quello preso dalle “Catechesi” di san Cirillo (300 dopo Cristo). Riferendosi proprio alla venuta di Cristo, il grande vescovo di Gerusalemme scrive: “Noi annunziamo che Cristo verrà. Infatti non è unica la sua venuta, ma ve n’è una seconda, la quale sarà molto più gloriosa della precedente… Una prima volta è venuto in modo oscuro e silenzioso, come la pioggia sul vello (sul manto di lana). Una seconda volta verrà nel futuro, in splendore e chiarezza davanti agli occhi di tutti”. Il vescovo Cirillo, quindi, conclude: “Perciò non limitiamoci a meditare solo la prima venuta, ma viviamo in attesa della seconda”.
E’ venuto e verrà per noi
Vogliamo ricordare, a questo riguardo, le parole del “Credo”? E’ la professione di fede che proclamiamo ogni domenica. “Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo e per opera dello Spirito Santo si è incarnato…”. E ancora, sempre con riferimento a Gesù: “Verrà di nuovo nella gloria per giudicare i vivi e i morti …”.
Per noi è disceso dal cielo, per noi verrà nella gloria. “Per noi”! In quel “noi” ci siamo tutti: anch’io che sto digitando e anche voi che state leggendo… Commoviamoci e sostiamo in contemplazione e in adorazione, con animo ammirato e riconoscente! … “Per noi”!

Lasciarsi illuminare
La nostra storia personale, come quella di tutta l’umanità, si svolge ormai tra questi due “eventi”. Ecco perché possiamo dire che viviamo non solo nel tempo “dopo Cristo”, dopo la sua prima venuta in questo mondo (il “primo Natale”), ma anche “prima di Cristo”, ossia proiettati verso la sua venuta futura. Come diceva un mio amico, la nostra vita su questa terra scorre tra queste due “luci”: il Signore è venuto; il Signore verrà. E’ venuto per noi; verrà per noi. A me viene da aggiungere: allora, lasciamoci illuminare! Ossia, riprendendo le parole del vescovo Cirillo e quelle della liturgia: viviamo in spirito di attesa. Attesa vigile e operosa, nell’impegno quotidiano, secondo la nostra condizione e vocazione.
Il Signore viene anche oggi
Ho citato un grande padre della Chiesa. A completamento di queste brevi riflessioni vorrei aggiungere il pensiero di un santo dottore della Chiesa, maestro di orazione e contemplazione: il monaco francese Bernardo di Chiaravalle. In uno dei suoi “Discorsi” sull’Avvento, egli parla di una terza venuta del Signore. La chiama “venuta intermedia”, intermedia perché avviene tra la prima e l’ultima. Come dire che il Signore – che per noi è venuto e verrà – in un certo senso viene anche oggi, nel tempo presente. Ci potremmo chiedere: come, in che modo? Chiarendo il suo pensiero, il santo dottore dice che il Signore oggi “viene nella potenza dello Spirito”. Proprio così! E’ lo Spirito Santo, lo Spirito di Dio, del quale Gesù ha detto: “Egli v’insegnerà ogni cosa” …. Vi guiderà nelle scelte che dovrete fare, nelle decisioni da prendere lungo il cammino della vita. Più sopra parlavamo della necessità di lasciarsi illuminare. Se, come dice san Bernardo, il Signore viene oggi a noi “nella potenza dello Spirito”, allora vorrei ancora dire a me e a voi: lasciamoci guidare! Senza paura e … qualunque sia la nostra situazione di vita. Sì, “andiamo con gioia incontro al Signore”, che per tutti è venuto, viene e verrà!
p. Romano Gozzelino (frate del Convento del Santo – Padova) – info@vocazionefrancescana.org
