Si celebra oggi, la “festa della donna” con i tanti richiami ideali e nobili a cui questa giornata rimanda o dovrebbe rimandare (quanta superficialità, infatti, pure l’accompagna!).
Yemen: quattro suore trucidate
Ebbene mi ha molto colpito, anche stamane, come la gran parte dei giornali nazionali abbia subito dimenticato (da molti neppure citato) un orrendo massacro avvenuto di recente in Yemen, nella città di Aden dove sono state uccise barbaramente quattro donne, quattro suore missionarie di Madre Teresa che si occupavano di orfani e anziani. Con loro altre dodici persone (cuoche, infermiere, volontari), hanno subito la stessa sorte solo perchè cristiane. Il giornale Avvenire ne scrive oggi con parole commosse e forti! Anche il papa ha ricordato domenica, la loro morte crudele denunciando l’indifferenza generale che ha accompagnato questa tragedia.

Suora “brutta”! Suora “tua”!
Ma si sa, per molti, le suore, non sono donne vere e non meritano poi tanta attenzione, neppure un titolo di giornale! Le suore sono vecchie, le suore sono acide, le suore sono inutili, le suore sono bigotte. Alle suore è più facile riserbare queste stupide battute, stereotipi e pregiudizi cattivi; tanto la suora è la suora!! Non ha neppure un nome da ricordare: è solo una suora!
Suor Lia alle Cucine popolari
Qui a Padova per es. mi piace oggi ricordare (a nome di tutte le suore) la figura di una piccola donna e grande suora francescana (elisabettina), suor Lia Gianesello che da quasi 40 anni si occupa delle cucine popolari, la mensa dei poveri.
Anche nella nostra città, infatti, il problema della fame esiste ed è affrontato quotidianamente con iniziative costanti e significative promosse dalla carità cristiana. Le Cucine economiche popolari di via Tommaseo ne sono un esempio: qui ogni giorno si da mangiare in media a 450 persone e sono sempre aperte ai più poveri, senza badare al colore della pelle o al credo religioso. Con la crisi, molti sono anche gli italiani. Si tratta di quasi 150 mila i pasti distribuiti lo scorso anno (nel solo mese di marzo si è raggiunto il picco di 17.723 pranzi o cene consumati). Dietro ogni “piatto caldo” c’è il lavoro nascosto di chi prepara, dona il suo tempo o fa la sua offerta, di chi garantisce anche il confort e la continuità di un ambiente adeguato.
«La fame di pane esiste anche nelle nostre città non solo per gli stranieri, ma anche per i cittadini italiani. Ed è una fame rabbiosa – spiega la stessa suor Lia – Se Dio è pace, la fame di Dio esiste anche se non è esplicita; bisogna saperla leggere nell’aggressività e nella violenza. E di fronte a questo l’unica risposta è il dono».
Controlli alle cucine popolari, il commento di Guglielmo Frezza direttore della Difesa del popolo:
«Le cucine popolari sono una grande tavola che la nostra Chiesa di Padova apparecchia ogni giorno da più di un secolo. ( così ha scritto recentemente il direttore del giornale diocesano) Sono un servizio sociale prezioso, ma sono, prima di tutto, frutto della consapevolezza che la nostra società ha bisogno di guardare ai poveri con occhi diversi. Di riconoscere in loro – come ha detto il vescovo di padova Claudio andando a visitarle martedì scorso – degli amici con cui è bello mettersi a tavola. Non dei nemici da allontanare con ogni mezzo”».
Suor Lia e le sue consorelle, nel loro umile e prezioso servizio spesso non riconosciuto, ci aiutano ogni giorno a guardare all’altro, pur se povero o straniero o profugo o barbone come a un figlio di Dio e a un fratello, come ad una persona, una persona vera, di pari nostra dignità! Così si contribuisce a creare una società migliore! Un grazie a Suor Lia , un grazie a tutte le Suore che sono nel mondo un segno dell’amore e della misericordia di Dio: buona festa della donna!
fra Alberto – fraalberto@vocazionefrancescana.org